giovedì 30 dicembre 2010

La resa delle cuffie

Dopo quasi un anno e mezzo, oggi il mio tempo al call center è finito.
Con immenso sollievo, oserei anche aggiungere: per fortuna pare, sembra, che le parole scritte possano permettermi di mantermi nella mia vita...
In realtà queste esperienza mi ha dato molto: per tutto questo tempo non solo ho potuto continuare a viaggiare e a seguire le mie cose, ma quando ero lì, tutto sommato facevo un po il cavolo che mi pareva. Luogo anomalo quel call center, in cui i team leader non ci stressavano troppo, anzi assolutmanete per nulla, sicchè spessissimo i miei pomeriggi lì -soprattutto in estate-, si trasformavano in allegri salotti con le amiche.
Le amiche: sarò infatti sempre grata a quel posto per aver portato nella mia vita persone speciali: Nadia, le cui risate all'ultima fila -tipo ultimo banco scolastisco- saranno ricordate a lungo; Giulia, con cui ci siamo fumate tutte le sigarette possibili, tra un sogno di fuga dal call center e la dura realtà; Donatella, che ci dispensava nozioni e consigli astrologici e l'aristocratica Federica con il suo sogno di lasciare l'Italia, che presto si avvererà.
E se anche il lavoro era monotono, avvilente ed esasperante, e pure ho incontrato persone ambigue, che ancora non riesco a codificare nel loro atteggiamento, oggi si è chiusa un'epoca, che è stata comunque bella.

martedì 28 dicembre 2010

Femminilità negata

"Come tutti gli uomini che si trovavano di fronte una donna che rifiutava di sottostare alle convenzioni sociali e alle formalità, probabilmente il cameriere doveva giudicarla una stronza".*


Questa frase mi è capitata sotto gli occhi ieri sera, e mi ha riportato ad accese discussioni intavolate con due dotti esponenti del mondo maschile, tenutesi qualche giorno fa...

Discussioni sul tenore "l'uomo viene da marte e le donne da venere", e sulla arcaica convinzione maschile, che una donna per essere tale -e quindi da intrigarli in una storia seria-, deve essere quanto meno angelicata, tipo Laura e Beatrice...


Sono passati cinquantanni dal femminismo, possiamo vestirci come vogliamo -possibilmente nei limiti del decoro e del buon senso-, possiamo avere la vita sessuale che vogliamo... però, ciò nonostante ancora devi sentire discorsi del tipo: "con la mia compagna questo non lo faccio, perchè sono cose che si fanno con una di passaggio, a cui non vuoi bene", oppure -con mio orrore crescente-, "se lei ha avuto più di 5 o 6 relazioni, non riesco a considerarla per una storia seria".


Così donne che rifiutano convenzioni sociali e formalità, sono veramente ancora mal considerate. Probabilmente io in queste discussioni ho fatto la scoperta dell'acqua calda, però comunque sono arrivata alla conclusione che quando hai a che fare con gli uomini, devi ancora negare una parte del tuo essere donna e femmina, pena l'impossibilità di costruire una relazione durevole.


Allora, mi chiedo anche provocatoriamente, che differenza passa tra le donne musulmane sotto il niqab e noi occidentalmente svestite: non è sempre femminilità negata?



* "Lipstick Juungle", Candace Bushnell, autrice di "Sex and the city"
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giovedì 16 dicembre 2010

Lamu e l'incomprensione occidentale

"Se non dimentichi mai le tue radici Rispetti anche quelle dei paesi lontani Se non scordi mai da dove vieni Dai più valore alla tua cultura Siamo salentini, cittadini del mondo Radicati ai Messapi, con Greci e Bizantini Uniti in questo stile con i jamaicani Dimmelo da dov’è che vieni"*


Questo ho sempre pensato, cercando di comportarmi di conseguenza. Sempre cercando di non giudicare lo straniero in Italia, nè le culture che andavo a incontrare nei viaggi. E di cose strane ne ho viste, soprattutto in Egitto. Ma mai, mai ero stranita. E siccome mai dire mai, è arrivata anche l'eccezione che conferma la regola.

Gli ultimi due giorni del viaggio in Kenya, prevedevano due giorni all'isola di Lamu, in cui si professa l'Islam. Se vedi le foto pensi che sia un posto incredibilmente bello. E lo è. A modo suo lo è. Ma anche qui ho pagato pegno per la mia ignoranza sulla destinazione, rimanendo inorridita dai pipistrelli con cui dividevo la capanna di lusso in cui dormivo, perennemente in tensione per le potenziali zanzare malariche.
L'escursione alla cittadina, che dal mare sembrava deliziosa, con la commistione tra architettura mediorentale ed africana, è stata un incubo, una visita in un girone dantesco dei dannati. Neanche la visita al villaggio Masai, le cui capanne son tirate su con sterco e fango, mi hanno stranita così tanto.

Già dal molo l'insopportabile puzzo d'escrementi umani ti assaliva alla gola, stringendoti in un cappio soffocante. La città s è mostrata con strade sporche all'inverosimile, disseminata di sterco d'asino, unico mezzo di trasporto locale. Fogne a cielo aperto scorrevano in stretti canali ai lati delle strette strade. Uomini cenciosi nulla facenti seduti sui muretti. Incredibilmente l'unico segno di dignità erano le donne velate.
Ho cercato di resistere il più possibile, concentrandomi sulle architetture ed i preziosi portali in legno elegantemente cesellati, con decorazioni degne del più bel fregio greco... ma vedere un bimba di neanche due anni, ciondolante sulle sue gambette valghe fino all'impossibile... ecco, quello no, non l' ho potuto sopportare. L'unico pensiero era scappare da quel posto incomprensibile per il mio occidentale senso igienico. Al ritorno nel resort anche i pipistrelli mi sembravano meglio.

Ma sotto il cielo notturno più bello che abbia mai visto, dove la via lattea attraversa tutta la volta celeste e le stelle cadono come se piovesse, tutte le prospettive si sono stravolte, ricomponendosi in una nuovo paesaggio, una nuova direzione, in cui la voglia di scappare dall'isola si tramutava nell'impossibile desiderio di rimanere lì, di tornare alla cittadina -magari con scarpe chiuse e non con gli infradito, questo sì-, di vivere quello che per preconcetto non avevo vissuto.

Non capirò mai come uomini dotati di testa pensante possano preferire rimanere a non far nulla, piuttosto che pulire la loro città, che se avesse le vie pulite, le fogne coperte, i muri tinteggiati anche a calce, sarebbe qualcosa di eccezionalmente bello. Però... ho ricordato che nel museo c'era una foto di un uomo di fronte ad una struttura circolare, con tetto a cono tondeggiante, sullo sfondo un edificio basso e rettangolare, e subito ad una cosa pensai chiamando Anna Lisa l'osservatrice silenziosa, amante della mia Puglia, che ha commentato: "Oddio, un pagghiaro!", "Sì e dietro sembra una masseria".

Peccato non averlo realmente compreso prima.

"Se non dimentichi mai le tue radici Rispetti anche quelle dei paesi lontani Se non scordi mai da dove nieni Dai più valore alla tua cultura Siamo Salentini, cittadini del mondo Radicadi con i Messapi i Greci e i Bizzantini Uniti in questo stile con i Jamaicani Dimmelo da dov'è che vieni".

*Se nu te scierri mai delle radici ca tieni
rispetti puru quiddre delli paisi lontani!
Se nu te scierri mai de du ede ca ieni
dai chiu valore alla cultura ca tieni!
Simu salentini dellu munnu cittadini,
radicati alli messapi cu li greci e bizantini,
uniti intra stu stile osce cu li giammaicani,
dimme mo de du ede ca sta bieni!

Le radici ca tieni, Sud Saund Sistem

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mercoledì 15 dicembre 2010

Mal d'Africa

Ogni volta che parto non mi documento sulla destinazione: amo lasciarmi stupire da ciò che vedrò. Ma se vai in in Africa, quella profonda, non puoi farlo, ed io ho pagato pegno con notti insonni. Poi però tutto diventa normale, nell'ordine naturale della Terra Madre.

L'uomo del kenya, Ferruccio, mi aveva avvertito che mi sarei stranita, cercando di spiegarmi a cosa andavo incontro. Ma non è bastato: la prima notte nella tenda di lusso nel cuore del Masai Mara l'ho passata a sentire i leoni che ruggivano, i primati che urlavano ed altri animali zompettarmi sul tetto, oltre al timore che qualcuno potesse tirare la lampo della tenda ed entrare. In pratica ho avuto paura. Quella paura totalizzante, per cui hai l'assurda convinzione che muovi un muscolo si scatena il finimondo... Ma le notti successive il timore si è trasformato in fascino, svegliandomi nel buio pesto della notte proprio per ascoltare la vita notturna della savana: la tenda era diventata un luogo privilegiato. Il mio, luogo privilegiato.

Le mattine, ubriaca di sonno, cominciavano con il safari delle 6.30. La savana lentamente si svegliava: gazzelle, gnu e zebre in ogni angolo a brucare, mentre da dietro un cespuglio sbucavano le giraffe, splendite, eleganti e leggere. Poi la guida prendeva il binocolo, guardava e ti portava a vedere le leonesse. Ma anche a loro non ero preparata, nè ad osservarle da vicino. Immagina dunque il mio stranimento quando l'autista ha portato la jeep dentro un branco di leonesse. Ora, questa land rover era aperta, con solo dei roll bar a protezione, sicchè le belve potevano saltare dentro. E poco m'importava il don't worry dell'autista, e le spiegazioni di Marta viaggiante che i leoni ci percepiscono come un grosso animale, a patto e condizione che stai tranquillo, seduto e soprattutto non scendi: io vedevo sempre la leonessa saltare dentro la jeep, e continuavo a chiedere di non stare così vicino, ma l'autista proseguiva ad avanzare, fermandosi poi sulla riva del fiume, indicandolo giulivo come il Mara River: credo stia ancora chiedendosi che significa il mio "e sti cazzi". La tranquillità dell'autista e di Marta viaggiante, oltre che di Simona la mia salvatrice, era dovuta non solo all'esperienza, ma anche al fatto che i leoni avevano mangiato: una di loro ancora bancettava di uno gnu. Inutile descrivere la perplessità mia, di Elisa l'organizzatrice e di Annalisa l'osservatrice silenziosa....
Ad un tratto silenziosamente osserviamo che sulla sponda opposta incauto si avvicinava uno gnu. Muscoli felini a tendersi, ruggiti sommessi, scatto pronto: il povero gnu dopo un tentennamento attraversa il fiume, e finisce in bocca alla leonessa. Un attimo, un momento, e l'animale è assaltato dal branco che lo stendono spezzandogli il collo, senza fretta, però. Brutale, feroce ed implacabile, questo è stato, ma inevitabile e nell'ordine naturale delle cose. Non mi sono scomposta, nè dispiaciuta per il povero animale: neutrale spettatrice capivo che così è, semplicemente. Inoltre mi sosteneva la consapevolezza che in savana nulla va perduto, ed una vita stroncata non è persa mai, perchè di sotegno ad altre vite.

Sì, i felini sono la cosa più spettacolare della savana. Come i ghepardi, splendidi miciotti che osservavamo mentre marcavano il territorio, si facevano le unghie sugli alberi e coprivano i loro bisogni. Poi uno di loro si avvicina alla jeep, l'annusa, l'aggira e poi scambia un lungo ed intenso sguardo con me, che ora invece sto lì serena, tranquilla, senza paura... ma solo quando si è allontanato ho capito di aver guardato negli occhi una belva, e che quello sguardo rimarrà inciso nell'anima dei miei ricordi.

Terra di contrasti il Kenya, con i Masai che vivono in capanne di sterco e fango, ma vanno in giro con fuori strada da oltre 50 mila euro e cellulare. Terra dove ti perdi ed i tuoi punti di riferimento si dissolvono con il primo sole che esce dopo cinque giorni di pioggia...
La pioggia è stata la nostra vera dannazione: fuori stagione ci faceva compagnia la notte e nelle prime ore della mattina, ma un pomeriggio si è abbattuta su di noi senza pietà, con la copertura stesa grossolamente da cui filtrava l'acqua: pomeriggio trascorso a spiegare le ricette tradizionali della mia Puglia, ai terroni del nord compagni di viaggio, mentre tornavamo alla casa tendata.

Terroni del nord: i miei compagni di viaggio venivano tutti da lì, e sono stata fortunata: sono stata bene con tutti, anche con Alessandro il reazionario, a cui più di una volta avrei spaccato la sedia in testa. A Simona la mia salvatrice, devo la maglia a maniche corte, mentre rischiavo l'evaporazione nell'unico giorno in cui ero rassegnata alle nuvole e invece è uscito un fortissimo sole, e la crema che ha stroncato l'insorgere di un inconsueto herpes sul labbro. Indimeticabile la chiaccherata con Annalisa l'osservatrice silenziosa, in veranda a fumare, mentre sotto scorreva il fiume. Dolcissima Elisa l'organizzatrice, che ha dato il massimo per darci il meglio. Divertentissima Marta viaggiante, con i suoi racconti dei mille viaggi fatti. E Ferruccio l'uomo del Kenya, che paziente mi spiegava il Masai Mara e cosa avrei visto, perplesso da come una giornalista partisse per un viaggio ignara di tutto... insieme abbiamo trascorso dieci giorni, condividendo emozioni ed esperienze comunque forti.

Il mal d'Africa è arrivato, e la nostalgia è anche per loro.






martedì 14 dicembre 2010

Un giorno a Sana'a


"Nessuno di noi salirebbe mai su un taxi che va di retro marcia in una rotatoria del centro di Milano, guidato da un drogato e con lo sportello laterale aperto, a mezzanotte. Soprattutto senza avere con sé i propri documenti. Eppure lo stiamo facendo a Sana'a. In Yemen".

La situazione assurda e paradossale, nonchè assolutamente ilare, così fu sintetizzata da Ferruccio, l'uomo del Kenya, rendendosi conto che con altri sei incoscienti italici viaggiatori stava vivendo la vera Sana'a.

Tutto cominciò da un invito di Yemenia Airways per andare in Kenya, con relativo ed interessante stop over in questa incredibile città... ma...

Arrivati gli italici viaggiatori si aggiravano sconsolati ed ignoranti -nonchè ignorati- su cosa e come fare, stupiti e divertiti di trovare un cinese che pure girava sconsolato ed ignorante, ma solo e reietto, cercando di capire come uscire da quell'improbabile scalo. Ad un certo punto agli italici furono trattenuti i passaporti come prassi comune per chi entra senza visto, senza però rilasciare un qualsivoglia foglietto che legittimava la loro presenza lì, e soprattutto senza attestare che i preziosissimi documenti sarebbero stati resi... ma tant'è, quando si è in ballo si balla la musica che suona, così ecco gli italici viaggiatori alla mercè di un tizio sconosciuto che li prende in consegna. Al seguito avevano il povero cinese a cui la porta del nostro pulmino fu allegramente sbattuta in faccia, perchè il suo hotel non era quello degli italici viaggiatori. Si narra che stia ancora aggirandosi per l'aeroporto.

Vagamente rasserenati, i nostri furono ben presto abbandonati dall'accompagnatore, che scense lungo la via, lasciandoli soli con l'autista. Soli, in terra yemenita, senza sapere il nome dell'hotel, e senza -ovviamente- i documenti. Ma i timori furono presto fugati: il pulmino imboccò uno splendido vialetto buio e sporco, in piena periferia, per lasciarli nello splendido resort dello Sky Home, dove approdarono ben oltre l'ora di cena. Tant'è che evidentemente, chi aveva organizzato, aveva pensato di tenerli a salutare digiuno: a letto senza cena, colpevoli di chissà quale marachella.... ma agli italici viaggiatori togli tutto tranne da mangiare, così decisero di andare a procurarsi cibo nelle vie attigue. Ma prima bisogna appropriarsi delle suite a loro riservate. Splendide camere, con vista su simil discarica, sporche come mai s'era visto in anni di viaggi. Molti di loro si lavarono solo in terra kenyota. Sempre più sconsolati gli italici viaggiatori scortati da una guardia di servizio assaltarono un piccolo negozietto di merendine, da cui uscirono sicuramente coglionati sul costo complessivo, ma carichi succhi di frutta, acqua, merendine, tuc, cornetti e utide udite, la mitica ed inimitabile Nutella. La lauta cena fu così consumata nel ricco ristorante dello splendido resort dello Sky Home. A pancia relativamente piena andarono a dormire, mettendosi a letto vestiti, non solo per le lenzuola già usate, ma per il freddo pungente. Il giorno propose una delle colazioni più squallide mai servite, con il the in bicchieri di plastica.

Questo è stato l'impatto avuto con Sana'a, città che mai avrei creduto di visitare -ma molto sognata-, che in quel momento mi sembrava un piccolo imcubo. Il programma prevedeva la visita della città, partendo dai dintorni. Così, colui che la notte aveva lavorato alla concierge, ci ha accompagnato nel giro. A Wadi Dhar, nei pressi del Palazzo sulla Roccia, abbiamo scoperto l'esistenza del qat, droga nazionale in forma di erba, i cui abitanti ruminano in continuazione. Ma abbiamo anche cominciato a scoprire il fascino dell'architettura yemenita. Dopo finalmente, la città di Sana'a ci ha spalancato le sue braccia. I disagi della notte, scordati o quanto meno accettati: lo spettacolo incredibilmente affascinante ed unico. Quasi dieci anni di studi d'arte e non ho parole per descrivere questa città di mattoni a vista, con finestre vagamente gotiche, ognuna diversa dall'altra, sormontate tutte da vetrate diverse e colorate. Una festa disarmonica che restituisce un unicum assolutamente omogeneo ed emozionante. Tra le vie bancarelle con uomini tutti, con il loro coltello sciabolato tra la cintura, a simboleggiare la loro virilità. Le donne in niqab da cui si vedono gli occhi, in giro per le consuete faccende femminili, ma in un angolo della piazza tre donne vendevano i loro prodotti, coperte, certo, ma integralmente da un velo nero, leggero e per loro evidenteente trasparente, sormontato da un mantello colorato da varie fantasie: mai visto nulla di simile: sembravano fantasmi, nonostanti i colori del mantello. Caos e suoni, quelli tipici di una città mediorentale, ma tutto nuovo e diverso. Noi italici viaggiatori comminavamo per strada, non sentendoci per nulla minacciati, dimentichi di non essere riconoscibili con documenti certi, fino ad arrivare all'hotel Burj al Salam, gestito dall'italo yemenita Soraya. Posto incantevole che sfoggia la terrazza più alta della città, anche perchè gli ultimi quattro piani son stati tirati su ex novo, con l'avvallo dell'Unesco..... ma era un posto pulito, civile, bello e molto yemenita, dove abbiamo pranzato.

In tutto ciò i nostri referenti in Italia smuovevano il mondo per farci avere un'accomodazione più decente: noi si sperava l'hotel in centro, ma ci toccò un altro, sicuramente molto europeo per lo standard, ma senza anima. E proprio cercando quell'anima yemenita la sera ci ha visto di nuovo da Soraya per cena. Ma dopo bisognava tornare in hotel: con un'inutile cartina cercavamo di capire come uscire dal dedalo di vie e vicoletti, forse non troppo sicuri, per tornare nella piazza centrale dove prendere un taxi.

In sette, ci siamo decisi per uno di quelli grandi, a furgoncino modello. Subito ne abbiamo visto uno, ma l'uno non ha visto noi, imboccando così la rotatoria, ma i vocii e i segni di un bimbo lì vicino furono notati dall'autista, che fermandosi ingranò la retro marcia, per venire da noi, masticando il qat e non capendo neanche bene dove volevamo andare. Solo a percorso avviato abbiamo scoperto che lo sportellone laterale era fissato in modalità d'apertura.....

"Nessuno di noi salirebbe mai su un taxi che va di retromarcia su una rotatoria di Milano, guidato da un drogato e con lo sportellone laterale aperto, a mezzanotte. soprattutto senza avere con sè i propri documenti. Eppure lo stiamo facendo a Sana'a. In Yemen".

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lunedì 29 novembre 2010

Bomba di Profondità

E così i files di WikiLeaks sono stati pubblicati...
Sono un po perplessa: sull'Italia non hanno detto nulla di nuovo. "Incapace, vanitoso ed inefficace come leader di europeo moderno": così Elizabhet Dibble parla del nostro premier Berlusconi, definendolo anche "portavoce di Putin in Europa". Amicizia, quella tra Berlusconi e Putin tenuta tra l'altro sotto osservazione da Hilary Clynton. Insomma niente di nuovo, nessuna bomba per il Paese, ad eccezion fatta, si intende, per l'ego del premier... che oggi definisce la Dibble come "funzionaria di terzo grado". Come se un funzionario di terzo grado non potesse essere intelligente e ragionare autonomamente... Ma sullo stesso articolo di Repubblica leggo un'interessante citazione di Guzzanti padre, in cui "parla di una zona grigia di scambi, di regali ed i affari, non soltanto tra Berlusconi e Putin, ma in un gruppo di persone che comprende anche l'ex presidente tedesco Schroeder (oggi presidente di Gazprom Germania), il primo ministro turco Erdogan, Gheddafi e di striscio anche il venezuelano Chavez".*

Insomma in Italia niente di nuovo sul fronte interno. Più seria, invece è la rivelazione che i paesi arabi avrebbero chiesto agli Usa un intervento armato contro l'Iran e la sua politica nucleare... ecco questo magari sì che è più potente come scossa, tant'è che Israele s'è affrettata a dire una cosa del tipo: "ecco, hai visto, non siamo noi la minaccia nel medio oriente!"

Probabilmente ha ragione il "maestro" Mentana quando parla di bombe di profondità: solo col tempo si scoprirà la reale portata di questa esplosione di notizie.

*www.repubblica.it/esteri/2010/11/29/news/reazioni_italiane-9636993/?ref=HRER3-1
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domenica 28 novembre 2010

Bomba o non bomba

Scoppierà la bomba WikiLeaks?
Per orari strani di lavoro al mio allegro call center, erano giorni che non vedevo nessun Tg, neanche quello del "maestro" Mentana. Sicchè poco fa mi collego a Republica.it* e leggo il titolo di apertura: "WikiLeaks attesa di tutto il mondo. Pdl: una nuova forma di terrorismo". E penso: questo è Cicchitto che parla. Entro nel link e scopro che ho ragione: Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera, ritiene che alcuni media facciano attività terroristica "che per certi aspetti può essere molto più efficace di quello tradizionale". Sicchè, mi dico, siamo a questo: la verità è terrorismo.

Poi, però, leggo un commento che arriva da Londra: si temono ripercussioni islamiche. E questo potrebbe essere più sensato come ragionamento, soprattutto se certe informative sono state scritte non in 'burocratese', ma in 'confidenzialese'... in quel caso un risentimento del mondo islamico moderato sarebbe anche lecito...

Insomma eccoci al Grande Dubbio Etico: i media hanno il diritto di pubblicare tutto-tutto? L'opinione pubblica deve essere informata e formata sui fatti, ma... Se esiste, come in questo caso, il pericolo di crisi diplomatiche, con esiti difficilmente prevedibili, il giornalista non dovrebbe gestire le notizie in modo tale da trovare un compromesso?

La verità è che ora come ora non riesco a trovare una risposta: ignoro i contenuti degli oltre 4 mila files che scottano...
Vediamo stasera che succede, se sarà bomba o non bomba...

*http://www.repubblica.it/index.html?refresh_ce
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martedì 23 novembre 2010

Disneyland

Dimentica di essere adulto, e ricomincia a giocare. Questo dovrebbe essere scritto all'ingresso di Disneyland Paris.

Entrare in questo parco è come entrare in un film di Disney, e poco importa che sei grande e grosso e sai benissimo che è tutto finto, perchè lì, lo dimentichi.
Notoria è la mia passione per i draghi: immagina dunque la povera Valentina -che già a Notre Dame ha sopportato le mie risate insensate-, a Disneyland ha temuto che mi mettessi a fare le coccole all'eccezionale drago nella grotta vicino al castello della Bella Addormentata nel Bosco...
Il clima natalizio, il cielo coperto, la neve finta che cadeva, hanno poi finito di uccidere la razionalità: ho scritto la letterina a Babbo Natale, mi sono fatta una foto con Topolino, facendo quasi i capricci perchè volevo Paperino, che chissà dov'era in quel momento... e con Valentina ci siamo perse nel labirinto di Alice...

Poi ti fermi un momento e guardi gli altri ospiti del parco, e ti accorgi di come i bimbi, che dovrebbero essere i più estasiati e meravigliati, si muovano con tanta allegria, sì, ma come se fosse tutto normale. Il vero spettacolo siamo noi adulti, con il naso per aria, increduli che la fantasia possa diventare realtà.
Mi sono convinta che portare i bambini a Disneyland sia solo un alibi: quelli che si divertono di più sono gli adulti.
Provare per credere ;-)
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sabato 20 novembre 2010

Due ore a Parigi

Due ore, solo due ore per capire che sono irrimediabilmente innamorata di Parigi.

La storia è questa: sempre (e solo) per un viaggio stampa, dovevo andare a Disneyland Paris, che già di suo è un viaggio carino. Ma io non ero mai stata a Parigi. Anzi a dirla tutta, io della Francia conosco solo Cannes. Sicchè non potevo non tentare di andare: proprio mi era insostenibile il pensiero di essere a 30 minuti da Parigi e non andare a vederla...

Così l'anarchica che è in me ha contattato Valentina (che doveva venire a Disneyland, ma era già a Parigi), ed ha avvertito chi di dovere; poi arrivata ad Orly, ho mollato il gruppo e con il mio analfabestismo internazionale, sono scappata in città.

Prima di partire avevo studiato il tragitto da fare, ma di fatto sapevo solo che in aeroporto dovevo prendere un trenino chiamato RER, e che dovevo arrivare a Chatelet. In realtà è stato facile trovare il trenino e capire che dovevo scendere ad Antony; un po meno semplice accertarmi che il minuscolo biglietto per il treno fosse valido anche per il metrò, e sopratutto, se il binario su cui ero finita era quello giusto per me... sicchè mi avvicino ad una francesina, che più francesina non poteva essere, e le sfodero le venti parole d'inglese che conosco: "Sorry, a information, please. I have this tiket: is good for metrò? And this train is good for Chatelet?" La tipa mi guarda un pò perplessa e mi risponde un oui molto poco convito... decido di salire dietro a lei sul metrò, intanto arrrivato. Era la giusta direzione, ma il mio timore rimaneva, perchè a Parigi per uscire dal metrò devi timbrare nuovamente il biglietto, altrimenti rimani lì... ma anche l'uscita è andata liscia.

Nonostante avessi trolley al seguito e lo zaino in spalla, ero felice come una bimba: già dal trenino avevo capito di essere irrimediabilmente innamorata di Parigi: tutte quelle casette col tetto a spiovente e i lucernai, gli abbaini, i comignoli dei camini... un incanto.

Ritrovarmi nel cuore di Parigi è stato un sogno: la prima cosa che mi ha colpito è stata la luce. Tutto era inondato di una luce dorata, calda, nonostante facesse molto freddo per il mio italico clima. Le nuvole grige avevano lasciato uno spiraglio al sole che tramontava. Notre Dame sembrava essere stata scolpita nell'oro, con le torri incomplete di guglie che si stagliavano contro il cielo grigo-blu... Valentina che mi aspettava all'uscita del metrò ha potuto solo rimanere stupita dalla mia sindrome di Stendhal manifestatasi con risate insensate... Ma dentro Notre Dame è forse ancora più emozionante, con le sue navate altissime, che sembrano sfidare la gravità...

Il tempo era poco, così ci siamo accontentate di una passeggiata sul lungo Senna, sino al museo d'Orsey, dove abbiamo attraversato il ponte, fotograto la Torre Eiffel da lontano, e passeggiato tra i giardini delle Tuileries e il Louvre. Per la cronaca la piramide di vetro è proprio un pugno nell'occhio. Da lì siamo scese in metrò, per risalire sugli Champ d'Elisee, andando a prendere i suoi bagagli.

Due ore, solo due ore per capire che sono irrimediabilmente innamorata di Parigi. Sarà stata la luce magica, sarà stata la gran voglia che avevo di vederla, ma l'atmosfera parigina mi ha stregato. In metrò guardavo i tetti della case, e immaginavo Modigliani, Monet e gli altri, a dipingere nei sottotetti... li ho invidiati, capendo come Parigi inevitabilmente abbia attirato tanti pittori, e come essi vivendoci, si siano spesso persi in quell'atmosfera.

A me son bastate solo due ore.

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martedì 9 novembre 2010

RaiTre e il coraggio della cultura

Bello.
Veramente bello lo spettacolo di Fazio e Saviano, Vieni Via con Me, ieri su RaiTre. Sobrio, oserei dire anche elegante, senza donnine succinte, ma neanche vallette rassicuranti. Della serie: una televisione diversa, nuova. Oppure vecchia, di quando il servizio pubblico era solo servizio pubblico, non asservito alle logiche di mercato e di share?
Ad ogni modo è stato un successo, RaiTre ha dimostrato di avere il coraggio della cultura, agli italiani è garbato, e questo è l'importante.

Eccezionale Benigni, importante Saviano, sebbene l'originalità che io ho maggiormente apprezzato, sia stata negli elenchi sulle cose che non vanno. Penso sopratutto a quello sui motivi per andar via dall'Italia, controcantato dai motivi per rimanere...
Quello che mi ha più ferito è stato l'elenco sui ministri europei della cultura, di Spagna, Francia, Germania e Italia: riferite le dichiarazioni di come la cultura sia importante, anche per l'economia (in Spagna è il 4% del Pil), con investimenti importanti; unica voce fuori dal coro il nostro Bondi -così cita Saviano-, che dice di non voler chiedere l'elemosina a Tremonti, il quale -cita Fazio-, si farebbe panini con la Divina Commedia.
Tant'è che Pompei sta crollando per la seconda volta nella sua storia unica e millenaria. Ed infatti foto del crollo della casa dei gladiatori hanno fatto spesso da sfondo allo spettacolo.

In chiusura Claudio Abbado ha spiegato come la cultura possa salvare dalla povertà e dal disagio sociale; di come come sia lo strumento per giudicare chi ci governa. Lo so, sembra retorica, ma è vero, la cultura rende liberi.
E il bello è che neanche bisogna crederci per cominciare l'avventura della-nella cultura, basta provare, cominciare anche per noia, o per staccare la spina da altri pensieri... insomma anche per puro egoismo.

E scoprirai come la cultura sia la più bella delle droghe.
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giovedì 4 novembre 2010

Tu sei italiana... ?

"Ah, tu sei italiana?! Bello il tuo Paese, ma non capisco come avete potuto votare Berlusconi".

Ecco, questo è quanto mi ha detto l'americano Josè, quando ero in Guatemala. E' stato difficile da spiegare, soprattutto cercando di essere obiettiva. Fortuna che l'interlucutore parla molto bene l'italico idioma e per una storica simpatia per l'Italia, segue le nostre vicende interne. Però, più spiegavo, più le sue espressioni erano incredule: come fai a spiegare che Berlusconi incarna tutti i desideri repressi di una fetta della nostra società furbetta e arrivista? Non lo spieghi, ci provi, ma non riesci, perchè son cose che puoi trasmettere solo a chi conosce intimamente - oserei dire - la società, ma anche e soprattutto, la storia italiana.

Morale: mi sono sentita un'italiana piccola piccola, schiacciata dall'ingombrate ombra del nostro Primo Ministro, all'estero molto discusso, e non in termini adulatori... La verità è che se da una parte ero felice di poter parlare della mia Italia, orgogliosa della mia nativa nazionalità, d'altro canto, e proprio per quell'orgoglio, me ne son vergognata.

Credimi: non è un bel sentire vergognarsi del proprio Paese, mentre oltre oceano cerchi di parlarne comunque bene.

L'unica cosa che ho potuto fare è stato prendere atto che in quel preciso momento, agli occhi dell'interlocutore, io ero l'Italia, e quindi agire e parlare di conseguenza. Così che almeno l'americano, o canadese, o ... potesse pensare che non siamo tutti uguali noi italiani.

domenica 24 ottobre 2010

Destino Guatemala

La voce del comandante d’aereo diceva che era prossimo il nostro destino Guatemala.

Potere dei viaggi stampa che realizzano l’inaspettato, così ho scoperto come la lingua spagnola sia molto più evocatrice della nostra: destino, come final destination, che però coincide con il nostro concetto di evento fatale ed ineluttabile, quello che se non ti cambia la vita, quanto meno la segna. Anche riunendo in un pulmino l’impossibile: il nostro gruppo stampa rappresentava un po tutto il mondo: dagli Appennini alle Ande, passando per l’Asia ed il Nord America.

Destino Guatemala: tre giorni in giro all’ombra dei vulcani del Lago di Atitlan, Chichicastenango e Tecpàn, alla scoperta della cultura Maya viva, e tre giorni ad Antigua Guatemala, tra foto e cortili. Colori, sorrisi ed incenso sui sagrati delle chiese, a ravvivare giornate troppo spesso fredde e piovose, ma che sapevano rivelare un sole ed un calore quasi cocente. Non chiedermi di Tikal, perchè il mio giro non lo prevedeva: ho visto altri siti, meno imponenti, meno emozionanti, forse, ma resi comunque vivi dall’intenso piacere di essere lì: Mixco Vejo, più simile ad un sito azteco, con i suoi edifici in cima una collina, o Iximchè, dolce giardino con ruderi coperti di vegetazione... Ma soprattutto non chiedermi in che lingua ho parlato, perchè allora Roberto –unico italiano del gruppo insieme me-, riderà di gusto. Utilissimo il suo aiuto e sostegno linguistico, sebbene ad un certo punto mi sia lanciata in un’improbabile filologia, che dell’italico idioma aveva solo i riflessi. Soprattutto grazie a Marc, dal Quebec, innamorato dell’Italia: “Che bello, posso parlare un poco d’italiano!”, così lui ha accolto la notizia della mia nazionalità; il suo spagnolo ed inglese hanno fatto il resto, aiutandomi nella comprensione degli altri; tutti comunque molto carini nell’accettare –e sopportare- i miei limiti linguistici (a cui –prometto- porrò presto rimedio). Indimenticabile la dolce pazienza di Catty, la nostra guida guatemalteca, che capivo come fosse italiana, mentre lei sempre riusciva a dare un senso al mio italo-anglo-iberico pasticcio verbale... che con la sua piastra per capelli mi ha permesso di asciugarli (sì, perchè io furba, pur sapendo che andavo in circuiti non turistici, non ho portato l’ “asciugatora”), mentre il grande Nacho brontolava “Me soy periodista, tengo que contar historias, no vender hotel”, e lei in una notte a confezionare per noi un nuovo itinerario...

Destino Guatemala, a spasso per mercati di paesi che forse non sono neanche sulla cartina... Visto un mercato si son visto tutti... ma i colori, i sorrisi, il chiacchericcio musicale di fondo... no, son diversi da paese a paese, anche perchè lì, in Guatemala, ogni etnia ha una sua lingua, un suo abbigliamento tipico. Diversi ed uguali, come le persone, di cui incarnano bisogni e desideri, i mercati sono regno delle donne, che serene stanno dietro i loro banchi di frutta e stoffe a guardarti, alcune perplesse, altre curiose ed allegre, che si offrono all’obiettivo con universale civetteria. Poi girandoti ti accorgi di come i bambini siano bambini in tutte le parti del mondo: a giocare nell’acqua delle pozzanghere, finché una mamma arrabbiata non accorra ad un tardivo riparo. Bambini con il musetto sporco della frutta più deliziosa che abbia mai assaggiato, che non sanno se venire a giocare con te, o scappare via.


Destino Guatemala, con l’ordine coloniale di Antigua, disturbato dalle chiese barocche diroccate, memori di un immemore terremoto, lì quasi a ricordarti che l’ordine perfetto non esiste, che dietro ogni angolo c’è qualcosa che può stupirti, emozionarti, anche se con quell'insieme non c’entra nulla. Ad osservare i sorrisi di un’italiana che trova un caffé Illy, grazie ad un canadese del Quebec.

La voce del comandante d'aereo l’aveva detto: destino Guatemala.

lunedì 11 ottobre 2010

Per Forza Per Pace

Altri morti italiani in Afghanistan, e invece di ragionare sul senso reale del nostro intervento di pace, si ragiona se mettere o no delle bombe sui nostri aerei. La Nato dice che non è un contro senso*. La pace la si fa per forza, con la forza. Forse. Ma quel Paese ha bisogno di aiuto per stabilire la democrazia e la giustizia, sicchè tutto è lecito, pure le bombe. Se lo dice la Nato...

Intanto accade che la moglie del premio Nobel 2010 per la pace, il cinese Liu Xiaobo -già in carcere come dissidente- è di fatto agli arresti dmiciliari dopo l'onorificenza assegnata al marito.** Mentre in Iran pare siano scomparsi l'avvocato ed il figlio di Sakineh (il figlio aveva chiesto asilo politico nel nostro paese).***

A questo punto mi chiedo: la Nato legittimerà anche bombardamenti in Cina ed Iran??


*
http://www.repubblica.it/esteri/2010/10/11/dirette/afghanistan_rientrano_le_salme_degli_alpini-7934840/?ref=HREA-1
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http://www.italia-news.it/esteri-c4/cina--nobel-pace--moglie-di-liu-xiaobo-agli-arresti-domiciliari-48030.html
***
http://notizie.virgilio.it/notizie/esteri/2010/10_ottobre/11/scomparsi_in_iran_il_figlio_e_l_avvocato_di_sakineh,26469148.html

martedì 5 ottobre 2010

Nobel e buon senso

Robert Edwards, il dottore che ha "inventato" la fecondazione in vitro, ieri ha avuto assegnato il premio Nobel per la medicina. Ed oggi tutti i giornali riportano i commenti contrari e contriti della Santa Sede.

Questa volta non mi sento di schierarmi completamente contro il Vaticano: in effetti la fecondazione assistita ha dato il via libera ad una serie di "pasticci" etici e morali. Ma... -e qui divergo dalla Chiesa Cattolica, sicchè ben venga il Nobel a Edwars -... ma non è la tecnica all'avanguardia ad essere scandalosa, peccaminosa o pasticciata, ma piuttosto il suo utilizzo -ovvero l'applicazione che ne fanno gli uomini, con le leggi che ne regolamentano l'uso-, che spesso permettono maternità discutibili.

Vero è che il mio personalissimo pensiero ritiene che sottoporsi alla fecondazione assistita sia eticamente superfluo: quanti bambini negli istituti aspettano una famiglia? Probabilmente mi obietterai fortemente che l'adozione è un percorso lungo, costoso ed emotivamente impegnativo, che spesso va praticato all'estero (almeno per le restrizioni della legge italiana). Ma anche la fecondazione assistita è un percorso lungo, costoso ed emotivamente impegnativo, che spesso va praticato all'estero (almeno per le restrizioni della legge italiana).

Con questo non voglio dire che bisogna abolire questa pratica, no: dico solo che ci vorrebbe un pizzico di buon senso quando si mette mano in pratiche che hanno a che fare con la generazione di un essere umano. E che lo stesso buon senso andrebbe applicato alle adozioni. Infondo avere nella propria vita un bambino - in termini ultimissimi di quotidianità-, è identico, che sia adottato, generato dalla propria carne, o in vitro.

sabato 25 settembre 2010

Taranto e il benzoapirene

Forse ricorderai che l'anno scorso scrissi una recensione sul libro "Quindici Passi", in cui Foschini denunciava la disastrosa situazione in cui vivono i tarantini per colpa dei fumi dell'Ilva*. Salutai con gioia quel libro denuncia.
A poco più di un anno scopro che non è servito a nulla.

Su Repubblica.it del 23 agosto c'è un articolo realmente sconvolgente: il 13 agosto scorso il governo ha approvato un decreto legge, pubblicato il 15 settembre, in cui si stabilisce che nelle città oltre i 150 mila abitanti, non c'è più alcun limite di benzoapirene, che prima era fissato ad un nanogrammo al metrocubo.**

Ma esattamente cos'è il benzoapirene? Lo cerco sulla banca dati tossicologica della Regione Puglia:
"Il benzoapirene è un probabile agente cancerogeno per l'uomo. Vi sono alcune prove che dimostrano che esso possa causare tumori alla pelle, ai polmoni e alla vescica di uomini e animali" ***

Già nel 2008 la Gazzetta del Mezzogiorno riportava dei dati del Registro Tumori Jonico Salentino, in cui chiaramente si dice che l'incidenza tumorale a Taranto è superiore che nelle altre città pugliesi: " Il rapporto tra il numero di decessi osservabili localmente e quelli attesi su base regionale per questo tumore [al seno, nds] presenta valori in crescita, e negli anni recenti raggiunge un +20%". ****

Insomma, che Taranto stia soffocando sotto l'Ilva non è una chiacchera.

Quello che invece continua ad essere incomprensibile è perchè il nostro tempo di cittadini continui a perdersi in chiacchere.



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http://mariannadepadova.blogspot.com/2009/09/quindici-passi.html
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http://bari.repubblica.it/cronaca/2010/09/23/news/la_nebbia_dei_veleni_sopra_taranto_e_il_governo_vara_decreto_salva_ilva-7347169/index.html?ref=research
***
http://bdt.regione.puglia.it/pqueryview.php?nome=Benzo%5Ba%5D_pirene
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http://www.tarantosociale.org/tarantosociale/a/27651.html
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lunedì 13 settembre 2010

Sorpresa e Stupore

Mi si è sempre detto che la prostituzione è reato... e non sto a riassumere tutti gli insegnamenti etici e morali che farebbe di ciò una pratica sconsigliabile, a prescindere dalla Legge Merlin, che seppur vecchiotta -del 1958-, pur sempre Legge della Repubblica Italiana è.

Ma forse è veramente troppo vecchia, se a prescindere degli insegnamenti etici e morali, tale Straquadanio, deputato per il Pdl, sorprende e stupisce, sostenendo che se pur si provasse che parlamentari hanno ottenuto il seggio prostituendosi, non dovrebbero dimettersi perchè ognuno usa i mezzi che ha per far carriera...* singolare, molto singolare, perchè lo stesso principio non è applicato alle donne che stazionano suoi nostri marciapiedi...

Altrettanto singolare è l'incidente capitato al peschereccio Ariete in acque internazionali, ovvero nel Golfo della Sirte...

Sono certa che ricorderai tutto il teatrino fatto a Roma dal colonnello Gheddafi, le dichiarazioni di amicizia e cooperazione tra le sponde del Mediterraneo... tanto che abbiamo regalato almeno una motovedetta ai libici, mettendogli a disposizione anche personale della Guardia di Finanza per aiutarli nella lotta all'immigrazione clandestina. L'altra sera questo peschereccio è stato oggetto di fuoco amico: infatti il ministro dell'Interno Maroni sostiene che gli hanno sparato addosso per errore. Oggi sulla home page di Repubblica.it si legge che il capitano della nave italiana assicura che errori non potevano essercene stati, avendo chiaramente detto chi erano e che facevano. Sorprende e stupisce che a bordo con i libici ci fossero degli agenti della Guardia di Finanza; sorprende e stupisce che il ministro degli Esteri Frattini dichiari come ciò non cambi nulla nei rapporti di amicizia...

Dovrei essere non solo sorpresa e stupita, dovrei essere anche ferocemente arrabbiata per questa sequenza di fatti... ma onestamente mi sono resa conto che è inutile... assolutamente inutile...


http://www.repubblica.it/politica/2010/09/13/news/straquadanio_leggitimo_prostituirsi_se_si_vuole_fare_carriera-7033057/index.html?ref=search
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domenica 12 settembre 2010

Un Fiocco Rosa di Nome Alice

Alice. Piccolina, e tutta stropicciata, con un colorito molto più che roseo ed un bel po di capelli, ha fatto il suo ingresso nel mondo il 10 settembre alle 14.45.
E' la figlia della mia amica Erika: da quando avevamo circa tre anni abbiamo condiviso tutto -uomini a parte-.
Oggi sono riuscita a vedere Alice da vicino, mentre la mamma tentava d'allattarla: minuscola e confusa, ancora non ha ben capito come funziona questo mondo... figuriamoci capire come fare per avere un po di latte...
Indescrivibile l'emozione, quando ho visto questa natività privata ed universale... non ti nascondo che mi sono commossa sino alle lacrime...
Se Alice impara a prendere il latte, domani potrà finalmente entrare in casa sua, e cominciare sul serio questa splendida avventura che è vivere.
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venerdì 10 settembre 2010

Vergogna

Vergogna.
Non mi viene in mente altra parola nei confronti della nuova legge sulla vivisezione, approvata nei giorni scorsi dal Parlamento europeo.

Come ben sai, ho una micetta, Costanza. Siamo molto legate, se le succedesse qualcosa... del resto questo sentimento è condiviso da tutti quelli che hanno animali in casa. Ed è un sentimento che non si può capire, se non vivendolo, che ti spinge a proteggere sempre e comunque la tua bestiola. Che si smarrisca, poi è un vero incubo...

Ecco, ora, nei paesi che recipiranno questo nuovo regolamento, i cani e i gatti randagi potranno essere utilizzati per gli esperimenti, insieme a criceti, macachi, ed altre specie, anche se in via d'estinsione. Ovviamente il discorso dell'anestesia è fuori discuissione. Unica cosa buona è che se un Paese menbro ha regole più severe, può mantenerle...
La relatrice di questa legge sostiene che è giusta, perchè fissa controlli certi, stabilendo anche la soglia del dolore...
Come se un animale può dirti quanto sta soffrendo... Come se i suoi occhi disperati non fossero sufficienti a farli smettere...

Tempo fa il fratellino di Costanza si fece male alla zampa: due, tre volte al giorno bisognava pulirgli a fondo la ferita: credimi, più di una volta gli ho visto gli occhi lucidi.

Non ci credo che la vivisezione sia l'unico modo per la sperimentazione, ma se anche fosse vero, perchè non anestetizzarli?

Vergogna.

lunedì 6 settembre 2010

Fini su Marte

"Sembra che Fini per 15 anni sia stato su Marte", così il presidente Berlusconi pare abbia commentato il discorso del presidente della Camera a Mirabello.*

In effetti sta volta non gli si può dar torto: possibile mai che Fini non sapesse a cosa andava incontro? Oppure lo sapeva così bene, che ne ha approfittato per fare il suo gioco, con la pazienza del ragno... Ma tant'è... Tuoni fulmini e saette si stanno abbattendo sul Governo, che pare proprio non durerà. Si continua a parlare di elezioni anticipate, magari anche a dicembre... tutto pur di scongiurare un governo tecnico: hai visto mai che faccia bene Paese?

Io, però, continuo a dire che le elezioni creerebbero solo ulteriore confusione: Casini e Rutelli sono lì che si sfregano le mani pronti al terzo Polo, molto probabile, il Pd sempre più fuori fuoco sociale con le sue affermazioni (la Bindi che propone di allearsi con Fini per mandare a casa Berlusconi) e il Pdl sbriciolato; il tutto condito da una pietosa legge elettorale... in tutto ciò, come può uscirne qualcosa di buono ?

Il problema è che mentre a Roma si bisticcia per il potere, nel Paese reale, quello in cui gli italiani vivono, si consumano tragedie proprio per l'assenza dello Stato.

In provincia di Salerno la scorsa notte è stato assassinato un sindaco, Angelo Vassallo, che il pm Alfredo Greco ricorda come simbolo di legalità. Sembra ci sia l'ombra della camorra. In realtà Vassallo era stato denunciato per estorsione e concussione... ma come la giri questa frittata, rimane bruciata su tutti i fronti, denunciando comunque l'assenza di uno Stato sequestrato da meschini impicci di potere campanilistico.

Sì, forse Gianfranco Fini negli ultimi 15 anni è stato davvero sul pianeta rosso: Guzzanti figlio ci ha fatto pure un film: "Fascisti su Marte".

* Tutti le notizie da Republica.it

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venerdì 3 settembre 2010

Rientro nella capitale

Settembre. Dopo una pausa ristoratrice, come tutti sono pronta a rientrare nella capitale, ma soprattutto a guadagnarmi la pagnotta in allegria.
Ma...
Rientrata nel mio simpatico call center, dopo soli due giorni le ambiguità che credevo evaporate insieme al caldo estivo, si son ripresentate intatte ed integre; poco aiuta la contentezza di ritrovare Nadia e le altre ragazze: l'elica gira a manetta, quando si lavora male...

Per fortuna ho il giornale, così questa mattina felice e contenta mi sono avviata verso la redazione, ma alla metro... "Informiamo i gentili passeggeri che il servizio è momentaneamente sospeso su tutta la linea, causa calo di tensione". Fine della consolazione: Roma, con le sue braccia millenarie, mi riavvolge definitivamente in un vortice di disagi e sconcerto.

C'è una canzone dei Radici nel Cemento, che dice:
"Me ne vojo annà
me ne vojo annà
ma ne vojo annà
nun ce la faccio più...
... ma poi ce penso
che io nun c'ho 'n sordo...
se parto arivo sì e nno all'aeroporto..."

Stranamente, nonostante il rientro non proprio agevole, questo brano 'sta mattina non mi è venuto in mente... nè mi è venuto in mente di ritornarmene al mio paesello nel profondo sud...
E' che in questa pausa estiva ho capito che il mio posto è a Roma, non (solo) perchè "nun c'ho 'n sordo", ma perchè l'ipotesi di un trasferimento in Puglia non mi ha suscitato la gioia profonda che avrebbe dovuto. Spiegare perchè non solo è troppo lungo, ma anche relativamente inutile: la notizia è che ho preso coscienza che il mio vero posto è qui, almeno per altri 30 anni.

Settembre. Dopo una pausa ristoratrice sono pronta a riguadagnarmi la pagnotta in allegria. Nonostante l'elica giri a menetta per la metro senza tensione e non solo.

lunedì 30 agosto 2010

Gruppo Vacanze D'ayala 2010

Mentre a Roma la drammaturgia politica si dilettava in esercizi di stile, io me ne son tornata nella mia Puglia. In ritardo rispetto alle mie calate meridionali, ma sempre in tempo per godermi gli ultimi giorni d'agosto, e per scoprire che l'Italia s'è desta unita sulle spiagge di Campomarino: rappresentanze di Taranto, Bari, Roma, Bologna, Milano, S.Giminiano e province varie, a cazzeggio in spiaggia.

Cazzeggio nel senso letterale del termine, grazie al nuovo Gruppo Vacanze D'Ayala 2010- dal nome della spiaggia che più o meno tutti frequentiamo da una vita.


Ma tutti chi? ti chiederai... oh... poca roba, giusto un gruppetto di 40 persone... capeggiato da Simona, mamma gattona, e da Margherita l'agguerrita, mentre Willy dal dito fasciato sfamava tutti con un'eccezionale pasta al forno.


Cazzeggi, paste al forno, gatti sfuggiti,-ma chi fù? non il sedicesimo gatto fù- , sì, ma rigorosamente con stile.


Perché noi non si beveva semplicemente in spiaggia, no! noi in acqua si sorseggiava vino rosè, scelto da Rada -nostra sommelier di fiducia, e lo si gustava non in semplici bicchieri di plastica, ma in eleganti coppe messe a disposizione dal Mimmo delle meraviglie. Il tutto mentre i teneri pesciolini, sicuramente cugini dei pirana, ci mordevano le caviglie, facendoci zompare... ma rigorosamente con stile... proprio come gli zompi nelle feste in casa dell'aristocratico Paolo, che dal suo attico sul Mar Piccolo, ogni estate stordisce i vicini, non tanto con la musica alta, ma con i nostri schiamazzi: sempre le solite 40 persone, più ausiliari... vicini che non si sono potuti dilettare con lo spettacolo di Giorgia, diventata Barbie Z, dopo il suo ballo con l'ulivo... o che non hanno potuto deliziarsi con il caffè shakerato di Umberto eta beta... ma certo sentono le partite di calcio del Napoli, fede e diletto di Chicco, che è un gigante, ma buono...


In ritardo nelle mie calate meriodionali, ma fortunata nell'esser riuscita a far parte del Gruppo Vacanze D'Ayala 2010.

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martedì 3 agosto 2010

Quer pasticcaccio brutto de Montecitorio

Tre giorni distratta dalle colline toscane, e al ritorno scopro che ho perso la cronaca di un divorzio annunciato: Fini se n'è andato per la sua pubblica via.

Ora i giochi politici si fanno interessanti: ho la netta impressione che alle prossime elezioni (che paiono molto vicine, ma che, in questo contesto economico, sarebbe follia concretizzae), ci troveremo di fronte un nuovo grande centro. Casini e Rutelli, che sin ora hanno navigato in rada, potrebbero tornare utili al Fini dissidente. Un dissidente che ha chiaramente detto come "milioni di elettori del Pdl onesti non capiscono perché in questo partito il garantismo, valore sacrosanto, significhi troppo spesso impunità"*. Si rallegri Fini: anche milioni di elettori non del Pdl non lo capiscono. E su questo, evidentemente, punta.

Di oggi è la notizia che Fabio Granata, vicepresidente commissione parlamentare Antimafia, nonchè finiano convinto, ha dichiarato che a settembre riferirà alle Camere di come nelle Regioni ci siano infiltrazioni mafiose: "alcuni partiti e alcuni candidati alla Presidenza delle Regioni non hanno vigilato come era richiesto e doveroso". **

E' dei giorni scorsi invece, l'annuncio -anche questo aspettato-, di Grillo che ufficializza la candidatura politica del suo Movimento 5 Stelle: i candidati verranno scelti direttamente on line ***. Un comico capo del governo non sarebbe neanche più una novità: Jon Gnarr il 30 maggio scorso ha vinto le elezioni in Islanda. ****

Nel frattempo la drammaturgia politica domani manda in scena un voto di fiducia: il Presidente Berlusconi dice che se manca la fiducia si va a votare... cosa non consigliabile, e lo sa. Come sa anche che un bel governo tecnico sarebbe auspicabile in quer pasticciaccio brutto de Montecitorio... probabile quindi che andremo alla pausa estiva in stato di calma apparente.

Ho però una domanda: dov'è la sinistra?

* http://www.direttanews.it/2010/07/30/conferenza-stampa-fini-replica-alla-scomunica-di-berlusconi-con-due-cartelle-dattiloscritte-il-cavaliere-ha-una-concezione-non-propriamente-liberale-della-democrazia/
**http://www.repubblica.it/politica/2010/08/03/news/granata_infiltrazioni_mafiose_nelle_regioni-6031619/?ref=HRER1-1
*** http://www.beppegrillo.it/2010/08/comunicato_politico_numero_trentaquattro/index.html
**** http://www.ilpost.it/2010/05/31/sindaco-reykjavik-jon-gnarr-best-party/

lunedì 2 agosto 2010

A spasso per la Toscana - anticipo di vacanze

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File di cipressi, filari di vitigni che già ubriacano l'aria di mosto, lungo dolcissime colline... io e Nadia compagna di postazione al call center, abbiamo rubato due giorni alla città e abbiamo piantato le tende alle pendici del Chianti.

Piantato le tende in senso letterale, infatti ce ne siamo andate in un simpaticissimo campaggio (http://www.campingchianti.it/default.html) , in cui eravamo le uniche italiane, per il resto solo olandesi, tedeschi e francesi.

L'avventura è cominciata venerdì a pranzo: montate sulla Magnifica New Twingo, siamo partite alla volta della Val d'Elsa, senza ovviamente sapere la strada, munite delle scarse indicazioni ricevute on line e dallo stradario nazionale prestatomi dal mio preferito ex Fabrizio. Stradario che s'è subito rivelato quasi inutile, non essendoci riportati i piccoli paesi, e non essendoci fuori dall'autostrada indicazioni utili alla nostra meta. Comunque ci siamo avventurate tra curve e colline, ma quando il dubbio s'è fatto bivio ed ho telefonato in campeggio, m'ha risposto un tizio in inglese che m'ha confuso ancora di più... così ho tirato dritto, e perplessità su perplessità, alla fine siamo arrivate. E credimi, ne valeva la pena.

La tenda è stata montata con facilità in brevissimo tempo, solo alla fine, per fissare la mini-verandina del mio ingloo, ho scoperto che mancava un'asta per tenerla... il pensiero laterale di Nadia ha fatto sì che la fissassimo con dei tiranti al vicino albero: poco garbato esteticamente, ma molto utile allo scopo. Un aperitivo al bar ha sancito il nostro aver piantato le tende: ovviamente in tenda ci siamo tornate allegramente brille.

Il giorno dopo c'ha visto mollemente in piscina, che si affaccia sulla valle: Roma, il call center, le varie situazioni strane... tutto lontano, scomparso dietro gli ulivi. Poco importava ever dormito scomode perchè il tappetino poco ha attutito la dura terra, poco importava la relativa scomodità della tenda: eravamo comunque ben organizzate con torce e quant'altro. Inoltre l'essere in un campeggio di stranieri ha significato la civiltà: i bagni erano sempre puliti a qualsiasi ora e abbiamo ritrovato il phon dove lo avevamo dimenticato 15 ore prima.... !

Ristorate dalla piscina, nel pomeriggio via, a spasso per la Toscana, alla volta di S. Giminiano e Volterra. Entrambe facili da trovare, mi son concentrata meno sulla strada e di più sul panorama.

Ora, notorio è il timore che mi mette governare un'automibile in strade che non conosco: tant'è che m'impensieriva non poco l'idea di fare tutti quei chilometri tra curve e colline, considerando anche la stanchezza... ma era tutto così bello, che la dolce morbidezza del paesaggio ad entrambe ha dato tanta allegria.

La Toscana ed il Medioevo sono un binomio inscindibile, ed io che adoro quel periodo storico, ho avuto pane per i miei denti: S. Giminiano, che vedevo per la prima volta, m'ha quasi commosso con le sue torri e la corte del Palazzo. Sedute sugli scalini del Duomo, mentre Nadia chiaccherava con casa al telefono, io disegnavo la Loggia. Deliziosa anche Volterra che c'ha ospitato a cena; cena che però mi son gustata poco, nonostante l'ottimo ristorante. Infatti con orrore mi ero accorta di aver sbagliato logica d'itinerario, così chè Volterra risultava essere lontana una cinquantina di chilometri tra curve e colline dal nostro campeggio e, ricordialmolo sempre, un conto è cercare le indicazioni per Volterra, ben altro per Certaldo-Marcialla...

Sulla via del ritorno, sotto un cielo trapuntato di stelle come non se ne vedono più... ogni bivio era dubbio, e lo stradario non aiutava. Immagina la scena: noi dentro la Magnifica New Twingo, con il quasi inutile stradario aperto sotto la luce di cortesia, ferme con le quattro frecce ad un bivio dai nomi improbabili... poco c'è mancato che decidessimo la direzione con la monetina... Scenetta che si ripeteva ad ogni bivio...

Spesso in questi giorni toscani abbiamo incontrato cartelli stradali con su scritto Tutte le Direzioni: magnifica dichiarazione d'intenti, nonchè ben augurante, ma quella notte il rassicurante cartello mai comparve...

Al buio pesto spezzato dagli abbaglianti, salivo e scendevo su e giù per colline, in mezzo al nulla della campagna toscana... Nadia non lo sa, ma più volte ho temuto di finire in un fossato per una curva troppo stretta, o magari di fare l'alba a cercare il campeggio... mi rassicuravo pensando che la benzina l'avevamo... Insomma... alla fine, non so come, dopo due ore e passa di curve e colline al buio pesto della campagna, siamo arrivate! Il sollievo è stato tale che non ti racconto come e dove ho concluso la serata... ma posso dirti che avevo taaanto mal di pancia... ;-)

Troppo breve un solo weekend in Toscana, dopo un anno di lavoro e stress: il giorno dopo già bisognava levar le tende... ma per rimandare il più possibile il rientro in città e godere ancora del posto, abbiamo deciso di scendere nel cuore del Chianti e paesini paesini, per arrivare a Siena. Tanto, se ero riuscita a guidare su quelle strade di notte, di giorno sarebbe stata una passeggiata... E lo è stata, mentre facevo sorbire a Nadia un cd di musica medievale siamo approdate nel minuscolo paese di S. Donato: il borgo è perfettamente intatto e l'unico suono che si sentiva era lo sbatter d'ali dei piccioni.

Il Chianti ci ha poi guidato fino a Siena, in una Piazza del Campo gremita, dove ci siamo accomade sul pendio, ed io ho disegnato ancora, mentre alcuni bimbi stranieri s'avvicinavano incuriositi... La voglia di andar via era zero, ma bisognava pur farlo... ma prima dovevamo farci una foto insieme: dopo tre giorni e dio solo sa quanti scatti, ancora non ne avevamo una insieme... sicchè Nadia blocca un passante straniero, in occhiali da sole, chiedengli uno scatto; lui gentilmente prende la macchina fotografica, ma levandosi gli occhiali abbaglia Nadia, la quale colta dall'emozione ormonale, fa un gesto strano e la bottiglia di Chianti che aveva appena acquistato finisce in frantumi nella busta, che comincia a scolare per tutta Piazza del Campo...

Ridi? sì sì, pure io... lei, un po meno e lo straniero per educazione ha taciuto mentre fotografa l'ilare scenetta...

Tornare a Roma è stato semplice ed agevole, ma oggi pomeriggio, sedute sulle scale esterne del call center, eravamo ancora con il cuore in Toscana.

lunedì 26 luglio 2010

"Bello, sì, ma dov'è la macchina?"

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Stradine strette ed alberate, casette e villette tinteggiate a bianco... una luna piena splendita stagliata contro il cielo non ancora notturno...

Così io e il Cristian vicino di casa, chiaccherando e fotografando la luna, tornando verso le macchine, continuavamo a seguire un gruppo di ragazzi, che però, neanche troppo presto, s'è rivelato non essere il nostro gruppo...

"Bello, sì, ma dov'è la macchina?"

Così io e il Cristian vicino di casa ci siamo scoperti persi.


Persi, sì, ma in qualche isoletta del Mediterraneo, o forse in qualche altra località più o meno esotica?
Chi mi conosce, infatti, sa che una mia particolarità di viaggio è il perdermi: insofferente ai percorsi stabiliti, e curiosa dei dettagli sconosciuti, ho la (pessima) abitudine di sganciarmi e girovagare da sola... Famoso è il mio smarrimento ad Istanbul...


A questo punto vorrai sapere dove io e il mio vicino di casa ci siamo persi...

Ebbene, l'imbarazzante episodio è avvenuto nella lazialissima Fregene.

Tutto è cominciato in spiaggia, dove un dispettoso vento non ha rovinato uno splendido tramonto ed un allegro aperitivo, innaffiato da un notevole Sauvignon bianco, scelto dal mio preferito ex Fabrizio. Sauvignon bianco che ovviamente mi ha regalato un delizioso stato di allegria ridanciana. Che non si era ancora manifestata nel suo apice, se non quando io e il Cristian vicino di casa non ci siamo ritrovati a fare avanti ed indietro per Fregene, alla ricerca degli altri ragazzi e delle macchine.

Immagina la scena: io appoggiata ad una ignota automobile a ridere con le lacrime agli occhi, senza riuscire a smettere, e quindi di zero utilità. Ridevo pensando al fatto che ho girato da sola al Cairo, a Merida, a Barcellona ad Istanbul, sempre senza cartina e senza perdermi, ma in quel momento ero senza riferimenti, mezza ubriaca, mentre Cristian parlava al telefono con un Fabrizio neanche troppo incredulo, che tentava di spiegargli dove dovevamo andare.

Alla fine via Marina di Pisa ci ha svelato i suoi segreti, portandoci alle auto e dagli altri, rassegnati ad aspettare...

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lunedì 12 luglio 2010

Free Sakineh

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Caldo. Un caldo insopportabile. Ma casa bisogna pulirla... Tra una spolverata e uno straccio bagnato, mentre Britti canta "Solo una volta (o tutta la vita)", decido di lasciarmi sciogliere sotto il ventilatore, mentre mi leggo (al solito) La Repubblica on line.

Gelo. Un gelo insopportabile nell'anima, mentre Silvestri canta Cohiba e leggo di Sakineh.

Ora in un carcere dell' Iran c'è una madre vedova di 42 anni, che nel 2006 è stata condannata alla lapidazione per aver avuto due amanti. Rea confessa di adulterio dopo 99 frustate, questa donna aspetta di essere uccisa per aver amato, dopo esser rimasta sola. Amato. Sì, ma forse: ci si può fidare di una confessione dopo 99 frustate? Ma poi, se anche fosse: adulterio di cosa, se è vedova?

Questo è il link dell'articolo in cui Vincenzo Nigro racconta la storia di Sakineh, con i dettagli di cosa le aspetta:
http://www.repubblica.it/esteri/2010/07/12/news/iran-5526527/?ref=HREC1-9

Questo, invece, è il link al sito dove si può firmare la petizione per liberarla, o quanto meno salvarla dalla lapidazione:
http://freesakineh.org/

Firmate.
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mercoledì 30 giugno 2010

Il Riposo del Guerriero

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La notizia mi ha raggiunto in spiaggia. E ha dato un'inclinazione storta al bel sole di fine giugno.
Pietro Taricone s'è schiantato al suolo dopo un lancio sbagliato col paracadute.
Pur non essendo mai stata una fan de Il Grande Fratello, Taricone mi piaceva. Mi divertiva anche il suo definirsi guerrriero: in effetti sembrava proprio esserlo. Ironico, irruento ed anticonvenzionale, aveva il coraggio di dire quello che pensava, di sè stesso e del mondo, non solo quello patinato della tv. Per questo ieri sera non ho visto le trasmissioni a lui dedicate: probabile che le avrebbe considerate ipocrite. Ho preferito spegnere tutto, augurandogli buon riposo.

Però sono rimasta un pò stranita. Come quando ti trovi con un certo mal di stomaco, da stigestione fallita, ed anche se provi a non pensarci, senti quel fastidioso peso addosso.

E' che questo tragico incidente mi sottolinea la fragilità delle cose umane. Poco importa il coraggio, poco determina la prestanza fisica, poco incide avere le idee chiare su ciò che vuoi dalla vita... poco senso sembra avere la programmazione o il temporeggiamento.

La vita - cantava Baglioni - è adesso. Il resto è sogno.
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giovedì 3 giugno 2010

Talebani moderati?

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Era il marzo del 2001, quando per la prima volta sentii parlare dei talebani: stavano demolendo le statue millenarie del budda scavate nelle montagne afgane. Poi ci fù l'11 settembre e dà allora il termine talebano è entrato nel nostro dizionario definendo così il peggior integralismo bigotto, retrogrado ed umiliante che si possa immaginare. Da combattere ed eliminare. Anche perchè protegge Bin Laden.

Sicchè comprenderai benissimo il mio smarrimento sgomento quando ieri nel Tg1 delle 20, in un servizio che illustra la perenne incertezza politica che vive l'Afghanistan, il cronista in chiusura ha detto: "Si stanno cercando aperture con i talebani moderati".

Talebani moderati???

Ma come talebani moderati? L'ho detto prima, per definizione i talebani non sono moderati: se lo fossero sarebbero semplici e rispettabili musulmani le cui mogli hanno il viso scoperto...

Quasi nove anni di guerra, di civili morti ammazzati, di soldati saltati in aria, e ora ci dicono che c'è bisogno di mettersi a tavolino con i talebani. Ma! tranquillo mondo, questi con cui parleranno sono moderati. E magari se siamo bravi ci dicono anche dov'è Bin Laden...
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venerdì 21 maggio 2010

Uccelli vs Gatta

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Becchi affilati, occhi cattivi, piume e penne che sbattono l'aria... Hitchcock in "Uccelli" aveva ben rappresentato la potenziale pericolosità, se non mortalità, dei pennuti volatili; io però ho sempre considerato la cosa molto cinematrografica, e basta. Sino a questa mattina.

A metà mattina, infatti, io ed il mio genitore abbiamo sentito un gracchiare di cornacchie un pò troppo forte. Lì per lì non straniti abbiamo pensato ad un nido vicino. Ma poi ho ricordato che la scorsa estate la mia gatta Costanza aveva allegramente acchiappato un merlo, che incauto, svolazzando era andato sul "suo" balcone cittadino. "Vuoi vedere - mi son detta- che anche sta volta Costanza ha fatto danni?". Subito son corsa in balcone, dove lo scenario è stato molto diverso.

Tre pennuti volavano fermi a mezz'aria proprio in balcone, gracchiando minacciosamente contro la mia povera gattina, che s'era fatta piccola piccola dietro un vaso, mentre guardava gli uccelli, più incredula, forse, che spaventata.

Dopo un paio di miei d'urlacci, i pennuti son volati via, ed ho recuperato la micetta, portandola al sicuro in casa.
Ho riconsiderato notevolmente la storia di Hitchcock.

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domenica 25 aprile 2010

Fini contro

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Mai dire mai nella vita. Sempre più vero come concetto non solo astratto. Tant'è che mai mi sarei aspettata nella vita di solidalizzare con Fini. Eppure... Vero è che da mesi sostenevo che l'unico a poter "arginare" il primo ministro Berlusconi potesse essere proprio il Presidente della Camera... ma da qui ad essere solidale con lui... Eppure...
Molti giornali nella scorsa settimana hanno scritto di come Fini si sia politicamente suicidato: io penso che lo abbiano fatto più per paura della forza acquisita, che per reali dati politici. E la faccia veramente radiosa che aveva oggi il Presidente della Camera, nel corso dell'intervista dell'Annuziata su Rai Tre, pare confermare la mia idea.
Una domanda mi sorge spontanea ora, in attesa di ulteriori sviluppi che certo non mancheranno: come mai il Presidente Berlusconi non ha dato del comunista a Fini?
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giovedì 22 aprile 2010

Domenica in famiglia - ovvero pennuti a passeggio

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E' notorio e tradizionale: la domenica è dedicata alle passeggiate in famiglia, allo stare insieme, riappropriandosi del proprio territorio. Regole valide anche per una bella famigliola di anatroccoli.

Domenica scorsa, mamma anatra ha deciso di potare i suoi pargoli in giro per un quartiere romano già scelto dal regista Ozpetek per il film "Le fate Ignoranti": l'Ostiense.
Imperturbabile nella sua incoscienza la mamma e i suoi 14 anatroccoli hanno serenamente attraversato la strada in fila per uno, ed hanno continuato la passeggiata sul marciapiede del versante opposto.

Il fatto l'ho appreso sulla pagina dei trasporti di Metro, dello scorso lunedì, in cui un trafiletto raccontava dell'inchiodata data dall'autista del bus della mitica linea 23, da un taxista e di altri automobilisti. Tutti increduli di essere riusciti ad evitare la strage, ancor prima di capire cosa ci facessero tanti pennuti a passeggio su via Ostiense...

Per chi non conoscone Roma: in quel tratto l'Ostiense è formata da due corsie a doppio scorrimento, più una corsia preferenziale a doppio senso di marcia. Di fatto parliamo di sei corsie di marcia, più quattro lati parcheggio. Una bella "fetta", per qualsiasi animale in attraversamento, anche bipede non pennuto...

Sicchè, mentre terremoti a macchia di leopardo nel mondo, non hanno niente a che fare l'eruzione in Islanda, mentre l'Europa è paralizzata, mentre a Malta il Papa piange con gli abusati oggi maggiorenni, e in Italia si consuma l'ennesima tragedia politica... gli anatroccoli imperturbabili fanno la loro passeggiata della domenica.

Dove siano andati poi, mi è ignoto.
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mercoledì 14 aprile 2010

Bertone vs omosessualità

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Da secoli ormai è notorio che il mondo cattolico consideri il sesso come un male necessario per procreare. L'amore angelicato di Dante è ciò a cui l'uomo deve ambire e tendere: amare senza carnalità. Meglio se l'amore è universale modello Madre Teresa di Calcutta.
Insomma: sesso, questo schifo. O meglio: sesso, questo demonio. Un demonio che fa fare cose turpi, indicibili, persino se vissute nell'ambito del sacramento matrimoniale. Se poi si parla di omosessualità...

Il cardinal Bertone pochi giorni fa ha dato prova di essere un fine uomo polico all'italiana, ovvero specializzato dell'ardua arte del rovescio della frittata...

Questi omosessuali, che avanzano nella presa dei diritti civili, sono una spina nel cattolico fianco asessuato della Chiesa, che però annaspa nell'ignominia pedofila. Colpo di genio cardinalizio è stato additare l'omosessualità in sè come focolaio primordiale della pedofilia.* Della serie: se secoli fa avete creduto alle streghe bruciandole, c'è buona speranza che oggi bruciate gli omosessuali.

Prima dello scandalo ogni tanto si parlava sui media di come la Chiesa di Roma era (è?) in crisi di consensi -fosse anche solo per il calo di entrate in seminario-; prego il loro stesso Dio che sia vero.

*http://www.repubblica.it/esteri/2010/04/13/news/bertone_pedofili-3317578/
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martedì 6 aprile 2010

Sui media

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Nel 1997 Ryszard Kapuscinski diceva in un'intervista:
"Ormai è impossibile immaginare la vita della società moderna senza i media. C'è stato un tempo in cui l'uomo non poteva sopravvivere senza l'uso delle armi; poi senza quello delle macchine e dell'elettricità; oggi non può sopravvivere senza i media. Il periocolo sta nel fatto che i media, divenuti una potenza, hanno smesso di occuparsi esclusivamente di informazione. Si sono prefissi una meta più ambiziosa, quella di creare la realtà. Sempre più spesso accettiamo l'immagine del mondo trasmessaci dalla televisione, senza vedere come esso sia veramente. La televisione ci porta a vivere in un mondo di favola".
A Stoccolma, nel 1988 lima il concetto in una lezione, il cui testo è stato poi pubblicato nel 2000:
"Capita spesso di constatare sino a che punto la gente confonda il concetto di "vedere" con quello di "capire". Prendiamo due persone che discutono. Una dice: "No, cara, ti sbagli. Quello che dici non è vero!" E l'altra risponde: "Ma come? Se l'ho visto in televisione!"

Ryszard Kapuscinski è stato il primo reporter polacco, cominciò a viaggiare nel 1956, in oriente prima, per un quotidiano, in Africa poi, come corrispondente di una agenzia di stampa. Ammetto che non sapevo nulla di lui sino a poco fa... poi un regalo ben pensato mi ha folgorato. Dalla Feltrinelli si trovano diversi sui scritti. Soprattutto consiglio "Autoritratto di un Repoter", da cui ho riportato i brani sui media: in questo libro, tra le altre riflessioni riportate, il reporter tratteggia chiaramente la forma del giornalismo, come non deve essere, e come invece è.

Non so se in vita l'intrepido reporter polacco abbia avuto contatti con Grillo, Benigni o Travaglio, ma ho la ragionevole convinzione che non sia stato un comunista... sicchè, penso che la sua lettura possa far diventare più concreto -e non di parte- il ragionevole dubbio che (forse) l'informazione -soprattutto- italiana, sia davvero cariata.
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giovedì 25 marzo 2010

Mea culpa vaticana. Forse.

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Brutta storia. Veramente brutta. La Chiesa Cattolica di Roma impicciata con affari torbidi ed infamanti di pedofilia.
Eppure, quando il focolaio d'incendio è diventato un rogo ingestibile, nessuno s'è stupito più di tanto: come a dire: era ora che il fuoco purificante colpisse anche voi preti. E poco importa che il card. Bertone abbia -giustamente- ricordato che l'infamia della pedofilia non è un male che attanaglia solo i preti cattolici. Poco importa d'avvero.
Perchè quando eravamo bambini i nostri cari ci dicevano di fare attenzione all'Uomo Nero, ma anche di fidardarci, affidarci, ai preti.
E' questo dettaglio che pare sfuggire al card. Bertone e a tutta la gerarchia cattolica. E' per questo che la lettera di Benedetto XVI ai fedeli d'Irlanda in qualche modo delude: si scrive di una presa di posizione e di una promessa di punizione. Promessa di punizione. Perchè non una sana scomunica per direttissima, con immediata carcerazione secolare? Perchè no? Perchè i divorziati sono scomunicati, e i pedofili no?

... Ma considerando i tempi del Vaticano, nell'allinearsi ai tempi moderni, forse è già una mezza vittoria questa lettera.

Poi oggi apri Repubblica.it e leggi "I vertici del Vaticano, tra cui il futuro Papa Benedetto XVI, occultarono gli abusi di un prete americano, sospettato di aver violentato circa 200 bambini sordi di una scuola del Wisconsin. Lo scrive il New York Times, sulla base di alcuni documenti ecclesiastici di cui è venuto in possesso. La corrispondenza interna tra vescovi del Wisconsin e l'allora cardinale Joseph Ratzinger, scrive il New York Times, mostra che la priorità era, a quel tempo, quella di proteggere la Chiesa dallo scandalo".*
Poi un'altra notizia: "Il cadavere di Elisa Claps fu scoperto nel sottotetto della chiesa della Santissima Trinità di Potenza alcuni mesi prima del ritrovamento ufficiale avvenuto il 17 marzo. La notizia, anticipata dall'Agenzia dei giornali locali del Gruppo Espresso, ha trovato conferme in ambienti giudiziari. La scoperta fu fatta da alcune donne delle pulizie, che comunicarono la notizia ai sacerdoti della chiesa. "**

... Ammetto che Repubblica potrebbe essere stata un po troppo faziosa nel mettere on line queste notizie una sotto l'altra, e magari c'è un pizzico di accanimento mediatico...

Però
Erodoto dice che la colpa è di chi ha cominciato e che, essendo colpevole, verrà punito sia pure a grande distanza di tempo.

Infatti
Agli albori del Cristianesimo come chiesa di Stato, il clero si rafforzò, "punendo" chi per prima aveva cominciato con le persecuzioni.

Sicchè
Libri di storia alla mano, io personalmente ritengo che la Chiesa Cattolica abbia ampiamente superato la logica del riequilibrio, imponendo secoli di terrore inquisitorio, con manipolazione di menti e Guerre Sante, con la scusa di proteggere il popolo ignorante ed ingenuo. Il problema, però, è che ha continuato a fare ciò anche quando il popolo non aveva più bisogno di essere protetto.

Ora è il momento, per il card. Bertone e la gerarchia vaticana, di firmare dichiarazioni di colpevolezza, ma di essere purificati ugualmente dal fuoco "divino" della gogna mediatica.

*http://www.repubblica.it/esteri/2010/03/25/news/pedofilia_vaticano_nyt-2883760/
**http://www.repubblica.it/cronaca/2010/03/25/news/corpo_claps_scoperto_da_sacerdoti-2891347/
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domenica 28 febbraio 2010

Bizzarrie statunitensi

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Il dotto giornale "La settimana enigmistica", nella rubrica Leggendo qua e là, dello scorso numero, riportava testuale:

"Rientrato in patria al termine del primo viaggio umano sulla Luna, l'equipaggio dell'Apollo 11 fu sottoposto ai controlli dei severi funzionari statunitensi, i quali pretesero che gli astronauti compilassero i moduli per l'immigrazione e la dogana: Armstrong e compagni vennero invitati a specificare che la meta del viaggio era il nostro satellite e che il bagaglio comprendeva campioni di rocce e polveri non terrestri. Inoltre, dovettero dichiarare che nessun passeggero si era unito a loro durante il tragitto. Tale documento, assolutamente autentico, è conservato dagli storici della NASA".

.... E io che credevo fosse solo una bizzarria dettata dal trauma terroristico, quello di chiedere agli stranieri in entrata negli USA se siano dei terroristi...
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mercoledì 17 febbraio 2010

Roma meglio di Londra. Così dicono...

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Ieri mattina, sotto il consueto cielo piovoso, mi sono diretta verso gli antipodi geografici romani, dove mi attendeva un convegno. Abitualmente varco i tornelli del metrò, salgo sul vagone... Ma poi aspetto. Cinque, dieci, 15, 20 minuti in attesa che la metropolitana B di Roma partisse. "Ci scusiamo con la gentile clientela: un guasto tecnico rallenta il servizio su tutta la linea". Tutti a telefonare del ritardo, me compresa. Il metrò è poi ripartito, impiengando 30 minuti per fare un tragitto che di norma percorre nella metà del tempo. Arrivo agli antipodi con 45 minuti di ritardo, dopo due ore sui pubblici servizi.
Il rientro sembra più agile, ma a metà strada del percorso... "treno fuori servizio". M'invento percorso alternativo e proseguo il viaggio, censurando le imprecazioni.

Sempre di ieri è la diffusione dell'annuale studio dell 'Economist Intelligent Unit, sulla vivibilità delle metropoli. Lo studio pone Roma al 51° posto, Londra al 54°; Milano è al 49°. *
Ne prendo atto.

Esattamente come quando, nelle interminabili soste del metrò, ho preso atto delle pensiline che non riparano dalla pioggia, che goccia sulle panchine della fermata Magliana; o della vergognosa macchia d'umidità, che ha corroso un muro interno della fermata di Circo Massimo.

* http://archiviostorico.corriere.it/2010/febbraio/16/Economist_Milano_piu_vivibile_Roma_co_9_100216029.shtml
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venerdì 12 febbraio 2010

La Nevicata del 2010

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Avevano detto che avrebbe nevicato a Roma - forse, può, essere, ma non è certo, una debole spruzzata -, tra le 4 e le 6 del mattino. Non so se a quell'ora sia nevicato: so che alle 7: 15 è cominciata a venir giù, attaccandosi subito (anche se poi cinque minuti di nevischio hanno sciolto molto). Fiocchi belli grandi e secchi. Dopo dieci minuti io e la mia digitale eravamo in strada. Una splendida mezzoretta, sotto l'ombrello, scambiando sorrisi divertiti con altri coraggiosi. Con la consapevolezza che da un momento all'altro avrebbe potuto smettere...

... Sì, lo so, la neve in città è una scocciatura, se attaccasse sul serio poi in strada troviamo i pinguini, Roma non è attrezzata... Ok. Tutto vero.
Ma l'incanto di questi cristalli che zitti zitti cadono giù, modificando tutto il paesaggio... che ti devo dire.. a me piace da matti.

Così me la son goduta tutta finchè è durata, perchè ora scende solo banalissima pioggia...

Ma non è ancora detto... ;-)

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sabato 6 febbraio 2010

Regioni vs Stato - battaglie nucleari

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Battaglia nucleare, ecco il vero argomento di guerra in questa campagna elettorale...
Sì perchè le prossime regionali non sono solo un test sulla tenuta del governo in carica e il conseguente apprezzamento sull'operato del premier (non solo politico), ma evidenziano l'ennesimo conflitto tra Stato e Regioni. Nello specifico sul nucleare. Notoria è infatti la favorevole posizione del nostro governo sull'argomento: "i tempi son cambiati, la tecnologia è migliorata, l'Italia non può dipendere dai paesi esteri, la Francia ha le centrali appiccicate a casa nostra e blablabla"... tutto ragionevole su un tavolo di scussione popolare. Discussione popolare che però non c'è stata, con buona pace e coriandoli del referdendum abrogativo con cui nel 1987 gli italiani espressero il loro no secco. Sarà stato un no secco emotivo, sull'onda dello shock termico di Chernobyl, soprattutto mal gestito energeticamente, va bane, ma comunque no secco fu.

Ora: accade che la Costituzione preveda che produzione, trasporto e distribuzione di energia elettrica siano materie concorrenti di Stato e Regioni, ovvero che debbano decidere insieme e non autonomamente. Se una delle due parti invece fa di testa sua, si va in Consulta. E proprio a quest'organo di garanzia costituzionale lo Stato s' è rivolto. Il perchè lo dice il ministro Scajola: «intervengono autonomamente in una materia concorrente con lo Stato [...] Non impugnare le tre leggi avrebbe costituito un precedente pericoloso perché si potrebbe indurre le Regioni ad adottare altre decisioni negative sulla localizzazione di infrastrutture necessarie per il Paese» *. Il ministro si riferisce a Campania, Basilicata e Puglia che tra dicembre e gennaio hanno tirato fuori dal cilindro della giunta regionale leggi che autonomante vietano l'instalazione di centrali nucleari sul loro territorio. Eh già, perchè queste centrali da qualche parte andranno pur messe: interessante sarà vedere quale popolazione sarà felice di dormire accanto ad un innocuo impianto... ma il governo dove ha pensato di realizzarle? Di ufficiale non c'è nulla, solo illazioni. Che però sono illazioni che guardando una cartina dell'Italia sismica puoi verificare da te. * *
Sicchè, tra Sicilia alla deriva industriale e i nodi dei lodi e dei leggittimi impedimenti, questa "sanzione disciplinare", se mi passi l'espressione, ha comunque sortito l'effetto di dover scrivere qualche articolo su un argomento sin ora taciuto. Evidenziando un fattore troppo spesso dimenticato: che esprimere il proprio assenso ad uno schieramento o l'altro, non può - e non deve - essere una scelta di tifo politico e di simpatia personale, ma dovrebbe rappresentarci il più possibile tramite obiettivi, realizzazioni e metodi. Ma qui mi perdo nella deriva dell'utopia politica... sicchè t'invito su questi link de Il Sole 24 Ore, che molto più obiettivamente di me, riassumono il contenzioso nucleare: http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Italia/2010/02/nucleare-leggi-regionali-puglia-basilicata-campania.shtml?uuid=d02d3566-1197-11df-b2d8-92dd20be9017 : qui troverai lo specifico delle leggi regionali discusse. In quello che segue il punto di vista del governo: http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Italia/2010/02/nucleare-impugnate-leggi-regionali-puglia-campania-basilicata.shtml?uuid=98e1f724-1172-11df-b2d8-92dd20be9017&DocRulesView=Libero. Ed infine qui un confronto tra le opinioni della Polverini, candidata PDL nel Lazio, ed il noto Vendola: http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Italia/2010/02/Vendola-Polverini-nucleare.shtml?uuid=c94049ec-11be-11df-b2d8-92dd20be9017&DocRulesView=Libero


* http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/cronaca/2010/5-febbraio-2010/centrali-nucleari-palazzo-chigi-impugna-no-campania-1602410340195.shtml
* *www.globo.trieste.it/ar/23/pict/img-2_art-3.gif
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venerdì 5 febbraio 2010

Disarticolazioni stupite

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"Vorrei che potessi sparare tachioni attraverso un fascio di positroni invertiti e contemporaneamente modulare i collegamenti sinaptici con uno smorzatore di torsione dell’antimateria. Questo riporterebbe il continuum spazio-temporale al punto in cui è cominciata la tua ultima deviazione. Poi, armato della tua conoscenza del futuro, potrai navigare con più eleganza attraverso il caos di illusioni ed equivoci. O forse, più semplicemente, potresti liberare la mente dalle teorie sul perché le persone fanno quello che fanno. " Questo è quanto leggo questa mattina sull'oroscopo del settimanale Internazionale.

La mia mandibola disarticolata dallo stupore è ora oggetto dei giochi della mia gatta Costanza.
Perchè, in effetti, il motivo per cui le persone fanno quello che fanno è un trip che mi dà seria dipendenza... Perchè nei giorni scorsi ho fatto un sano bilancio dei miei (quasi) 37 anni. Sviluppando un'imbarazzante somiglianza a Bridget Jones : tra merendine incastrate nei distributori automatici del call center e macchinette del caffè rovesciate sane sane sui fornelli, le rimembranze di amicizie sperdute, fate morgane e mal'amori, sono state pesate e bilanciate.

Ma il trafiletto continua consigliando: "Rallenta i tuoi ritmi fino a vedere il barlume di eternità nascosto in ogni momento. [...] E invia messaggi umili e regali spiritosi a tutti quelli con cui hai dei rapporti che sono stati distorti."

Chissà se l'immagine delle merendine incastrate nei distributori, del caffè versato suoi fornelli, o della mia mandibola disarticolata dallo stupore, oggetto dei giochi della mia gatta Costanza, è abbastanza spiritoso ... ? ;-)
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martedì 19 gennaio 2010

Non era un semplice gatto

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www.leggonline.it/articolo.php?id=42355

Ieri, in GB, un micio è stato investito da un'auto e come spesso accade il conducente non s'è fermato: era solo un gatto. Evidentemente l'autista non ha riconosciuto Casper, il gatto che prendeva tutti i giorni il bus, e poi tornava a casa. Forse nei hai sentito parlare: la scorsa estate anche i nostri tg hanno raccontato la sua storia.
Mi dirai che con quello che succede ad Haiti è fuori luogo dispiacersi per un gatto, di dodici anni, con il pallino delle passeggiate...
Invece, proprio per questo, quel miciotto bianco e nero rendeva il mondo più simpatico.
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