venerdì 30 novembre 2007

Splendido, ovvero l'Inferno di Benigni

Non ho mai stimato particolarmente gli italiani, pur non vergognandomi della mia nazionalità.

Non ho mai apprezzato particolarmente Dante.

Eppure ieri sera Dante mi ha incantato e mi sono sentita orgogliosa del popolo cui appartengo.
Il merito è di Benigni, e della sua passione.

Un'altra volta, e per l'ennesima direi, un comico ha suplito alla drammatica carenza di cultura e conoscenza in cui versa la nostra tv. Fo, Paolini, Benigni... Attori comici che con la loro sagacia e capacità comunicativa, ci raccontano scampoli d'arte, di storia, di letteratura...

Ma Benigni ieri sera mi ha commosso.
Il suo teatrino ironico sulla politica è stato solo una splendida cornice al cuore dello spettacolo, introtoddo da un sentito elogio alla storia della cultura italiana.
Ha ricordato a tutti noi, ripredento la poetica del Carducci espressa nelle Odi Barbare*, che i romani portarono la civiltà nel Mediterraneo, che gli italiani resero possibile la democrazia con i comuni, che realizzammo il Rinascimento... che oggi in tutto il mondo i segni di questo glorioso passato sono visibili.
In Italia, ha detto Benigni, si è prima realizzata la cultura e poi l'Unità.

Signori, mi ha fatto venire una voglia di "Risorgimento Contemporaneo"che neanche avete idea...
Siamo un popolo così splendido, sotto tanti punti di vista, eppure non riusciamo a uscire da quella che chiamo "sindrome da dominazione": divisi per duemila anni, pungolati nel giusto modo siamo stati capaci di mandare a casa Austriaci e Borboni, riunendo il Paese. Eppure, ancora non abbiamo capito che possiamo fare tutto: anche cacciare una classe politica inetta... cosa che in confronto sarebbe una passeggiata di salute...

Dopo questa bella endovena di orgoglio nazionale, Benigni ha continuato il suo spettacolo, entrando nel vivo: la spiegazione con recitazione del V Canto dell'Inferno.
Un incanto. Splendido.
Benigni ha saputo trasmettere l'amore e la passione di Paolo e Francesca, attraverso dei versi che hanno letteralmente preso vita. Grazie alla sua maestria, Dante era nuovamente in carne ed ossa all'Inferno, e noi spettatori con lui, che invisibili vivevamo il tormento del Poeta e lo strazio dei dannati, guidati dalla voce narrante di un Benigni dagli occhi lucidi.
Un incanto. Splendido.

Da giovedì prossimo, ma in seconda serata, Benigni continuerà la lettura di Dante.
Troppo bravo Benigni da non meritare un appuntamento fisso in prima serata o troppo importante Dante, da dedicargli lo spazio normalmente di Vespa?


http://www.repubblica.it/2007/11/sezioni/spettacoli_e_cultura/benigni-raiuno/benigni-serata/benigni-serata.html



"(...) [Roma] Son cittadino per te d'Italia,
per te poeta, madre de i popoli,
che desti il tuo spirito al mondo (...)"

mercoledì 21 novembre 2007

Vita da cani - ovvero quando l'Arte muore

In poche ore la notizia ha fatto il giro del mondo: Guillermo Habacuc Vargas, artista sudamericano, ha esposto l'agonia di un cane. L'animale, legato in un angolo espositivo, è stato lasciato morire di stenti. Facile da immaginare lo sconcerto e lo sdegno piovutogli addosso da ogni parte del mondo....
Habacuc Vargas pare sia uno stimato artista d'arte contemporanea, invitato a rappresentare il suo paese alla Biennale Centroamericana 2008.
In relazione alla morte del cane, avvenuta in un spazio destinato all'Arte, Adnkrons riporta quanto segue.

In un'intervista rilasciata a la 'Nación', [Vargas] ha dichiarato: "Lo scopo del lavoro non era causare sofferenza alla povera innocente creatura, bensì illustrare un problema. Nella mia città natale, San Josè, Costa Rica, decine di migliaia di randagi muoiono di fame e malattia e nessuno dedica loro attenzioni. Ora, se pubblicamente mostri una di queste creature morte di fame, come nel caso di Nativity, ciò crea un ritorno che evidenzia una grande ipocrisia in tutti noi. Nativity era una creatura fragile e sarebbe morta comunque su una strada (...)
In un comunicato diffuso via web (Vargas nds) afferma che ‘Sei quello che leggi’ non verrà più chiamata "opera d'arte", in segno di rispetto verso quanti si sono sentiti offesi. Ha ammesso l'errore ed ha affermato che avrebbe dovuto salvare il cane invece di lasciarlo morire. E chiede a tutti di accettare le sue scuse.

(http://www.adnkronos.com/IGN/Esteri/?id=1.0.1493196412)

Le scuse, però, le ha poste quando dalla Biennale hanno posto qualche problemino in merito all'installazione...
Al sig. Habacuc Vargas, che avrebbe voluto rappresentare l'indifferenza e l'ipocrisia umana, consiglio di farsi un giro nel mondo per conoscere le vere tragedie che meritano di essere rappresentate. Può andare in Ucraina, dove esplosioni ricorrenti in miniera hanno prodotto 4.700 morti in 15 anni *; oppure può andare ad osservare la schiavitù alimentare africana: entrambe le situazioni sono uno schiaffo in faccia all'orgogliosa tecnologia del 2000, ed un cazzotto nello stomaco soddisfatto della civiltà occidentale.
Un lavoro di documentazione artistica sarebbe auspicabile, in quanto l'arte si metterebbe a servizio della vera denuncia sociale; ma se la situazione dei cani randagi di San Josè sta così a cuore al sig. Habacuc Vargas, un bel video shoc avrebbe (avuto) un effetto migliore.

L'arte, anche contemporanea, è ben altro. E' provocazione e racconto, è rappresentare un'emozione, un'idea, invitando gli osservatori a fermarsi per riflettere su aspetti non focalizzati della realtà. E naturalmente può essere anche denuncia.

Ho cercato sul web qualche altra informazione su Habacuc Vargas, qualche altro suo lavoro: non l' ho trovato.
Evidentemente la vita di un cane poteva essere sacrificata sull'altare della fama internazionale.

* dati illustrati dal corrispondente russo del TG1 lo scorso lunedì, nell'edizione delle 13.30.

martedì 13 novembre 2007

Buona Domenica

Da un paio di settimane ho cominciato una nuova collaborazione editoriale, con un settimanale di calcio, che segue la serie C e D. Ho una rubrica molto carina: parlo in termini storico turistici delle cittadine che hanno squadre che militano in queste due categorie. Cittadine che spesso hanno molte cose belle da vedere: la provincia italiana ha tesori degni delle grandi città.
Con il primo articolo ho esordito scrivendo che la nuova rubrica voleva fornire spunti per trasformare le trasferte in weekend, o gite fuori porta, in cui poter conoscere qualcosa di nuovo, all'insegna della sportività.

Domenica scorsa è stata una pessima giornata. Iniziata con una tragedia e terminata con veri assedi.
Io ero a casa, e lavoravo alla mia rubrica, con la radio accesa che ogni ora aggiornava con il gr...
Mi sono sentita molto in imbarazzo: racconto dove è possibile fare trasferte piacevoli, quando non si è ancora capito se queste saranno vietate...
Ho avuto l'impulso di proporre una sospensione della rubrica. Ma poi ho pensato che non era giusto, nei confronti di milioni di tifosi tranquilli, e dei giocatori stessi. Anche perché i settori che il settimanale segue sono fuori da certe dimamiche da prima serata su satellite...

Io non credo che allo stadio si concentri la feccia cittadina, ma penso che, come in tutte le cose, pochi abbiano il potere di compromettere l'immagine di tutto un ambiente. Ben vengano controlli più seri, ma non solo per i tifosi.
Credo che tutte le Forze di Pubblica Sicurezza dovrebbero scegliere meglio i loro agenti. Sono convinta che dovrebbero essere sottoposti a test periodici, che possano fornire un profilo psicologico serio e puntale, ed eventualmente togliere dalla strada quei soggetti troppo stressati.

Aspettando che regole di buon senso tornino a governare la nostra società, un saluto listato a lutto per i "cugini laziali".

mercoledì 7 novembre 2007

Prosit


Ieri è morto Enzo Biagi.
Anche io mi unisco al coro, e ai fiumi di parole spese per celebrare un grande giornalista.

Naturalmente ora è anche il tempo dei veleni, delle polemiche...
Personalmente non ci trovo niente di male a ricordare -ma sottovoce, per non disturbare- che quest'uomo è stato allontanato dal suo lavoro per aver detto la verità, o al peggio, una sua opinione. Una sua opinione.


Mi piacerebbe poter chiedere al Presidente Berlusconi come si sente umanamente, ora che un suo grande avversario mediatico non c'è più; come considera oggi quello che è definito editto bulgaro.

All'epoca fummo tutti bravi a lamentarci, a dissociarci, desiderando rivederlo in video come alternativa a Striscia... ma non abbiamo fatto niente.
Neanche io, ho fatto niente. Neanche un piccolo sciopero della televisione. E per questo non sono diversa dai più. Sono una splendida italiana media e faccio parte di "quell'italietta" che raccontava.

Ora non posso più rimediare, ma posso sicuramente rendergli omaggio tramite i miei ricordi da spettatrice, e affermare -sempre umanamente parlando-, di essere felice per lui, che, prima di andarsene, ha potuto avere un altro spazio televisivo. Certo... tardivo e su RaiTre...

Quando cominciai a vedere di tanto in tanto Il Fatto, Biagi non mi piaceva.
Da ragazzina romantica quale ero, quel rendere i fatti in maniera sterile e distaccata mi spaventava. Poi, mentre crescevo e cambiavo, piano piano ho cominciato ad apprezzare quel suo stile, sottilmente ironico.
In seguito, quando cominciai a scrivere "sul serio", mi ritrovai a seguire la sua trasmessione come se fosse una lezione di giornalismo, discutendo con mio padre, che si divertitiva di più con Striscia (... vai a dargli torto...) ... con molta no chalance, facevamo a gara per arrivare al telecomando*...
Come non ricordare quella bellissima puntata in cui Biagi intervista Montanelli?
Non voglio celebrare quell'intervista per i contenuti "anti-berlusconi", ma per l'emozione che ho provato nell'assistere -televisivamente parlando-, al dialogo tra due grandi giornalisti.

Ora assisterò al walzer di pubblicazioni sui vari quotidiani e settimanali.
E li acquisterò.
Perchè sono una splendida italiana media e faccio parte di "quell'italietta" che raccontava.

Prosit Biagi.


* In casa c'era, e c'è, un solo televisore, per scelta.

lunedì 5 novembre 2007

Affinità Elettive

Eccomi al mio primo post, che vuole essere una presentazione, per chi non mi conosce, per chi crede di conoscermi e per chi è certo che io... sono io! : - )
Questo blog nasce dalla volontà di raccontarmi e raccontare in piena libetà. Perchè sono una giornalista e ho voglia di uno spazio mio dove poter parlare liberamente di alcuni temi; ma voglio cominciare col parlarvi un pò di me...
Nel weekend trascorso ho avuto molti spunti per ragionare proprio su questo punto: chi e come sono... E credo che le mie riflessioni siano un interessante biglietto da visita per questo blog.
In effetti, è un argomento impegnativo...
Perché io sono impegnativa, o forse é più corretto dire "pesante".
E sia, sono pesante. Nel senso che sono visceralmente innamorata dei dettagli, quali essi siano, e ho il pallino di voler trasmettere questa passione a chi mi sta vicino. Con risultati, ovviamente, altalenanti. A volte disastrosi....
Indubbiamente una bella visione generica, "svolazzando" dall'alto delle cose, offre una panoramica grandiosa: puoi vedere dove sei, come ti muovi e in che direzione vai; puoi vedere l'orizzonte... puoi stabilire con sicurezza il bianco e il nero, i colori dominanti da quelli secondari...
Molti sono i vantaggi di tale tipo di osservazione, che si traduce in concetto semplice: organizzazione logica e razionale.
Ma in me avviene un fatto strano: io svolazzo, e anche tanto, ma guardando sempre il cielo, le nuvole... e quando volo basso, lo faccio osservando le cose da vicino.
Ho imparato che un rosso, non è quasi mai solo rosso, ma è composto da altri colori, alle volte insospettabili. E io amo andare a scoprire i colori celati nelle tinte dominanti: osservando senza preconcetti e pregiudizi scopro varietà cromatiche entusiasmanti, che sfuggono ai più... Se dall'alto si può vedere solo che si sta prendendo una direzione specifica, osservando da vicino i dettagli di questo andamento si scoprono i perché.
E qui arriviamo ad un altra passione: i perché. Rendersi conto di quali sono le motivazioni profonde di un dato comportamento può aiutare a correggere il tiro delle proprie (o altrui) azioni e del proprio modo di relazionarsi. Avere un perché può anche essere fondamentale per voltare una pagina scaduta con animo sereno.
Ma l'opinione corrente vuole che l'osservazione sistematica di dettagli, sfumature e perché sia un difetto.... in effetti la Montessori diceva che focalizzare i dettagli crea confusione, mentre realizzare connessioni crea conoscenza.
Bene, il mio sforzo evolutivo - di cui questo blog è parte integrante-, sarà proprio trasformare questa passione smodata per i dettagli in conoscenza, connessioni.

C'è anche un altro aspetto da raccontare, forse più personale... ma lo ritengo egualmente interessante.

Quanto illustrato prima fa sì che io sia una grande e divertita osservatrice. Niente di male, finchè sono in un ambiente familiare, ma che accade quando capito in un ambiente nuovo?
Accade che mi fermo ad osservare ed ascoltare, cercando di capire chi mi sta di fronte, evitando d'intervenire perchè mi piace l'idea di parlare solo per dire cose sensate, quindi che conosco. Sono curiosa, e anche tanto, ma non impicciona, così evito di fare domande precise se non conosco bene l'interlocutore. Il risultato è che posso apparire annoiata, scostante, fredda ecc ecc, in una parola: antipatica.
In effetti non è una novità: difficilmente sono una persona che risulta indifferente. Pur amando i dettagli, suscito reazioni nette: antipatica o simpatica. Il chè, dal mio modo di vedere, è meglio: dovrei tenermi al riparo da persone false.... dovrei...
Quando avevo ventanni bevevo letteralmente la vita, com'è giusto che sia, lanciandomi in avventure e nuove amicizie: tutto era vita, esperienza, divertimento. Ora, a quasi 35 anni, la sorgeggio, con gusto, con tanto gusto.
Il chè fa sì che il mio approccio nei nuovi ambienti sia soft: mi do il tempo per scoprire le persone, capire se sono valide non solo per chi me le presenta, ma anche per me, ed eventualmente costruirci un rapporto. Ma naturalmente deve esserci una corrispondenza in questa costruzione: deve esserci dall'altra parte la volontà di capire chi sono io.
Questa corrispondenza è rara. Non è una lamentela, ma una semplice osservazione dei fatti.
I miei delatori sosteranno che non faccio abbastanza per "invitare" gli altri nel mio universo. Probabile, ma così mi evito personaggi inutili che gravitano nella mia vita: ho passato troppe sere nei pub a parlare di aria fritta.
Inoltre, "non fare agli altri ciò che non vuoi sia fatto a te": odio le persone invadenti, ed accade che possa conoscere persone che mi piacerebbe continuare a frequentare. Come non si diventa invadenti, come si entra in confidenza? Io credo che ora, da adulti e responsabili delle proprie azioni, un rapporto onesto si costruisca per gradi, fino ad arrivare ad un naturale scambio, anche telefonico.
I miei delatori a questo punto mi accuseranno di essere troppo guardinga. Non ci trovo nulla di male ad essere cauta, anche perchè i mei sostenitori, che esistono, vi assicuro, potranno affermare che di coraggio ne ho. Da vendere. Ma come dicevo, non sono più una ragazzina, quindi le mie energie le incanalo dove ne vale la pena.
Una cosa su cui delatori e sostenitori potranno concordare, è che nel bene o nel male, sono cristallina. Sempre. Chi ha a che fare con me sa per certo che io sono così. E sa anche che "l'insostenibile leggerezza dell'essere", che alberga in ognuno di noi, a me piace riservala a chi veramente mi è amico. Le conversazioni brillanti, il giocare, l'ironia, non sono per tutti, ma solo per chi si fida di me. Perché non solo gli sbadigli e le risate sono contagiose, ma anche la fiducia.
Il mio ascoltare persone nuove, osservandole senza giudicare (sembrerà strano), è fiducia in loro e nella possibilità di riscontrarvi affinità elettive.
"Così è, se vi pare".


Detto ciò, guardandomi alle spalle, consapevole di cosa sono diventata, mi ritengo non solo fortunata, ma anche orgogliosa di me. Ho fatto un buon lavoro.
Ora c'è da migliorare. Tanto. Insieme a chi vorrà farmi compagnia a vario titolo in questo volo radente, che ogni tanto sarà anche in quota....
Chi mi verrà a trovare, troverà qui le mie "pesantezze", le mie osservazioni, i mei voli pindarici, ma soprattutto spunti per riflettere.
Io insieme a voi.