venerdì 24 ottobre 2008

In nome del Popolo Italiano

Da qualche tempo faccio lezioni di storia dell'arte a stranieri che vogliono imparare l'italiano. Si tratta di lezioni su percorsi prestabiliti a Roma. A parte il fatto che adoro questo lavoro perchè per me l'arte è la cosa più bella della mia vita, è un'esperienza divertente: conosco persone che vengono da tutto il mondo, e sono tutti innamorati della nostra cultura. Dell'Italia.
Ieri mattina ero con delle signore e il nostro giro è finito in piazza Farnese. Al centro della piazza c'erano un bel numero di ragazzi per terra, e un tizio che parlava scrivendo su una lavagna. Eravamo capitati in una piazza dove si protestava la riforma Gelmini. Al termine della mia lezione, una signora israeliana mi ha chiesto che stessero facendo quelle persone.

Signori miei, vi assicuro: è una bella impresa spiegare a uno straniero i problemi di casa nostra... soprattutto quelli econimici. Fatto sta che mi sono voluta imbarcare in questa sfida... e mi sono sentita dire che secondo lei "gli italiani sono pigri. In senso buono".
Ora, cosa significhi essere pigri in senso buono non lo so, ma so che è stato terribilmente umiliante. Mentre camminavamo verso la fermatata dell'autubus mi indicava cumuli d'immondizia, solo per farmi un esempio.
Ho spiegato alla mia israeliana che noi italiani non abbiamo senso civico: non abbiamo ancora capito che lo Stato siamo noi, non palazzo Chigi, nè palazzo Madama o il Quirinale. Al chè lei mi ha guardato come se fossi una marziana. Vai a spiegare a una isrealiana, che noi non abbiamo capito una cosa che loro sapevano già nel XII sec a.C....
Allora le ho raccontato che l'Italia, dalla caduta dell'Impero Romano al 1861, è stata spezzettata, saccheggiata, spremuta e umiliata da re, regine, principi e duchi che venivano da ogni parte d'Europa, ma che si ben guardavano da dare reale sviluppo, tranne rari casi illumintati. Persino gli italianissimi papi pensavano solo al prestigio o alla potenza delle loro famiglie...
L'unica difesa per il popolo italiano era di fregare il governante straniero, o il Vaticano vessatorio.
E quando fai questo per circa duemila anni...
Convinta di aver trovato l'argomento giusto per assolverci, ho concluso la mia arringa difensiva affermando con enfasi che siamo un popolo giovane, bambino, soprattutto se si considera che siamo Repubblica solo dal 1946, che abbiamo ancora tanto da imparare su cosa significa essere Stato.
Lei , dopo averci pensato un pò sù, candidamente mi ha detto di non riuscire a capire lo stesso perchè "il Paese che possiede l'ottanta percento del patrimonio artistico mondiale, abbia problemi economici. Puoi dirmi perchè?".
Sconfitta le ho detto che non lo so.
Voi?

lunedì 20 ottobre 2008

...da quanto tempo...

E' passato un sacco di tempo dal mio ultimo post, causa problema tecnico. Ma in tutto questo tempo ho cercato di risolvere l'intoppo, smadonnando, pensando demoralizzata a questo mio spazio pieno di ragnatele, buio e solitario...
ora sembra che il problema tecnico si sia sistemato da solo... mah, misteri della tecnologia, questa sconosciuta.
In effetti tra tutti gli aggeggi di nuova generazione e tutti i nuovi modi di comunicazione, mi sento molto down: non ci capisco nulla. L'Ipod? Non l'ho mai avuto. Il Wi-fi, per me potrebbe essere una frequenza radio. Facebook? un simpatico e-book...
Ovviamente, so cosa sono queste cose, ma solo teoricamente...
Vi ricordate l'inverno scorso una simpatica pubblicità con Abatantuono e la Sofia Ricci? Lei si sforzava di fargli capire come funzionava il nuovo telefono e lui si perdeva nei tastini... ecco, io sono così, mi perdo nei tastini, nei procedimenti. Un dramma. Soprattutto per chi cerca di spiegarmi.
...Sembro mio padre, quando io cercavo di spiegargli come far funzionare la segreteria telefonica... A mio favore c'è da dire che se mi dai un libretto illustrativo faccio funzionare tutto, monto persino un mobile Ikea... ma farmi muovere così alla cieca nel campo tecnologico... nun je la fo!
Comunque... problema tecnico risolto o no, rieccomi: ho spolverato e aperto le finestre: ora questo spazio non ha più ragnatele, ma è pieno di sole...