mercoledì 29 febbraio 2012

Le Italie Parallele di Crozza a Ballarò

Negli ultimi giorni abbiamo silenziosamente assistito alla pubblicazione, nell'ordine, dei redditi degli esponenti del governo, dei manager pubblici e delle statistiche dell'Eurostat sui redetti medi dei cittadini europei, che l'Istat ha ridicolmente cercato di ridimensionare nell'ambito del Bel povero Paese.

Notizie che nella loro amarezza si commentano da sole e che trovano gli italici coerenti nella storica non reazione, probabilmente perchè i dati pubblicati son suonati come la scoperta dell'acqua fredda, che non ha speranza di essere scaldata. Mutismo e rassegnazione.

Ma a scaldarla questa acqua fredda, arriva Crozza, ieri sera a Ballarò, con 'vendicativa' ironia al vetriolo sulle Italie Parallele, che almeno fa ridere.

Se lo vuoi vedere, è qui: http://www.youtube.com/watch?v=5F2dYcC8wBk

martedì 21 febbraio 2012

Con l'auto dentro un corteo mascherato

Tanti anni fa Venditti cantava "bomba o non bomba, noi, arriveremo a Roma", ma ora mi vien da riaggiornarla in "bomba non bomba, noi, viviamo a Roma", dove per bomba non devi immaginare una palla di esplosivo nero, ma degli impedimenti. Qualsiasi tipo d'impedimento. Che una volta può essere lo sciopero dei mezzi pubblici, un'altra la manifestazione-guerriglia di qualche associazione inferocita, oppure ancora una nevicata eccezionale, al pari di un temporale un pizzico più intenso, ma anche un corteo carnevalesco... tutti i giorni e tutto a Roma può diventare un 'bombardamento' che ti fa venire voglia di mollare l'auto lì dove sei e andar via.

Quello di oggi per me è stato il carnevale dei bambini. Ecco, già ti sento che mi rimproveri per non aver simpatia neanche per l'ingenuo divertimento di una scolaresca allegramente mascherata sotto una nevicata di coriandoli e stelle filanti.Ma dammi tempo... dunque, ero in auto a San Paolo, con l'intenzione di parcheggiare e prendere la metrò per andare a lavoro. Già da qualche metro c'era qualcosa che non mi tornava: troppo traffico e troppi coriandoli per terra, ma le strade sembravano aperte ed io ho proseguito sul mio percorso, finchè non mi sono trovata dentro e dico dentro, il corteo carnevalesco dei bimbi. Senza che sto qui a darti l'urbanistica del quartiere, sappi che non potevo fare nulla, neanche tornare indietro. Ero intrappolata con un pugno di altri automobilisti sotto una pioggia di cordiandoli lanciati da bimbi divertiti accompagnati da genitori infastiditi. Infastiditi credo dai vigili, che pur scortando le mascherine con un'auto in testa ed una in coda, hanno però lasciato libere ed aperte le strade laterali. perchè forse avranno pensato che erano poche le mascherine in strada: no, i genitori parlavano di 7 km di fatine, robottini, principesse e cavalieri mascherati.

Mi sono salvata solo perchè ho trovato un posto, non un parcheggio, un posto dove lasciare la macchina e andare a prendere il metrò. Strada facendo ho incrociato una vigilessa che si affrettava a raggiungere la zona delle automobili ormai anch'esse mascherate: alla mia domanda sul perchè non hanno chiuso tutta l'area al traffico, com'era sensato fare, ha accellerato con viso basso. Poverina; deve essere brutto cercare di lavarare quando a dare gli ordini c'è gente insensata.

Ma bomba o non bomba, noi, viviamo a Roma.

mercoledì 15 febbraio 2012

L'Europa lo Chiede e Celentano Savonarola

L'argomento del giorno, come prevedibile, è la prima serata di Sanremo, con lo show di Celelntano. Show che però si commenta da solo: tutti i mali del mondo, o forse neanche tutti perchè mi pare -ma forse ero distratta?- abbia lasciato fuori i monaci tibetani che si danno fuoco... peccato, perchè quando si parla di tutto, si finisce per non parlare di nulla.

Meglio focalizzarsi solo su un argomento, che altrimenti ti vien solo voglia di andartene da questo pianeta... sarà per questo che sta notte ho sognato che ero su una navicella spaziale in mezzo agli anelli di Saturno? Gran bello spettacolo, quello onirico intendo.

Certo, parlare solo della Grecia, forse sarebbe stato troppo scontato, ma forse, lui, il Celentano Savonarola che tutto sa, ma nulla spiega, avrebbe invece potuto illustrare quello che a me e molti altri comuni mortali sfugge, ovvero perchè nonostante tutti i sacrifici ellenici, l'Europa continua a tirarsela con questi benedetti aiuti: ma se pensano che non ci sia speranza, che la lascino andare alla deriva della dragma...

In effetti la logica europea mi sa d'infinito masochismo: proprio ieri un servizio di Ballarò ha dimostrato come le banche i soldi li abbiano, ma piuttosto che immetterli nel mercato sotto la neve, li tengono al calduccio in un'altra grande banca. E la Merkel che risponde a tutto ciò: arragiantevi e fate sacrifici. Sicchè, svariati secoli dopo le crociate occidentali al suon di 'Dio Lo Vuole', siamo passati al moderno 'L'Europa Lo Chiede', dove per chiedere leggi ordina.

Non sono un'economista, questo è evidente, ma qualcosina la capisco, soprattutto grazie ai servizi del geniale Marco Fratini, che nel TG7 di Mentana racconta i fatti economici con una chiarezza inedita. AAA, AA+, AA: l'affidabilità dei Paesi come se fossero elettrodomestici che non devono inquinare: non fa una piega. Eppure tutto ciò mi sembra suicida: l'economia è tenuta su dai consumi, che se non ci sono non generano richiesta, nè incremento della produttività, e quindi finiscono i soldi per gli imprenditori, che non garantiscono salario ai lavoratori che non consumano: si chiama circolo vizioso. Sicchè è normale se dopo non so più quante manovre lacrime e sudore, ci svegliamo oggi con il Pil al -0,7%: ma va? tanto che non è una sorpesa che sui giornali fa più notizia il Celentano Savonarola, che la nostra immobilità in perdita...

Quando ero piccola chiesi a mia madre perchè divisero Berlino con un muro, lei mi rispose: 'perchè avevano paura di cosa avrebbe potuto combinare la Germania unita'. Lì per lì non capii, ma ora ho il dubbio che temessero lo spread.

Peccato perchè l'Europa Unita mi piaceva proprio tanto.

domenica 5 febbraio 2012

Le polemiche del giorno dopo la neve a Roma

L'amore per Roma è un amore nato presto (anche se non amo viverci), quando da ragazzina l'augusto genitore mi portava a spasso in centro, mostrandomi le meraviglie che lui aveva imparato a conoscere da ventenne militare, trasferito nella capitale. Così, da ignorante d'arte, mi sapeva spiegare la grandezza del colonnato di S. Pietro, o la ricchezza delle chiese barocche; ma era su via dei fori imperiali che il suo essere militare s'inorgogliva: quando di fronte le cartine geografiche che illustrano l'espansione militare romana, mi spiegava di come l'impero avesse conquistato tutto il mondo allora conosciuto. Un impero romano così potente, che a un certo punto fu detto Sacro, ma solo dopo che la stessa città di Roma venne proclamata divinità: ed in effetti, per l'epoca, cos'altro si poteva fare per rendere onore a questa città? Sebbene, è ovvio, la città fosse solo un preciso riflesso dei suoi uomini, che sulla disciplina militare avevano fondato la loro prosperità. Ma Roma purtroppo, era anche burocrazia e se non sbaglio, fu proprio inventata dai romani: un altro modo per tenere sotto controllo le genti conquistate.

Come avrai capito dai post precedenti, oltre Roma amo anche la neve, ovvero le nevicate, così mi diverto a immaginare come poteva essere la gestione dell'emergenza neve nell'Antica Roma (dovrà pur aver nevicato ai tempi di Cesare o Marco Aurelio): una gerarchia piramidale, ognuno con un compito ben preciso, che però andava ad incastrarsi con quelli distribuiti parallelamente. Immagino uomini in armatura e mantello rosso che se ne andavano sul posto con i centurioni che attrezzati cominciavano a spalare, mentre magari un capitano individuava un civile sveglio e gli diceva come organizzare la gente. Poi, però, mi viene da immaginare la grande metropoli che oggi è Roma, con quasi 3 milioni di abitanti, divisi in Municipi. Ma chissà com'è, non mi sembra poi così diverso: i modelli, se funzionano, possono essere ripetuti anche in scale maggiori.

In realtà io non lo so cosa accadeva nell'Antica Roma quando nevicava: magari i bambini impazzivano di gioia come oggi, o anche no; magari come oggi la città si paralizzava, oppure sul serio la macchina militare partiva contro Generale Inverno. Ma francamente mi smebra verosimile, perché Roma era militare (magari qualche archeologo mi farà sapere).

Di fatto di quella grande organizzazione che era quella dell'Antica Roma, rimangono quasi solo le vestigia imbiancate da una nevicata di polemiche, che si sapeva sarebbero arrivate.

Il sindaco Alemanno dice ora che le previsioni meteo erano sbagliate perché davano solo pochi millimetri di neve: oltre all'opinabile affermazione, rimane il fatto che un conto è un'organizzazione carente, altra è la totale assenza di organizzazione. E guarda caso, in questi due giorni a Roma a mancare è stata proprio l'organizzazione. Tant'è che se sulle strade del centro o verso Ostia di neve non c'è più traccia, sotto casa mia, stradina chiusa in periferia sudovest (dove però vivono circa 72 famiglie), sta ancora quasi tutta lì, con le automobili non più utilizzate, ancora perfettamente incorniciate da neve ghiacciata.

In alcuni momenti l'imperiosità militare è fondamentale: serve qualcuno di capace che dica cosa, come e dove. Non è di una società militare che sento mancanza, se è questo che puoi aver pensato, ma della capacità dell'Antica Roma di saper individuare uomini realmente valenti, capaci di saper scegliersi collaboratori altrettanto valenti per risolvere i problemi. Mentre mi pare che di quegli antichi fasti abbiamo ereditato gli edifici (tra i più ammirati nel mondo, che però i più neanche guardano), e la burocrazia impossibile.

Dissolto nel tempo e nella corruzione il valore di scegliere governanti capaci di gestire, non dico le genti di tutto il Mediterraneo, ma almeno italiane. Che siano sindaci, assessori, parlamentari o ministri. Di fatto la nevicata di polemiche del giorno dopo pare del tutto inutile: è cronaca di infiniti disagi molto più prevedibili della neve stessa.

A questo punto, visto che c'è la possibilità che questa notte il cielo su Roma rispolveri neve, come pure martedì mattina, godiamocela tutta questa nevicata del 2012.
Poi se vogliamo, penseremo.

venerdì 3 febbraio 2012

La neve arrivata a Roma


In tarda mattinata è cominciato il tam tam su Facebook: amici dai parioli, piuttosto che da S.Pietro o Garbatella: sta nevicando, e anche tanto.
"Che bello -pensavo- adesso arriverà anche qui, dalle parti dell'Eur..."

Trepidante attendevo che l'epocale nevicata del 2012 arrivasse anche qui da me, ma più le ore passavano, più si vedeva solo pioggia, tanta pioggia e basta. Così, molto delusa, poco dopo l'ora di pranzo mi risolvo: se la neve non verrà da me, io andrò da lei, in centro.

Il mio quartiere era praticamente immobile: nessun passante in un'ora di norma attiva e l'edicolante che mi ha venduto i biglietti del bus pareva esterrefatto che volessi muovermi con quel gelo... mentre io, tutto sommato ero esterrefatta solo che la neve avesse boicottato la mia zona, e che i bus ancora girassero...

Anche sul percorso nessun candido fiocco a farmi sorridere: alla fermata di Piramide cominciavo a temere seriamente che tutto fosse finito ancor prima che per me cominciasse... a Circo Massimo i nuovi passeggeri arrivavano bagnati, ma non nevosi... così, mentre salivo verso la superficie della fermata di Colosseo, ero quasi certa che nulla avrei trovato, oltre il freddo siberiano...

Invece, neanche esco in strada e già la vedo: candida e copiosa, che incorniciava tutto.

Il Colosseo, Via dei Fori Imperiali, Piazza Venezia... tutto bianco. Per la prima volta vedevo i monumenti più famosi del mondo sotto la neve! Emozionante.

Mentre aspettavo che Cathi, la mia compagna di cavalletto in Accademia, mi raggiungesse, mi sono divertita a fotografare, e intanto vedevo gli automobilisti che in precarietà cercavano di andare dove dovevano... neanche un bus che passava, neanche uno spergi sale, nessuno che gestisse il traffico... solo i turisti gioiosi e tantissimi ragazzi e famiglie, che come me erano venuti a vedere la loro Roma bianca.

In realtà, la neve vera si è alternata a pioggia o nevischio per tutto il pomerggio gelido, ma la suggestione, ti assicuro, era ugualmente unica.

Come era stato facile arrivare in centro, così mi è stato tornare in quel di casa dove, però, neanche un fiocco era caduto.

Mi rimaneva così addosso quella strana sensazione d'incompiuto, di quando sei di ritorno da una piacevole gita, e però tra le mura domestiche vorresti che tutto fosse come da dove vieni... se sotto casa mia la neve non c'era, infondo era come se a Roma non avesse nevicato affatto...

Con rinnovata stizza continuavo a seguire il tam tam su Facebook, su cui qualcuno postava l'elenco -molto misero- dei bus attivi oggi, e qualcun'altro linkava il divieto vivo fino a domenica di muoversi senza catene all'interno del raccordo. "Ma come -mi dicevo- se mezza città è bagnata solo d'acqua...?"

Poi, molto poi, verso le 23,15 mi sono affacciata in finestra e... meraviglia: neve tantissima neve, che nel giro di venti minuti ha imbiancato tutto.

Impossibile resistere alla tentazione, infilati di nuovo gli anfibi, sono scesa di corsa, a fotografare la mia macchina tutta imbiancata, mentre il silenzio ovattato dei fiocchi era interrotto solo dalle voci divertite dei vicini, che in quel silenzio sembravano rimbalzare tra fiocco e fiocco, producendosi in una sottile eco... qualche coraggioso portava a spasso un cane particolarmente divertito...

Anche ora che scrivo, che è l'una di notte, continua a nevicare, con fiocchi che a tratti sono enormi e leggeri, tanto da galleggiare nell'aria, mentre in altri momenti sembra esserci una piccola bufera, tanto il vento che c'è..... ma sempre, non riesco a scollarmi dalla finestra, esattamente come la mia dirimpettaia oltre la strada...

Lo so, lo so, questa nevicata del 2012 è in realtà una piccola tragedia, ma... infondo è solo Generale Inverno che si fa sentire, e infondo a Roma lo fa solo ogni trentanni: possiamo anche godercelo....

giovedì 2 febbraio 2012

L'Attesa della Neve a Roma

C'è uno strano silenzio in giro. Da qualche giorno la città di Roma sembra essersi messsa in attesa. Per ora cade solo una leggera pioggerellina e la temperatura non è poi così proibitiva. Ma il cielo è bianco e le previsioni de IlMeteo.it chiare: da domani neve sulla capitale e le scuole saranno chiuse. Eppure la sensazione di ovattato è già scesa da qualche giorno.

"Mannò, ma quanno mai, ma che te pare che mò nevica a Roma?!", esclamano convinti gli scettici; "Oddio per carità no che ho da fare tante cose", fanno eco gli inarrestabili metropolitani. Poi ci sono gli innamorati della magia nevosa, che stanno con il naso all'insù e dicono " Speriamo ne venga tanta e pazienza per i disagi".

Ma tutti, proprio tutti sono in attesa. Ed è un'atmosfera strana per Roma, che di solito se ne sta lì, sdraiata sui suoi sette colli, con la stessa indifferenza di un gatto sulla spalliera del divano, che osserva il mondo come se tutto gli fosse inferiore.Perchè Roma sa di essere la più bella, l'unica e che nessuno al mondo potrà superarla, sicchè pochi eventi (di solito sportivi) la scuotono.

Ma se c'è possibilità di una nevicata seria, beh allora le cose cambiano: Roma sa di poter diventare ancora più bella, più unica. E da diva consumata, aspetta con finta indifferenza il bianco manto che la porterà sulle pagine dei giornali di tutto il mondo.

Perchè la neve, quella vera che "attacca e dura", qui ci arriva veramente ogni trentanni e se per i bambini e gli innamorati della magia nevosa è una pacchia, in realtà Roma non è geneticamente preparata ad affrontarne le conseguenze. Protezione Civile allertata, stazioni metrò aperte come rifugio per i senza tetto, quintali di sale distribuiti e ragionevolemente un sindaco che già sa che se nevica sarà pioggia di critiche per lui, perchè difficilmente non ci saranno disagi...

Ma io sono un'inguaribile innamorata della magia nevosa e sono tra quelli che sta con il naso all'insù, che nell'attesa della nevicata a Roma, già si figura le passeggiate sotto i fiocchi, le pallettate e le fotografie...