sabato 30 maggio 2009

Estremismi

Seguendo il tg, oggi a pranzo ho saputo della signora inglese che dopo una trentina d'anni ha ritrovato il figlio (rapito dal di lui padre). La notizia è una di quelle che ti allargano il cuore: dopo tutto i sogni si avverano... ma forse non capirai perchè ne scrivo... perchè il ritrovamento è stato opera di Facebook.

Proprio nel mio ultimo post continuavo ad avidenziare l'aspetto boomerang dello strumento, quindi oggi mi è doverosa questa segnalazione.
Ormai si sà: a me Facebook non piace, ma è evidente che in casi particolari è uno strumento che ti risolve la vita. Nè più, nè meno di un elettrodomestico: penso al coltello elettrico: io non lo useri mai (distratta come sono ci metterei zero ad affettarmi), ma sicuramente per alcune persone è l'unico modo di tagliare il pane...

In verità sono lieta per la signora inglese, e per me: questo episodio mi ha ricordato che le posizioni estreme non sono valide su tutti gli argomenti, anzi...

mercoledì 27 maggio 2009

Di nuovo su Facebook

Ormai è notorio che Metro è uno dei miei spacciatori preferiti di notizie.
Ieri dunque il mio tragitto sotterraneo è stato percorso con la consueta compagnia cartacea.
Nella pagina delle Lettere c'era un editoriale di tale Marina Morpugo, giornalista.
La signora raccontava che una giovane incosciente milanese, ha incautamente scritto sulla propria pagina Facebook, che avrebbe preferito essere a Santo Domingo e non in azienda. Ciò le ha procurato un licenziamento "consensuale".

Sicchè, dopo i ritrovamenti, gli amori, i tradimenti, le separazioni, le assunzioni, com'era da prevedere arrivano anche i licenziamenti. E io mi ripeto: un incubo.

...anche perchè ho scoperto che per ritrovare un pezzo del proprio passato, basta non cambiere numero di telefono e mantenere in vita la classica vecchia agendina....

giovedì 21 maggio 2009

Che mondo sarebbe senza Fichi Secchi?

"L'Alto Commissariato dell’Onu per i rifugiati conta come il due di picche, cioè un vero e proprio fico secco".
Così il ministro della Difesa della Repubblica Italiana, Ignazio La Russa, qualche giorno fa, polemizzando con la signora Boldrini, portavoce in Italia dell'organismo internazionale.

Signori, ci sono rimasta male. Ma non per una questione di bandiera politica, nè di umana solidarietà con gli africani. Mi ha deluso l'uomo; mi ha deluso il ministro La Russa.

Sarà stata colpa di Fiorello, che con le sue imitazioni l'ha reso un divertente uomo del "popolo di destra"; sarà stata anche la politica equilibratra dell'ormai ex AN... fatto stà che il ministro La Russa mi sembrava uno dei meno peggio, soprattutto se accostato agli esponenti della Lega...
Sbagliavo, enormemente.

Dire che l'Onu non conta un fico secco è riportare l'umanità indietro di cento anni.
Significa dire che non ce ne frega un c***o della povertà dell'Africa, dei diritti umani del Tibet, delle bidonville brasiliane... e l'unica cosa che conta è il nostro orticello nazionale. Significa essere di un egoismo mostruoso e disumano.
Ma la globalizzazione, che io sappia, si porta dietro un'intrinseca necessità di sostegno all'altro, di tutela del vicino...
Invece noi, orgogliosi, rispediamo gli emigranti in Libia: "Ho insistito per avere notizie - ha detto La Russa - sulle condizioni umanitarie in cui si vengono a trovare coloro che noi abbiamo riaccompagnato in Libia. Ho avuto risposte esaurienti". "Nessuno è stato rimpatriato contro la sua volontà", "Non c'è stata alcuna azione di rimpatrio coatto nei confronti di nessuno". , dice ancora La Russa.

Vi ricordo che stiamo parlando di un paese in cui governa un dittatore che nessuno è riuscito a detronizzare, il colonnello Gheddafi. Un uomo che nel 1986 quasi bombardava Lampedusa*, ma a cui tutto si perdona perchè (penso io), citando Batà "sono vitali per le due economie [Italia e Libia]i numerosi accordi commerciali già stipulati". Tanto che la settimana scorsa l'Università di Sassari ha conferito a Gheddafi una laurea ad Honoris Causa in Legge**.

Tirando le somme: l'Italia si lamenta giustamente con l'Europa Unita di essere lasciata sola a gestire il dramma dell'immigrazione. L'Europa continua a latitare. L'Italia a questo punto che fa? Memore dei suoi trascorsi di nera povertà, di immigrazioni strazianti, di sfruttamento indegno... chiude le frontiere e rispedisce al mittente. Di fatto se ne lava le mani come la UE.
Ma al mittente che succede? Cosa accade di queste persone? Perchè non ce lo dite? Mi riufito di pensare che non sia un problema "nostro"; tant'è che il presidente Gianfranco Fini, all'epoca di Fiuggi disse che l'unico modo per evitare l'immigrazione clandestina era aiutare le popolazioni in loco... (credo fu l'unica volta che fui realmente concorde con lui...)
Forse non tutti sanno che il colonnello Gheddafi ha detto in merito cose sensate: cito: "La malattia dell'Africa è soprattutto la solitudine e l'isolamento", "La popolazione ha bisogno di cibo e acqua". In realtà quest'ultima frase comprendeva anche il concetto che l'Africa non ha bisogno di democrazia, ma ormai Gheddafi è un uno statista degno di fiducia... sorvoliamo.

Stando così le cose, posso solo chiedermi che mondo sarebbe senza Fichi Secchi.


*http://cronologia.leonardo.it/storia/biografie/gheddafi.htm
**http://quandofuoripiove.wordpress.com/2009/05/12/laurea-ad-honorem-in-legge-al-dittatore-gheddafi/


http://www.repubblica.it/2009/04/sezioni/cronaca/immigrati-6/frattini-vertice-ue/frattini-vertice-ue.html

giovedì 14 maggio 2009

Rispettanze, ovvero elogio all'approssimità maschile


Ieri, con la testa su un soffice materasso di coccole e nuvole, ho preso la metropolitana. Chiaramente obliterando il biglietto, come sempre sui mezzi di pubblico viaggio. E come sempre l'ho infilato serenamente in tasca.
Solo che quando mi è stato gentilmente chiesto dal personale di servizio, non c'era più. C'era, sì, una vasta collezione di altre date ed orari, ma quello giusto no. La mia distrazione fu così sanzionata.

Ok, ridacchia pure... finito?

Mentre poi raccontavo questa cosa, ho detto: "fosse stato un uomo, vedendo tutta quella collezione di biglietti usati, avrebbe chiuso un occhio, capendo che lo avevo realmente perso. Ma era una donna..."

Questa considerazione, bada bene, non l' ho fatta perché penso che un uomo sarebbe cascato nei miei occhi dolci (perché di occhi dolci non ne faccio), ma perché la brutale verità è che noi donne 'siamo cromosomaticamente intolleranti alla non rispettanza'. Di cosa? ma di tutto: ogni donna ha la sua mania di rispettanza. C'è quella che vuole si rispetti la casa pulita, quella che ci tiene ad avere la famiglia seduta a tavola quando serve i pasti... ecc.ecc. Questo desiderio di rispettanza negli uomini si traduce in "essere rompicoglioni".
Non che loro non abbiano le loro fisse o siano degli anarchici bombaroli, sia chiaro, ma loro, se non sono militari di carriera, ammettono l'eccezione alla regola.

Già sento il chiacchiericcio polemico delle signore, che in coro si riassumono: "ma noi donne siamo l'emblema della duttilità, del multitasking!" vero.
Ma ammettiamolo: in tutte le duemila cose che facciamo, le facciamo seguendo le nostre regole, e non usciamo mai da quelle. E quando deleghiamo, lo facciamo già sapendo che ce ne pentiremo: "ma che detersivo hai preso? ma il pupo ha la maglia di cotone e non di lana. ecc.ecc.". E loro con gli occhi al cielo non capendo: "è un detersivo, no? pulirà. E' una maglia, lo terrà caldo comunque. ecc.ecc.". E noi a spiegare che il detersivo nostro lava anche le macchie di vino, che ancora non fa così caldo da levare la maglia di lana ecc.ecc. E ce ne andiamo via sbuffando sulla loro approssimazione.

Però! però se una mattina con la testa su un materasso di coccole e nuvole perdiamo il biglietto che sempre facciamo, e una donna ci fa la multa, pensiamo "un uomo avrebbe capito".

Morale: signore mie: se i nostri maschi non sono sempre così rispettanti, chiudiamo un occhio. O se proprio non ce la facciamo a tacere, almeno accompagnamolo con un bacino...

mercoledì 6 maggio 2009

Patatine e pop corn

Mia nonna era tassativa e imperiosa: "i panni sporchi si lavano in famiglia". Il principio fondativo è quello che nessuno deve parlare delle cose tue. Chissà lei che direbbe di tutto 'sto fracasso nazional popolare in casa Berlusconi.

Onestamente: da una parte capisco la signora Lario, però mettere il proprio divorzio così, sulla pubblica via...Insomma fai quello che devi, e semmai dopo ti sfoghi sul giornale che preferisci. Anche perchè, come Feltri ha ricordato, la signora non ha un passato lindo e pinto. Onore a lei e al suo maturo decoro materno... però...

Però... la mia nonna mi perdonerà... ma signori, che gusto! Patatine e pop corn: meglio di desperate housewaives! Con il Presidente Berlusconi a spiegare che è tutta colpa delle sinistre... grande! Insomma la signora Lario è una bella donna, che però non ha opinioni proprie, e ripete ciò che gli dicono gli altri. Ma se è così influenzabile, come mai non da ascolto al proprio marito?

sabato 2 maggio 2009

Fuori dal coma


Una frase in un libro. Una canzone. Il racconto di un amico/a. Un incontro.
Sono sempre stati vari i modi in cui arrivavo ad afferrare nuove consapevolezze.
Ma mai mi era capitato vedendo un'intervista.

Stasera son tornata a casa presto, dopo un lungo 1° maggio, e ricordandomi che è venerdì, ho acceso la tv per seguire la Bignardi. Così ho intercettato l'intervista a Lucilla Agosti, tipa di cui ignoravo l'esistenza.
La ragazza mi ha colpito subito positivamente e più parlava più mi ricordava qualcuno; un ricordo che non nasceva dai contenuti, ma dalla freschezza dei suoi modi allegri, dall'ironia e dall'apertura mentale con cui si approccia alla vita.
Ad un tratto, con la stessa forza shoccante di un gavettone d'agosto, ho capito.

Me. Mi sono rivista in lei.
Ma chi mi ha conosciuto negli ultimi sei anni potrebbe essere d'accordo?

No.

No: chi mi ha conosciuto negli ultimi sei anni può dire tutto di me, magari anche riconoscermi ironica e molto aperta mentalmente, ma frizzante e smart no.
E non c'è niente, assolutamente niente, che io possa dire che può far credere il contrario.

Come è potuto succedere?

In realtà so benissimo cosa sia successo in questi sei anni; so benissimo che gli ultimi due li ho passati impegnata in una seria resistenza passiva verso Saturno Contro - non il film-... però...
Per capirci è proprio come essere fuori da un coma durato anni e guardarmi allo specchio:
ma che davvero questa sono io? ma mica ero così.
In pratica ho scoperto di non essere più quella che credevo di essere, mentre però ero ancora convinta di esserlo... ovvio che poi molte cose girassero in modo strano...

La cosa splendida è che ora le persone che mi conoscono da tanti anni mi "ritroveranno", mentre chi mi conosce da meno tempo potrebbe piacevolmente stupirsi.
Che bello!