sabato 12 novembre 2011

L'Anti-politica e il Governo Tecnico

"Ma cche davero?" mi chiedo, alla romanaccia maniera, sbigottita nel sentire in giro che c'è chi difende l'idea, per me indifendibile, di votare a gennaio.

Nello specifico penso a Ferrara e al suo intervento nel Teatro Manzoni di Milano: «Quella del governo Monti è la vera anti-politica. Questa è un’eresia terribile: al limite, e vi invito a fischiarmi, una volta tenute le elezioni non importa se il governo sarà di destra o di sinistra ma deve essere il governo scelto dagli italiani». Perchè, secondo Ferrara, un governo tecnico sarebbe la fine della democrazia politica: «Una volta per questo si usavano i carri armati, ora si usa lo spread» spiega.

Uhm... argomenti interessanti: in pratica Ferrara dice che la politica interna italiana è di fatto gestita dall'UE e dai mercati, che hanno arbitrariamente deciso di picconare il nostro prossimo ex premier Berlusconi.

Ed è per questo che rimango sbigottita e mi dico "Ma cche davero?" alla romanaccia maniera: possibile mai che una persona intelligente come Ferrara non abbia capito che in una comunità come quella europea la politica interna non è poi così interna, perchè riguarda tutti? non per niente abbiamo passato gli ultimi mesi a sentire gli economisti parlare di contagio.

Secondo Ferrara solo dalle urne elettorali può uscire un governo. Tecnicamente è così. Tecnicamente anche io vorrei che non ci fosse bisogno del Presidente della Repubblica che decida chi deve essere il Primo Ministro, che poi a sua volta decide chi farà il ministro e dove, senza sapere durata o programma.

Certo che è brutto. Ma a Ferrara, e a chi la pensa come lui, sembra sfuggire un dato importante: la democrazia è vera democrazia quando ti scegli il tuo rappresentante, che poi da eletto fa il bene comune, secondo coscienza e programma.

Mi pare, e correggetemi se sbaglio, che in Italia, queste due piccole, insignificanti, prerogative, non esistano più da un pezzo; e anche a voler richiudere gli occhi e a riturarsi il naso, chi dovremmo votare, secondo Ferrara? che ognuno tira l'acqua al suo mulino dimenticando che l'acqua stessa sta finendo per tutti...

Chi? vorrei tanto sapere... Berlusconi e il suo harem? Bossi e la sua Padania, così simile all'Italia tutta? Bersani, con la sua opposizione invisibile? Fini, Casini e Rutelli con la loro democrazia cristiana rifondata? oppure l'ambiguo Renzi o Vendola con i suoi laboratori? o magari Di Pietro, contrario a tutto per partito preso...

Che poi un paio di nomi a me personalmente non dispiacerebbero neanche, ma è che se veramente si vuol parlare di democrazia, bisognerebbe prima cambiare la legge elettorale...

... ma non c'è tempo, se è vero, come è vero, che i mercati hanno fatto cadere il governo, non c'è tempo di ragionare su una nuova legge, come non c'è tempo, nè possibilità di scelta, per chiedere agli italiani di decidere su un programma per uscire dalla nostra crisi. Perchè non è solo una crisi finanziaria, è la crisi del sistema Paese, che se continua così ce lo giochiamo. E la moneta comune dietro al sistema Italia.

Per questo c'è fretta, e non c'è spazio per i sofismi filosofici, per altro neanche letterali, ma solo propagandistici. Ergo, il programma di governo è ben relativo: quello che bisogna fare si sà benissimo da un pezzo, ma sempre per la logica dei mulini...

Detto tutto ciò, non trovo per nulla scandaloso che per salvarci si ricorra a un governo tecnico.

Lo scandalo, che sarebbe sì anti-politico, sarebbe se la politica italiana non comprendesse che questa è l'occasione che ha per ricomporsi, per renderci un paese di nuovo orgoglioso di sè e finalmente equo.


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