venerdì 11 settembre 2009

Talenti

"La bellezza è un talento".
Così recita la Carlucci nello spot di Miss Italia.

Il concetto mi stride, non mi torna il senso... (forse lo straniero aveva ragione a dubitare che io parli italiano... ) così cerco conforto sul sito Sapere.it. Trovo tre risultati, che parlano di monete, di unità di misura, ma anche e soprattutto di Intelligenza, Ingegno, Inclinazione; presentando come sinonimi Attitudine e Abilità.
Potrei dire: la bellezza è un'abilità? Oppure: la bellezza è un'attitudine? No.
Perchè immediatamente sorge la domanda: per far cosa?
Soldi.
Sì, ma poi?
Niente.

Che orgoglio c'è nell'esser nati belli? Che bravura nasconde avere il cromosoma degli occhi blu? Perchè essere belli deve significare necessariamente essere migliori?

Sull'edizione di oggi di City leggo una bell'intervista di Elena Tebano a Chiara Volpato*. La docente universitaria è lapidaria: "Che tipo di carriera fai usando il corpo?Alla fine vieni usata. E poi: se tu usi molto il tuo corpo, il cervello passa in secondo piano: nessuno te lo riconosce più, anche se ce l'hai. Infine le ricerche scientifiche mostrano che donne che puntano sul corpo pagano un prezzo molto alto. Finiscono per guardarsi con lo sguardo degli altri; non pensano più "Cosa posso fare io alla mia vita?", ma "Cosa provano gli altri di fronte al mio corpo?". Gli studi psicologici mostrano che perdono fiducia in se stesse, hanno scarsa autostima e si ammalano più spesso di depressione".

C'è un altro aspetto.
Tutti i talenti hanno in se la capacità di crescere e migliorare, magari realizzando record, opere d'arte o conquiste scientifiche... qualcosa, insomma, che rimane.
Ma la bellezza avvizzisce. E ben poco può fare la chirurgia estetica: se non vuoi più le rughe rischi di diventare una maschera di plastica...
Eppure sulla canonizzata Rai sta passando tutti i giorni questa grande bugia: "la bellezza è un talento".
Auguri e figli maschi.

* La Volpato è la firmataria dell'appello alle Firt Lady del G8 dell'Aquila per protestare contro il modo con cui il premier parla delle donne; più recentemente un suo articolo "Le donne italiane si ribellano", è stato pubblicato New York Times.



giovedì 10 settembre 2009

Illogiche domande e risposte

"Scusi, parla italiano?"
Strano come una domanda illogica possa mettere in crisi oltre trentanni di convinta italica dialettica...

Parlo italiano?
oddio, sì...
mi pare di sì...
se non me ne parto in dislessia per l'affollamento dei concetti; sì, se non mi metto a parlare nella paterna lingua salentina in preda a crisi nostalgica; sì, se non affetta da rabbia con cui sfoggiare il peggior romanesco...

Penso questo nel mezzo minuto che ci metto a rispondere in italiano che sì, lo parlo.
Allora l'omino straniero, in perfetto italico idioma mi chiede indicazioni stradali: c'intendiamo alla perfezione, nonostante i miei dubbi filosofici su cosa significhi parlare italiano, e se lo faccio.
Ma soprattutto, perchè non avrei dovuto?
L'omino mi legge nel pensiero e mi dice: "Lei sembra proprio mediorientale, e non sapevo se parlarle in inglese, arabo o magari indi".

I dubbi filosofici si spostastano sul nazionalistico...
Mentre l'omino si allontana non posso fare a meno di chiedermi cosa sarebbe accaduto se l'illogica domanda fosse stata posta nel profondo nord...
Illogiche sono anche le risposte.

martedì 8 settembre 2009

Non è più Bongiorno...

"Allegriaaa"
Chissà, magari s'è presentato così al padreterno, il Bongiorno nazional commerciale che non è più...

Proprio ieri, vedendo l'ultimo spot con Fiorello, pensavo che mi era proprio simpatico, e non solo per l'autoironia che giocava sulla grande amarezza per il ben servito in chiaro...

Mi dispiace, veramente.

lunedì 7 settembre 2009

"Quindici Passi"

http://www.repubblica.it/2009/09/sezioni/ambiente/taranto-veleni/taranto-veleni/taranto-veleni.html

Mi si dice spesso che Taranto sia una brutta città. Ed invero il mito dei suoi ori, la particolarità della città vecchia, l'unicità del ponte girevole sono coperti da una immensa ombra.
Quella dell'Ilva.

Forse ricorderai il cartone animato "Conan" e la sua famigerata isola di ferro, Indastria... ebbene, l'Ilva è peggio. Un quartiere di tubi, conteiner e ciminiere sbuffanti fiamme; la notte il cielo tarantino e la sua immediata provincia è rischiarato dai suoi riverberi rossastri...

Giovedì prossimo, finalmente esce un libro che denuncia anche l'aspetto più subdolo dell' Indastria del sud: le polveri sottili disperse nell'aria che sono la causa dei "dati [che] segnalano la presenza anomala, rispetto al resto della provincia e della regione, di una serie di malattie neoplastiche riconducibili all'inquinamento ambientale".

Il libro si chiama "Quindici Passi", di Giuliano Foschini, e denuncia proprio questa situazione, troppo spesso taciuta: l'Ilva balza agli onori della cronaca solo per le morti dei suoi dipendenti...

mercoledì 2 settembre 2009

Dei Ritardi e dei Rientri - ovvero alla ricerca delle valige perdute

Di solito si ricomincia a lavorare nelle proprie città, ma quest'anno, grazia ha voluto che ricominciassi seguendo una manifestazione in terra salentina... una ripresa indiscutibilmente molto soft, per fortuna. Tutto bello, tutto splendido come solo il Salento può essere... fino alla partenza, avvenuta con AirOne/Alitalia. Chiaramente gli organizzatori hanno pensato che la compagnia di bandiera fosse un'ottima rappresentanza e certo il volo è stato gradito... ma...

A Brindisi avevamo già un ritardo di tre quarti d'ora, che spegneva la radiosità della bolognese Maria Grazia, che a Fiumicino non aveva amici e parenti ad attenderla, ma una coincidenza... Finalmente arrivati lei si è catapultata al suo gate d'imbarco, noi al nastro di consegna bagagli. Bagagli che Laura la mattiniera aveva visto scaricare, riconoscendoli persino: dunque avevamo la certezza che erano arrivati con noi.
Il display segnalava la consegna al nastro 12, e tutto un aereo fiducioso attendeva. Nei primi 40 minuti di prassi eravamo ancora molto sereni e chiaccheravamo al telefono con relativi amici e parenti che attendevano oltre cortina: "Sìsì, tutto bene. Sìsì, bellissimo. Sìsì, ora arriveranno: li abbiamo visti, ci sono".
Il nastro comincia a muoversi, il display conferma lo scarico... ma non accade nulla.
Ad un tratto la Giulia intraprendente pensa bene di ricontrollare su un altro monitor il nastro di consegna: era al 15. Trasloco generale. Ma continua a non accadere niente: i nostri bagagli sono ancora giacenti chissà dove.
A circa un'ora dalla stimata consegna, le allucinazioni cominciavano a manifestarsi: per una fortunata coincidenza, avevamo quasi tutti il bagaglio rosso; sicchè, su ogni nastro dove girava qualcosa di scarlatto, a turno ognuno di noi credeva di averne visto uno familiare...
Passata di molto l'ora, avevamo perso speranza e pazienza, mentre una sveglia continuava a suonare nel bagaglio di qualcuno molto sordo, finchè Giulia ci porta le prime notizie ufficiali: "Li hanno scaricati e stanno da qualche parte. Arriveranno, ma non si sa dove. Né quando". Quando l'ufficiale combacia con il noto e l'inutile...
Sconcertati e sconfortati, rassegnati a passare molto altro tempo in attesa, siamo rimasti lì dove eravamo, quando il nastro ha cominciato a muoversi. Più per gioco, che per reale convinzione, abbiamo cominciato ad aspettare i nostri bagagli, quasi fosse un rito propriziatorio...
che però ha funzionato: i nostri c'erano.
Così, dopo un'abbondante ora e mezza, ho passato oltre la cortina delle attese.

Non così fortunata è stata la Maria Grazia radiosa, che non solo ha perso la coincidenza pernottando a Fiumicino a spese della compagnia di bandiera, ma la mattina dopo il suo aereo è partito con un'ora e mezzo di ritardo. E pensare che lei aveva bagaglio a mano...

martedì 1 settembre 2009

Tarantati - Vacanze III parte


LariO LariO LallerOOOO
LariO LariO Làlààà

LariO LariO LallerOOOO
LariOLariO Làllàlàlàlà


Il popolo dei tarantati ha cominciato ad intonare il suo coro già dal trenino partito da Galatina, alla volta di Melpignato.
Io e il Tonino delle ceramiche eravamo partiti nel tardo pomeriggio, percorrendo le campagne salentine che si tingevano dell'oro di tramonto, seguendo stradine nascoste, e scoprendo scorci incantati, con l'intenzione di evitare tutte le forme di traffico possibile. Così l'auto è rimasta a Galatina e noi ci siamo avventurati nella Notte della Taranta in treno.
Dopo una lauta cena a base di panini ai pezzetti,* la serata ha preso il via, spingendoci nel cuore pulsante dei tarantolati.
Tamburelli, canti, vino e sorrisi tra gonne svolazzanti e sandali saltellanti.
Festa, vera festa, che solo vivendola si può capire. Anche se non è più l'evento "puro" di una volta, e in alcuni punti sembra un pasticciaccio brutto tra festa di paese e di partito, c'è uno zoccolo duro di tarantati che si agita ancora sotto il palco con l'unico intento di ballare, scoprendo quali contaminazioni il maestro concertista tirerà fuori dal cilindro. E allora, nei momenti di "vuoto", il popolo intona il suo coro
LariO LariO LallerOOOO
LariO LariO Làlààà

LariO LariO LallerOOOO
LariOLariO Làllàlàlàlà
Il concerto finisce a notte fonda, io e il Tonino delle ceramiche, contenti e soddisfatti bighelloniamo per il paesino, tra cornetti caldi e chiacchere nella piazzetta porticata... solo alle 5 c'incamminiamo per la stazione. Troppi hanno avuto la nostra idea e la folla non entra nella minuscola stazione; i treni hanno destinazioni diverse e ne parte uno ogni mezzora: ci metteremo un'ora e mezza ad arrivare a Galatina, per un percorso di 15 minuti... Il sonno e la fatica hanno dato il benvenuto al sole, che- con vero orrore-, scopriamo essere coperto dalla nebbia.
La campagna salentina era coperta da una fitta coperta umida che annullava tutto quello che c'era oltre i venti metri. Il paesaggio più ipnotico che abbia mai visto, con l'incredibile induzione a dormire ad occhi aperti: alle 7 della mattina il sonno era il nostro peggior nemico.
Così parlavamo. Non ricordo di cosa, era importante solo tenerci svegli. Probabile che io abbia anche delirato. Come il Tonino delle ceramiche sia riuscito a guidare sino in terra tarantina è un mistero. Ma l'ha fatto.
Ci chiedono chi ce l'abbia fatto fare... si può solo rispondere "perchè è bello".
E con il pensiero si va al prossimo anno, alla prossima tarantata.
LariO LariO LallerOOOO
LariO LariO Làlààà

LariO LariO LallerOOOO
LariOLariO Làllàlàlàlà
*Spezzatino cotto in pignatta di coccio, con alloro ed altri aromi: buonissimo.