mercoledì 30 dicembre 2009

All'Ombra delle Piramidi


Più di un mese fa, ormai, i miei passi lasciavano orme sul deserto di Giza, all'ombra delle Piramidi.

Non era la prima volta che accadeva, ma era la prima senza "Saturno Contro" * ad annebbiarmi la vista. Ed in effetti è stato come vederle per la prima volta...

Imponenti ed incredibili stanno lì, che ti restituiscono sfrontate lo sguardo, mentre un tiepido vento di fine autunno scompiglia capelli e pensieri. Un vento che sembra quasi trapassarti, lasciandoti dentro pulviscoli di millenni, a sedimentare il rispetto dovuto e ammirato verso chi ha sfidato le ignote leggi edilizie, la cui memoria è ormai persa; a sedimentare la tua emozione di quasi intimidito visitatore. Un vento che esige egoista tutta la tua attenzione.
Contraddittorie sono le mie sensazioni di fronte la Sfinge... minuta, oserei dire, ma la sua testa (veramente troppo piccola rispetto al corpo, per i canoni di equilibrio estetico degli antichi egizi), ricambia lo spettatore con viso sereno. Facile, dall'alto della sua antichità, e dopo esser resistita persino a Napoleone, guardare tutti dall'alto con sereno distacco... Vicino a lei tutto è piccolo e lontano, ma anche incredibilmente limpido... e se ascolti con attenzione, arrivano anche risposte a intime domande impossibili da ignorare.
Anche qui, però, non mi son risparmiata un brivido d'avventura... dopo il mio solitario girovagare, nei pressi della sfregiata piramide di Micerino (la più piccolina delle tre), ho incontrato Livia, collega di altra testata, e compagna in questo viaggio, che come me si aggirava ammirata. Con animo leggero e chiacchericcio ci siamo dirette proprio sotto la piramide, dove siamo state praticamente rapite da una guardia di servizio. Il poliziotto ci ha condotto tra rovine ed architravi dall'apparenza poco stabili. Perplesse e rassicurate solo dalla certezza di essere in due, abbiamo comunque assecondato la strana guida, che presto si è scoperto avere l'unico intento di rimediare una mancia per l'ingresso in un sito tanto vietato, quanto mal messo...
Che vuoi, l'Egitto è anche questo... anche se per me questo paese è principalmente magia. Come quella che riesce a restituirti persone perse nei meandri della vita e nelle svolte dei bivi...
Erano anni che non avevo avuto più modo di vedere un caro amico. Poi, un suo sms all'improvviso, mi informa del suo essere al Cairo. Come me. Fumando narghilè all'aroma di mela, bevendo tè bollente, a raccontarci cosa e chi siamo oggi: così abbiamo passato un paio di serate sulla riva del Nilo.
Più di un mese fa, ormai, i miei passi lasciavano orme sul deserto di Giza, all'ombra delle Piramidi, e c'è stata magia.
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* vedi post Saturno Contro - non il film, dicembre 2008
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lunedì 28 dicembre 2009

Storia di una Marbellina



"Da grande non avrò mai una Panda: troppo brutta".

Avevo una decina d'anni quando decretavo questo intento automobilistico... poi mi sono ritrovata con la Marbella che era di mia sorella. Che non è una Panda, ma solo appena-appena più carina. Di fatto si trattò di un acquisto last minute, fatto per andare incontro a mia sorella, che desiderava comprare una nuova macchina... a me serviva...

Inizialmente il rapporto con la mia splendida Marbellina fu molto burrascoso: non ci piacevamo. Si rifiutava di fare quello che volevo io... vista la scarsa esperienza automibilistica che avevo, i miei comandi le risultavano incomprensibili. Per molti anni siamo state separate in casa: io non la degnavo di uno sguardo e non la usavo per niente, arrivando anche a darla in comodato d'uso al mio simpatico ex Fabrizio... preferendo ostinatamente i mezzi pubblici. E lei, la splendida Marbellina si crogliolava al sole, godendosi una vecchiaia di tutto riposo...
Ciò nonostante per me era comunque un oggetto caro: tanto tempo fa, il mio amico fraterno Nicola, passato troppo presto a miglior vita, era solito andare in giro con i Metallica " a palla" dentro una Marbella rossa fiammante, promettendo di passarmela appena prendeva la nuova macchina... lui non fece in tempo, ma una Marbellina rossa comunque mi arrivò...
Poi, circa cinque anni fa, la necessità si fece esigenza e la nostra frequentazione diventò quotidiana. Da lì ad innamorarsi il passo fu breve. Se qualcun altro la guidava, io soffrivo; al minimo singhiozzo la portavo dal meccanico; grazie a Eraldo imparai a darle la cera per non vederla opacizzata...
Ma amore e dedizione non son bastate: troppi i chilometri che le ho fatto fare a 16 anni suonati, avanti e indietro per il raccordo, su e giù dai Colli Prenestini... persino in cima al Monte Guadagnolo innevato (circa 1250 m), riuscì a portarmi sino lo scorso inverno... Nell'ultimo mese e mezzo mi ha abbandonata per strada quattro volte: come piove l'umidità corrompe spinterogeno o candele, vai sapere... fatto sta che nessuna scintilla accende il motore provato da 19 anni di onorata carriera...
Da un anno ormai in casa si sentiva la parola che faceva tremare i ferri vecchi della mia splendida Marbellina, e che a me sembrava il peggiore dei tradimenti: Rottamazione. Sognavo di farla diventare la casetta estiva dei micetti in campagna... ma logiche di economia domestica mi hanno costretto a farlo: questa mattina la mia splendida Marbellina è stata condannata alla Rottamazione.
Tra due settimane una neonata Twingo grigio metallizzata mi vagirà tra le mani.
E pensare che dicevo "Non avrò mai una macchina grigia metallizzata".
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martedì 17 novembre 2009

Saviano scrive al premier - su Repubblica.it

SIGNOR Presidente del Consiglio, io non rappresento altro che me stesso, la mia parola, il mio mestiere di scrittore. Sono un cittadino. Le chiedo: ritiri la legge sul "processo breve" e lo faccia in nome della salvaguardia del diritto. Il rischio è che il diritto in Italia possa distruggersi, diventando uno strumento solo per i potenti, a partire da lei.Con il "processo breve" saranno prescritti di fatto reati gravissimi e in particolare quelli dei colletti bianchi. Il sogno di una giustizia veloce è condiviso da tutti. Ma l'unico modo per accorciare i tempi è mettere i giudici, i consulenti, i tribunali nelle condizioni di velocizzare tutto. Non fermare i processi e cancellare così anche la speranza di chi da anni attende giustizia.Ritiri la legge sul processo breve. Non è una questione di destra o sinistra. Non è una questione politica. Non è una questione ideologica. E' una questione di diritto. Non permetta che questa legge definisca una volta per sempre privilegio il diritto in Italia, non permetta che i processi diventino una macchina vuota dove si afferma il potere mentre chi non ha altro che il diritto per difendersi non avrà più speranze di giustizia.
ROBERTO SAVIANO

http://temi.repubblica.it/repubblica-appello/?action=vediappello&idappello=391117
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lunedì 9 novembre 2009

09.11.1989

Avevo diciassette anni, e la mia occupazione principale era decidere quale baldo giovane mi piacesse di più, scrivendone sul fedele diario. Pagine e pagine di diario a descrivere architetture d'ingenuo corteggiamento, o ragionamenti macchiavellici sulle sfumature del tono di voce del ragazzo della IV A, piuttosto che di come mi guardava il figo della fermata del bus...
Avevo diciassette anni, e sul mio diario il 09.11.1989 scrissi solo questo:

Questo giorno è storico: il muro di Berlino è stato abbattuto!Mentre sentivo la notizia avevo i brividi. E' meraviglioso.
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venerdì 30 ottobre 2009

Don Matteo

Rassicurante: i buoni sono buoni e i cattivi solo uomini smarriti.
Nei Secoli Fedele: l'Arma sempre e solo al servizio del cittadino e della Legge.
Parlo di Don Matteo, trasmesso ieri su Rai 1, mentre su Rai 2 andava Annozero, tutto dedicato al "caso Marrazzo". E del motivo perché ho preferito i buoni sentimenti, all'osceno del fatto mediatico.
E per osceno, sia chiaro, non mi riferisco allo specifico della vicenda, ma all'accanimento con cui tutte le testate si sono buttate sul caso. Mi viene in mente un branco di piraña che divora un altro pesce, non tralasciando neanche la lisca....
Oscena è la morbosa curiosità che ancora anima dibattiti e servizi, fondati sulle umane debolezze dell'uomo politico, a tutto vantaggio dell'annullamento della sua persona.
Ora qualcuno mi dirà che il premier ha subito ben altro... non starò qui ad elencare le profonde differenze dei fatti, ci sono già illustri direttori di qualificate testate a dilettarsi sulla cosa...
Io mi limito a osservare la ferocia con cui il gioco del potere si rinvigorisce. Preferendo, però, passare le mie serate con Don Matteo e il Maresciallo Cecchini, piuttosto che ravanare nell'osceno. Anche se è una fiction.
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lunedì 12 ottobre 2009

"Roba da secolo scorso"

Potere dei viaggi stampa che mettono insieme improbabili compagnie, in queste occasioni può anche accadere di vedere l'ampliamento dei propri orizzonti, e vacillare le proprie convinzioni.

"Internet, come eravamo abituati a conoscerlo, è roba da secolo scorso. Ora è il tempo dei Social Network", è la convinta e ragionata idea di Alex Kornfeind (uno che indubbiamente sa quello che dice, tanto da essere linkato da Kotler in persona).

Notoria su queste pagine e non, è la mia avversione del tutto emotiva a questo genere di comunicazione... ma ok, mi son detta, parliamone, magari c'è un modo per evitare il rigurgito adolescianziale, modello diario liceale...
Da sostenitore dello strumento Alex è riuscito ad andare oltre le banali spiegazioni, e ad illustrarmi la questione sotto un altro punto di vista:
"Facebook e Linkedin sono due Agorà, dove puoi decidere con chi parlare e di cosa. In uno stai in scarpe da ginnastica, nell'altro in tacchi a spillo; e sono complementari".
L'immagine dell'agorà è stata determinante: mi son chiesta se si può vivere in un paese senza mai andare in piazza: no.

Così, a prescindere dalle mie radicate resistenze, rendo atto ad Alex di avermi passato il concetto che le cose sono cambiate e che se hai qualcosa da dire, devi utilizzare gli strumenti del w 2.0, pena l'inascoltabilità.

Onestamente non so quando le mie barriere da secolo scorso cadranno, ma devo ammettere che è ormai certo ed evidente che prima o poi mi vedrete in tacchi a spillo o scarpe da ginnastica girovagare in rete.
Ma rigorosamente senza il diario del liceo.
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mercoledì 7 ottobre 2009

La legge è uguale per tutti

La Consulta ha deliberato l'ovvio:
la legge è uguale per tutti.
Se poi è vero, come afferma il Presidente del Consiglio Berlusconi, che la Consulta è di sinistra, significa allora che anche la giustizia lo è...

E se invece ammettessimo semplicemente che la nostra Costituzione è una gran bella carta dei diritti? un po vecchiotta questo sì... ma giusta. A prescindere dalla destra e dalla sinistra.
Che, come cantava Gaber, sono contrapposizioni che oggi, in questo Paese, non significano poi più così tanto.
O no, signor Presidente?
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lunedì 5 ottobre 2009

Lost in Istanbul


"Marianna c'è?"

Lo ammetto: sono l'incubo di ogni accompagnatore: quando non conosco un posto la curiosità mi porta sempre un metro più in là. Poi accade che un metro tira l'altro (un po come con i cioccolatini), dietro ogni angolo si scorge un frammento di mondo sconosciuto... e io mi perdo il gruppo... che però di solito ritrovo sempre più o meno nel posto di abbandono... ma... sta volta a Istanbul...

Bisanzio, Costantinopoli, oggi Istanbul, che guarda a Oriente, sempre in movimento, mutevole ed immobile come la storia, capricciosa come i suoi dominatori... sembra che riesci ad aver afferrato la sua essenza, ma dopo un secondo comprendi che non è vero, perché ti sta mostrando un'altra faccia, un altro modo di essere. Il traffico caotico che fa rimpiangere il peggior ingorgo sul romano raccordo anulare, la fiumana di gente che decisa va per dove deve, i minareti che svettano ad ogni angolo, mentre i muezzin irrorano la città di preghiere, forse ascoltate, forse no, comunque volate nel cielo turchese...

In una città così, è ben difficile ritrovare il gruppo da cui ti stacchi... ma il più delle volte ci riuscivo... finché l'inevitabile è avvenuto: un solo angolo di distrazione e il pulmino passò e andò senza di me. Sola a Istanbul, lontana anni luce di traffico dall'hotel. Ho sorriso. Gli altri sicuramente no, soprattutto mentre perdevano mezzora per recuperarmi... me ne scuso ancora...
Inevitabile dopo chiedere
"Marianna c'è?"
Sì ci sono, rispondevo divertita, ma onestamente non del tutto convinta: l'inafferrabilità di Istanbul trascina con se, anche rimanendo nei ranghi...

Sacro e profano vanno a braccetto sul Mare di Marmara, e le deliziose case ottomane accompagnano la fantasia oltre lo stretto, in Asia. Accade così, che seduta su una panchina, al tiepido sole pomeridiano, l'Oriente sembri incredibilmente vicino e gli sconosciuti vecchi amici, mentre la quiete del Bosforo allontana tutto il resto. Accade che i colori diventino protagonisti indiscussi di consigli pittorici e tessili... Accade che vuoi rimare lì (come freudianamente ho fatto... ).

Religiosità e religioni che in altre parti del mondo continuano a falcidiare vite contrapposte, qui ai confini della cultura familiare, sembrano fare pace... Santa Sofia, imponente e grandiosa, moschea forzata, umiliata e depredata nelle sue origini cristiane, oggi è un museo in cui le due anime convivono serene: le contrapposizioni ideologiche lì non trovano più spazio, lì oggi non sembra esistere differenza di credo e spiritualità.

Impossibile non perdersi.
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sabato 3 ottobre 2009

Meditazioni

Invito a leggere questo articolo di Ezio Mauro: dettagliato riassunto della situazione berlosconiana.

http://www.repubblica.it/2009/10/sezioni/politica/liberta-stampa-2/anomalia-occidente/anomalia-occidente.html


Meditate gente, meditate.
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venerdì 11 settembre 2009

Talenti

"La bellezza è un talento".
Così recita la Carlucci nello spot di Miss Italia.

Il concetto mi stride, non mi torna il senso... (forse lo straniero aveva ragione a dubitare che io parli italiano... ) così cerco conforto sul sito Sapere.it. Trovo tre risultati, che parlano di monete, di unità di misura, ma anche e soprattutto di Intelligenza, Ingegno, Inclinazione; presentando come sinonimi Attitudine e Abilità.
Potrei dire: la bellezza è un'abilità? Oppure: la bellezza è un'attitudine? No.
Perchè immediatamente sorge la domanda: per far cosa?
Soldi.
Sì, ma poi?
Niente.

Che orgoglio c'è nell'esser nati belli? Che bravura nasconde avere il cromosoma degli occhi blu? Perchè essere belli deve significare necessariamente essere migliori?

Sull'edizione di oggi di City leggo una bell'intervista di Elena Tebano a Chiara Volpato*. La docente universitaria è lapidaria: "Che tipo di carriera fai usando il corpo?Alla fine vieni usata. E poi: se tu usi molto il tuo corpo, il cervello passa in secondo piano: nessuno te lo riconosce più, anche se ce l'hai. Infine le ricerche scientifiche mostrano che donne che puntano sul corpo pagano un prezzo molto alto. Finiscono per guardarsi con lo sguardo degli altri; non pensano più "Cosa posso fare io alla mia vita?", ma "Cosa provano gli altri di fronte al mio corpo?". Gli studi psicologici mostrano che perdono fiducia in se stesse, hanno scarsa autostima e si ammalano più spesso di depressione".

C'è un altro aspetto.
Tutti i talenti hanno in se la capacità di crescere e migliorare, magari realizzando record, opere d'arte o conquiste scientifiche... qualcosa, insomma, che rimane.
Ma la bellezza avvizzisce. E ben poco può fare la chirurgia estetica: se non vuoi più le rughe rischi di diventare una maschera di plastica...
Eppure sulla canonizzata Rai sta passando tutti i giorni questa grande bugia: "la bellezza è un talento".
Auguri e figli maschi.

* La Volpato è la firmataria dell'appello alle Firt Lady del G8 dell'Aquila per protestare contro il modo con cui il premier parla delle donne; più recentemente un suo articolo "Le donne italiane si ribellano", è stato pubblicato New York Times.



giovedì 10 settembre 2009

Illogiche domande e risposte

"Scusi, parla italiano?"
Strano come una domanda illogica possa mettere in crisi oltre trentanni di convinta italica dialettica...

Parlo italiano?
oddio, sì...
mi pare di sì...
se non me ne parto in dislessia per l'affollamento dei concetti; sì, se non mi metto a parlare nella paterna lingua salentina in preda a crisi nostalgica; sì, se non affetta da rabbia con cui sfoggiare il peggior romanesco...

Penso questo nel mezzo minuto che ci metto a rispondere in italiano che sì, lo parlo.
Allora l'omino straniero, in perfetto italico idioma mi chiede indicazioni stradali: c'intendiamo alla perfezione, nonostante i miei dubbi filosofici su cosa significhi parlare italiano, e se lo faccio.
Ma soprattutto, perchè non avrei dovuto?
L'omino mi legge nel pensiero e mi dice: "Lei sembra proprio mediorientale, e non sapevo se parlarle in inglese, arabo o magari indi".

I dubbi filosofici si spostastano sul nazionalistico...
Mentre l'omino si allontana non posso fare a meno di chiedermi cosa sarebbe accaduto se l'illogica domanda fosse stata posta nel profondo nord...
Illogiche sono anche le risposte.

martedì 8 settembre 2009

Non è più Bongiorno...

"Allegriaaa"
Chissà, magari s'è presentato così al padreterno, il Bongiorno nazional commerciale che non è più...

Proprio ieri, vedendo l'ultimo spot con Fiorello, pensavo che mi era proprio simpatico, e non solo per l'autoironia che giocava sulla grande amarezza per il ben servito in chiaro...

Mi dispiace, veramente.

lunedì 7 settembre 2009

"Quindici Passi"

http://www.repubblica.it/2009/09/sezioni/ambiente/taranto-veleni/taranto-veleni/taranto-veleni.html

Mi si dice spesso che Taranto sia una brutta città. Ed invero il mito dei suoi ori, la particolarità della città vecchia, l'unicità del ponte girevole sono coperti da una immensa ombra.
Quella dell'Ilva.

Forse ricorderai il cartone animato "Conan" e la sua famigerata isola di ferro, Indastria... ebbene, l'Ilva è peggio. Un quartiere di tubi, conteiner e ciminiere sbuffanti fiamme; la notte il cielo tarantino e la sua immediata provincia è rischiarato dai suoi riverberi rossastri...

Giovedì prossimo, finalmente esce un libro che denuncia anche l'aspetto più subdolo dell' Indastria del sud: le polveri sottili disperse nell'aria che sono la causa dei "dati [che] segnalano la presenza anomala, rispetto al resto della provincia e della regione, di una serie di malattie neoplastiche riconducibili all'inquinamento ambientale".

Il libro si chiama "Quindici Passi", di Giuliano Foschini, e denuncia proprio questa situazione, troppo spesso taciuta: l'Ilva balza agli onori della cronaca solo per le morti dei suoi dipendenti...

mercoledì 2 settembre 2009

Dei Ritardi e dei Rientri - ovvero alla ricerca delle valige perdute

Di solito si ricomincia a lavorare nelle proprie città, ma quest'anno, grazia ha voluto che ricominciassi seguendo una manifestazione in terra salentina... una ripresa indiscutibilmente molto soft, per fortuna. Tutto bello, tutto splendido come solo il Salento può essere... fino alla partenza, avvenuta con AirOne/Alitalia. Chiaramente gli organizzatori hanno pensato che la compagnia di bandiera fosse un'ottima rappresentanza e certo il volo è stato gradito... ma...

A Brindisi avevamo già un ritardo di tre quarti d'ora, che spegneva la radiosità della bolognese Maria Grazia, che a Fiumicino non aveva amici e parenti ad attenderla, ma una coincidenza... Finalmente arrivati lei si è catapultata al suo gate d'imbarco, noi al nastro di consegna bagagli. Bagagli che Laura la mattiniera aveva visto scaricare, riconoscendoli persino: dunque avevamo la certezza che erano arrivati con noi.
Il display segnalava la consegna al nastro 12, e tutto un aereo fiducioso attendeva. Nei primi 40 minuti di prassi eravamo ancora molto sereni e chiaccheravamo al telefono con relativi amici e parenti che attendevano oltre cortina: "Sìsì, tutto bene. Sìsì, bellissimo. Sìsì, ora arriveranno: li abbiamo visti, ci sono".
Il nastro comincia a muoversi, il display conferma lo scarico... ma non accade nulla.
Ad un tratto la Giulia intraprendente pensa bene di ricontrollare su un altro monitor il nastro di consegna: era al 15. Trasloco generale. Ma continua a non accadere niente: i nostri bagagli sono ancora giacenti chissà dove.
A circa un'ora dalla stimata consegna, le allucinazioni cominciavano a manifestarsi: per una fortunata coincidenza, avevamo quasi tutti il bagaglio rosso; sicchè, su ogni nastro dove girava qualcosa di scarlatto, a turno ognuno di noi credeva di averne visto uno familiare...
Passata di molto l'ora, avevamo perso speranza e pazienza, mentre una sveglia continuava a suonare nel bagaglio di qualcuno molto sordo, finchè Giulia ci porta le prime notizie ufficiali: "Li hanno scaricati e stanno da qualche parte. Arriveranno, ma non si sa dove. Né quando". Quando l'ufficiale combacia con il noto e l'inutile...
Sconcertati e sconfortati, rassegnati a passare molto altro tempo in attesa, siamo rimasti lì dove eravamo, quando il nastro ha cominciato a muoversi. Più per gioco, che per reale convinzione, abbiamo cominciato ad aspettare i nostri bagagli, quasi fosse un rito propriziatorio...
che però ha funzionato: i nostri c'erano.
Così, dopo un'abbondante ora e mezza, ho passato oltre la cortina delle attese.

Non così fortunata è stata la Maria Grazia radiosa, che non solo ha perso la coincidenza pernottando a Fiumicino a spese della compagnia di bandiera, ma la mattina dopo il suo aereo è partito con un'ora e mezzo di ritardo. E pensare che lei aveva bagaglio a mano...

martedì 1 settembre 2009

Tarantati - Vacanze III parte


LariO LariO LallerOOOO
LariO LariO Làlààà

LariO LariO LallerOOOO
LariOLariO Làllàlàlàlà


Il popolo dei tarantati ha cominciato ad intonare il suo coro già dal trenino partito da Galatina, alla volta di Melpignato.
Io e il Tonino delle ceramiche eravamo partiti nel tardo pomeriggio, percorrendo le campagne salentine che si tingevano dell'oro di tramonto, seguendo stradine nascoste, e scoprendo scorci incantati, con l'intenzione di evitare tutte le forme di traffico possibile. Così l'auto è rimasta a Galatina e noi ci siamo avventurati nella Notte della Taranta in treno.
Dopo una lauta cena a base di panini ai pezzetti,* la serata ha preso il via, spingendoci nel cuore pulsante dei tarantolati.
Tamburelli, canti, vino e sorrisi tra gonne svolazzanti e sandali saltellanti.
Festa, vera festa, che solo vivendola si può capire. Anche se non è più l'evento "puro" di una volta, e in alcuni punti sembra un pasticciaccio brutto tra festa di paese e di partito, c'è uno zoccolo duro di tarantati che si agita ancora sotto il palco con l'unico intento di ballare, scoprendo quali contaminazioni il maestro concertista tirerà fuori dal cilindro. E allora, nei momenti di "vuoto", il popolo intona il suo coro
LariO LariO LallerOOOO
LariO LariO Làlààà

LariO LariO LallerOOOO
LariOLariO Làllàlàlàlà
Il concerto finisce a notte fonda, io e il Tonino delle ceramiche, contenti e soddisfatti bighelloniamo per il paesino, tra cornetti caldi e chiacchere nella piazzetta porticata... solo alle 5 c'incamminiamo per la stazione. Troppi hanno avuto la nostra idea e la folla non entra nella minuscola stazione; i treni hanno destinazioni diverse e ne parte uno ogni mezzora: ci metteremo un'ora e mezza ad arrivare a Galatina, per un percorso di 15 minuti... Il sonno e la fatica hanno dato il benvenuto al sole, che- con vero orrore-, scopriamo essere coperto dalla nebbia.
La campagna salentina era coperta da una fitta coperta umida che annullava tutto quello che c'era oltre i venti metri. Il paesaggio più ipnotico che abbia mai visto, con l'incredibile induzione a dormire ad occhi aperti: alle 7 della mattina il sonno era il nostro peggior nemico.
Così parlavamo. Non ricordo di cosa, era importante solo tenerci svegli. Probabile che io abbia anche delirato. Come il Tonino delle ceramiche sia riuscito a guidare sino in terra tarantina è un mistero. Ma l'ha fatto.
Ci chiedono chi ce l'abbia fatto fare... si può solo rispondere "perchè è bello".
E con il pensiero si va al prossimo anno, alla prossima tarantata.
LariO LariO LallerOOOO
LariO LariO Làlààà

LariO LariO LallerOOOO
LariOLariO Làllàlàlàlà
*Spezzatino cotto in pignatta di coccio, con alloro ed altri aromi: buonissimo.

lunedì 31 agosto 2009

La gatta ha mangiato?- Vacanze II parte

Tra le intenzioni vacanziere c'era anche quella di non preoccuparmi dei felini: niente classica "La gatta ha mangiato?"...

Non avevo fatto però i conti con il gradevole cortile paesano, vero vaso comunicante tra le due case delle due zie ospitanti... sicché, mentre al fresco raccontavo le novità romane, mi sembrò inizialmente normale vedere una macchia nera e pelosa correre in giro: la forza dell'abitudine... ovviamente era un'altra gattina nera, piccolina e molto schiva, che aveva scelto di vivere lì, ed una delle due zie si cura di darle la pappa... ma non un nome... croccantini e bocconcini tornavano così inevitabilmente ad essere un mio pensiero.

Qualche giorno dopo la mia attenzione fu attirata da un passerotto, che se ne stava tranquillo su un ramo altezza spalla, senza volarsene via al mio passaggio... ben presto la storia fu chiara: il piccoletto pennuto era caduto dal nido e non sapeva volare, né la madre sembrava essere nei paraggi. Oltretutto il non volatile sembrava anche poco svelto, perché si fece prendere da me con molta facilità. L'intenzione era di salvarlo dalle fauci feline, ma le zie invece di prestarmi reale utilità, battibeccavano: una diceva che se la gatta non ci fosse stata, il pennuto avrebbe potuto vivere in cortile "in grazia di dio" anche senza volare, l'altra a schernirsi dicendo che la gatta non l'aveva portata lei, ma c'era arrivata sola e che infondo un'aggressione felina era nell'ordine naturale delle cose... io in tutto ciò ero tra le foglie degli alberi a tentar di salvare pennuto e pelosa...
Per qualche giorno la strana convivenza ha funzionato: il passerotto cinguettava zampettando sui rami e la micetta sembrava ignara. Poi i cinguetii son finiti e il pennuto non s'è più visto. Le zie hanno indicato la gatta, una colpevolizzandola, l'altra stringendosi nelle spalle.
Ma io non credo... sono invece convinta che alla fine il passerotto sia volato via.

La piccola micetta nera è chiaramente rimasta, sempre schiva e timidina, alla fine accettava la pappa anche da me, che ogni giorno ripetevo la classica:
"La gatta ha mangiato"?


Non ora, non qui - Vacanze I parte


Due anni. Due anni sono veramente tanti a star lontani da questo mare e dalla sua terra. Ma te ne accorgi veramente quando con i piedi in ammollo cominci a saltellare perchè i pesciolini ti mordono le caviglie. Te ne accorgi quando la sera senti il ritmo della taranta che saltella tra gli ulivi, e ti senti tornare a respirare, come dopo un'apnea lunghissima. Te ne accorgi quando sei felice di chiaccherare con zie anziane.

"Non ora, non qui", di De Luca, è uno dei libri che mi ero portata in vacanza, scelto proprio per questo suo titolo imperioso*, che benissimo si accordava con lo spirito con cui son partita: meritata vacanza vera da tutto e tutti.
Qualsiasi discussione, qualsiasi pensiero, qualsiasi preoccupazione... qualsiasi cosa che potesse procurarmi un seppur piccolo pensiero, o dispiacere, lo annichilivo sfoderando questo mantra estivo Non ora, non qui.
Ha funzionato.
* Il libro è veramente molto bello

domenica 9 agosto 2009

L'ho fatto - ovvero l'imbianchina estiva

Pennelli, rullo, carta vetrata e relativa levigatrice, stucco, spatolina-raschietto, carta gommata, mascherina, cappello, guanti e trabattello... poi... via l'annosa carta da parati e sotto con la preparazione delle pareti per la tinta...
Il salone di casa mia aveva urgente bisogno di una salubre rinfrescata, e così... l'ho fatto. Mi sono buttata senza paracadute in quest'avventura dalle sorti incerte. Il risultato ha comunque centrato l'obiettivo: il salone è pulito e fresco.
Signori, l'esperienza pittorica più estenuante della mia vita. Affrontata in solitaria, più volte ne ho parlato come di una scalata alpina: "Ho attaccato la parete destra". Non sono comunque stata completamente da sola: le anime pie di Giulio e di mio padre con i loro prestanti interventi mi hanno salvato da sicure crisi isteriche da scoraggiamento; il trabattello che mi ha permesso di sfidare l'altezza, è stato montato da un Eraldo piegato dal mal di schiena... ma prima ancora c'era stata Erika, ad aiutarmi con i mobili, e tutti i vari consigli e le dritte per affrontare al meglio questo lavoro che posso definire monumentale. A tutti, grazie.
Ora è finita: mi siedo in poltrona e mi guardo intorno, piena e soddisfatta di una realtà materializzatasi dal mio sudore.

Una mensione la merita anche la mia micetta Costanza, che ha felinamente atteso il ripristino della normalità. Il che significa, che nonostante la retina posta in balcone, e le porte chiuse, la padrona di casa riusciva ad intrufolarsi comunque nella stanza dei lavori, impolverandosi e sporcandosi di tinta... ma era uno spettacolo vederla giocare con i teli di plastica... oppure si acquattava in un angoletto e rimaneva lì, a farmi compagnia, curiosa dei miei spennellamenti...
Quando finalmente ieri ho rimesso tutto in ordine, ma con una nuova disposizione persino nei quadri, lei è letteralmente impazzita di gioia: correva, saltava e giocava incurante del gran caldo.
Onestamente, tra noi due, lei sembrava la più contenta.

Ora ho solo da prendere un treno che mi riporterà in Puglia, nel mio profondo Sud.
Vacanza.

martedì 28 luglio 2009

Sulla Siesta Pomeridiana

Cito testualmente dalla rubrica "Leggendo qua e là" de La Settimana enigmistica in edicola:

"Nel 2002 il Senato spagnolo approvò un documento ufficiale a sostegno della siesta, una delle più diffuse abitudini degli abitanti di quel Paese. Il tradizionale riposino pomeridiano non soltanto gioverebbe alla salute, ma migliorerebbe pure l'efficienza sul lavoro, accrescendo concentrazione, creatività e produttività".

giovedì 16 luglio 2009

Idee confuse

Ho le idee confuse. Il Presidente Napolitano firma il pacchetto sicurezza, che così è legge dello stato. Però! scrive una lettera al Governo in cui specifica i suoi dubbi. Non capisco. O firma o non firma. O le leggi sono scritte bene e costituzionali, o no. Come si fa a dire " io la firmo, ma poi voi la sistemate"? Anche perchè, se c'è una cosa che il ministro Maroni ha chiaramente detto, è che ormai "la legge è solo da attuare". Come si fa ad attuare qualcosa che presenta "rilevanti criticità"? Perchè presentare e far approvare una legge con criticate criticità?
Ho le idee confuse.

Nel frattempo a Grillo è stata negata l'iscrizione al PD, condizione sine qua non per presentarsi candidato alla segreteria. Le reazioni suscitate da questa posizione -che forse era solo una grande provocazione-, ha contribuito a perplimermi ancora di più...
Ho le idee confuse. Cos'è più importante: fare bene al paese, presentandosi con un programma chiaro e realmente alternativo, o fare bene al partito, che a vederlo oggi sembra ancora ingessato in anacronistiche posizioni difensive?

lunedì 13 luglio 2009

Un Grillo parlante in politica

E così l'ha fatto: il Grillo nazionale s'è deciso e si candida.
Era ora. Soprattutto perchè non fonda un partito nuovo, come molti maligni avevano pronosticato da tempo, ma ha deciso per la via più difficile: sbattere in faccia ai dirigenti PD la loro inezia politica.

I commenti? leggili qui di seguito:
http://www.repubblica.it/2009/07/sezioni/politica/partito-democratico-30/grillo-fassino/grillo-fassino.html

Non sono sicura che questa battaglia la vincerà, o se magari, dopo, scopriremo che è stato solo un'abile passaggio da rompighiacchio, che porterà Grillo a fondare un nuovo soggetto politico... ma... se anche fosse?

Se un imprenditore di successo, con regole di marketing e abilità sociale è diventato il Primo Ministro della Repubblica Italiana, perchè un comico-blogger di successo, con la forza della parola, non dovrebbe poter fare altrettanto, e magari anche con maggior successo?

Infondo, citando Renda da Italianotizie.it: "Allo stato attuale, semmai, il dubbio è essenzialmente uno: ce la farà a conquistare consenso popolare e, soprattutto, a far breccia negli apparati di partito? Se guardiamo all’estero la risposta sarebbe scontata. Negli Usa, ad esempio, le novità non intimoriscono l’elettorato (si veda il caso di Obama), né tanto meno il provenire da un ambiente estraneo alla politica (i precedenti di Reagan e Schwarzenegger). L’Italia, però, non è l’America. Non dimentichiamo, infatti, che il nostro è un paese che nel suo intimo, sia che si parli di semplici cittadini che di politici, ama poco le novità e i cambiamenti. Ha poi senso un comico in politica? Come ha sottolineato lo stesso Grillo “ormai le cose serie devono farle i comici” . In un paese in cui, purtroppo, la difesa dei diritti è affidata al Gabibbo o alle Iene, è una verità incontestabile. Se poi consideriamo come la politica italiana negli ultimi anni sia diventata più affine ad un teatrino e ad una farsa, l’ipotesi diviene pienamente compatibile."

Se non l'hai già fatto, una passeggiata nel sito di Grillo te la consiglio, a prescindere dalla condivisione o meno: quello è un posto dove i pensieri sono messi in movimento.

Io una possibilità al Grillo nazionale la darei: che abbiamo da perdere?

sabato 4 luglio 2009

Semplicemente Messico


Vestiti appiccicati dall'umidità. Un cielo più alto e profondo del nostro. Un mare azzurro e celeste oltre ogni più intensa immaginazione. Il sole impietoso placato solo dalle nuvole gonfie.
Messico. Affascinante, colorato, accogliente Messico, che non merita la diffidenza che ora lo avvolge.

Potere dei viaggi stampa, che ti portano dove non ti aspetti, ho passato una settimana sotto il cielo dello Yucatan, a curiosare, fotografare e chiaccherare. E a fare esperienza, come dice il buon Mario, compagno di viaggio ideale e discreto.
Sì perchè, nel favoloso mondo di Mary, in valigia c'è la moka (con tutto il corredino per un perfetto espresso estero), ma non c'è il repellente per le fameliche zanzare messicane... o non c'è la scioltezza per i discorsi di ringraziamento...
Potere dei viaggi stampa che ti mettono nelle situazioni che non ti aspetti, a spasso per la colorata e accogliente Merida, la gente ti sorride e ti chiede da dove vieni, cosa fai, dove vai, e dopo averti accompagnato dove volevi andare e regalato un po di consigli, ti lascia un sorriso di saluto. Finchè arrivano loro, le piramidi Maya, che ti guardano presuntuose, sfacciate, con i loro ripidi scalini offerti alle scalate; orgogliose della loro imponenza, non temono il confronto con l'Egitto. E tu stai lì affascinato, ma poi un movimento attira la tua attenzione: non è chiaro cosa lo sguardo cerchi, quando la vedi: altera e splendida nella sua preistorica bellezza, l'iguana, regnante dello Yucatan, ti si mostra.

Se odi le lucertole, le rovine Maya non sono il luogo ideale: questi piccoli dinosauri, forse discendenti dei draghi, o più semplicemente lucertole troppo cresciute, se la passeggiano tra le rovine roventi come se nulla fosse, forti della loro capacità di mimesi. Per niente intimorite dagli umani, sembrano persino mettersi in mostra nell'obiettivo curioso.
Potere dei viaggi stampa che mettono insieme l'impoderabile, nell'afa messicana le affinità elettive si sono mostrate con il definirsi di eleganti coppie, di fatto e non: "l'infiltrato pagante" Andrea, romanesco compagno dell'Antonella viaggiante, ha fatto da collante tra noi giornalisti curiosi e puntuali oltre la decenza, e i giovani agenti di viaggio, Paolo e Claudia, talmente giovani, da poter essere "bimbi" in vacanza.

Messico e nuvole. Messico e iguane. Messico e mare. Messico e Maya. Messico e tequila.
Semplicemente Messico.

lunedì 22 giugno 2009

C'è chi potrebbe e chi non può

http://www.repubblica.it/2009/06/sezioni/politica/berlusconi-divorzio-8/vita-disordinata/vita-disordinata.html

Consiglio questo articolo di cui sopra, se non altro per l'originale dialettica, sebbene il ministro Bondi sostenga che "L'insidia più grande per la nostra democrazia è l'azione del quotidiano Repubblica ", mentre invece "La realtà, è che un governo democraticamente eletto subisce un'aggressione sistematica (...) sulla base di una campagna scandalistica paragonabile alla pesca con lo strascico".
Di fatto, come sottolinea Messina, "cosa sia successo nelle misteriosissime feste di Palazzo Grazioli, il telespettatore italiano non è riuscito a saperlo. E forse non lo saprà mai, se aspetterà che glielo rivelino i tg di Berlusconia."*

"Diventare giornalisti per la nostra generazione era stato facile, ma rimanere tali è davvero difficile. Per noi è un desiderio irraggiungibile poter invecchiare facendo questo mestiere. Magari potessimo invecchiare. Magari potessimo morire nella nostra redazione. Magari mio padre, che spera ancora di vedermi affiancare al mestiere del giornalista un impiego in qualunque ufficio, ministro o associazione, si convincesse che io un mestiere ce l'ho già da anni! Se ogni giorno non radessero al suolo le mie redazioni, potrei dimostrare a mio padre che lavoro, che non sto giocando ma che sto facendo il giornalista". E' un estratto dell'ultimo articolo scritto da Mohammad Ghouchani direttore del quotidiano riformista iraniano 'Etemad e Meli', prima di essere arrestato sabato mattina. Tratto dall'approfondimento di La Repubblica sulla situazione in Iran.

C'è chi potrebbe e chi non può.


* http://www.repubblica.it/2009/06/sezioni/politica/berlusconi-divorzio-9/silenzio-telegiornali/silenzio-telegiornali.html

venerdì 19 giugno 2009

Se questo (africano) è un uomo.

Potere del digitale terrestre, ieri ho fatto le ore piccole guardando Rai News 24, seguendo un bellissimo servizio sull'immigrazione clandestina.

Sono abituata a vedere in tv i barconi carichi di gente e gli sbarchi più o meno ordinati, ma ammetto di non essermi mai veramente posta la domanda su come questa gente arrivi sulle spiagge libiche.

Hai letto "Se questo è un uomo" di Levi? Pensa alle prime quattro pagine in cui racconta del suo viaggio in treno, della deportazione. Quando le lessi mi venne la nausea e mi girava la testa: non potevo credere che degli uomini fossero così disumani con altri uomini.

Deportazione volontaria. Le persone che partono dalle loro case in Africa l'hanno fatto spontaneamente e pagando, ma hanno maledetto ogni giorno dei mesi di viaggio. Cambiagli colore della pelle, cambiagli sembianze e nome, spostali negli anni '50, e avrai sopravvissuti alla Shoah. Non c'è differenza di trattamento.
E questo solo nel viaggio fino alla Libia, dove in più, hanno ricevuto ogni tipo di abuso dalla polizia libica. Le donne poi... ai livelli di De Sade. Con buona pace delle rassicurazioni di La Russa.
A parlare degli abusi sono gli stessi immigrati, a cui un film documentario ha dato voce. Non ho nessun motivo per non credere che queste storie non siano vere.
"Come un uomo sulla terra" andrà in onda su Rai Tre il prossimo 9 luglio.

Se decidi di vederlo tieniti salda l'anima.


http://comeunuomosullaterra.blogspot.com/

domenica 14 giugno 2009

Cercasi Amélie

"Amori e disastri", "Amore e altri crimini", oppure cartoni animati con il monito "Attento a cosa chiedi: potresti ottenerlo!" questi alcuni film che girano in questi giorni nelle sale cinematografiche.

E' vero, l'amore può essere un disastro, con varianti criminali, ed è sacrosanto avvertire i bimbi che il nostro maggior desiderio, una volta realizzato, può diventare il nostro peggior incubo... Ma film deliziosi e delicati come "Il favoloso mondo di Amélie", non li vogliamo più? Non vogliamo più sognare un po, almeno al cinema? Perché sottolineare sempre e comunque l'aspetto rischioso, corrosivo e patologico dell'amore?
Sarà che potrei scrivere io un film dei disastri dell'amore... o delle passeggiate aspre e ruvide a piedi scalzi sulle sue macerie... ma in tutta onestà, ora sono stufa di tutta questa amarezza d'amore.

venerdì 12 giugno 2009

Avvitamenti verbali

Ieri, giovedì sera, ultima puntata di Anno Zero.

( http://www.annozero.rai.it/category/0,1067207,1067115-1085735,00.html )

Dopo il siparietto caustico di Travaglio, scopro gli ospiti per la parte di governo: Castelli e Ghedini.
No. Penso, non ce la posso fare: insieme sono troppo.
Ma Santoro stoppa le mie aspirazioni di fuga col telecomando e manda in onda la registrazione dell'audizione alla Commissione Affari Istituzionali del Senato di Beppe Grillo del 10/06/2009.*
Era emozionato Grillo, lui abituato a platee e telecamere, lì si è impappinato mentre dichiarava in giacca e cravatta che il governo è illegittimo.
A questo punto le mie intenzioni d'abbandono televisivo sono sfumate. Mi godo i battibecchi con la mia solita partecipazione da stadio... Finché avviene l'imponderabile: mi trovo concorde con Castelli.

Si parlava di spazzatura, di come a Palermo ci sia uno scandalo analogo a quello napoletano, senonché l'ex ministro della Giustizia si lancia in una difesa sugli anticorpi umani. Il concetto è semplice: troppe confezioni, troppa plastica, troppa plastica, troppa immondizia; in più abbiamo gli anticorpi, quindi tutta l'igiene dei supermercati che in plasticano tutto è superflua.
A Roma si dice: e mò mettice 'na pezza.

Ma il bello doveva ancora arrivare, ovvero quando De Magistris colpisce sulla distanza.
Nelle schermaglie, che solo i battibecchi televisivi riescono a generare, De Magistris era in pieno avvitamento verbale con Ghedini, quando lancia l'alabarda spaziale, che suonava più o meno così: Tu hai difeso Dell'Utri, condannato per mafia!**
Il pubblico in studio fa quasi cadere la scenografia dal tifo da stadio.

Ancora De Magistris si rende protagonista, quando calmo calmo denuncia che il piano della P2 si sta concretizzando.
L'ha detto, penso. L'ha proprio detto, anzi, lo sta dicendo ancora...
Peccato che lui stesso, dopo pochissimo, l'abbia buttata in vacca (sempre romanesco docet). Pulce nell'orecchio di tutti...?***

Verso la fine della puntata Marco Travaglio tira fuori la certificazione, con tanto di marca da bollo, del suo casellario giudiziario: vuoto. Proprio non gli andava giù, a Travaglio, che Ghedini ripetesse più volte in diretta nazionale che era anche lui facente parte del club dei condannati. Al Ghedina furioso, però, non è riuscito di provare come Travaglio sia stato condannato. Io confusa, ho cercato info: le trovate più giù.****

Ad ogni modo: è estate, i giornalisti vanno in vacanza, i politici vanno in vacanza, le trasmissioni politiche vanno in vacanza...
Io, se continuo nella vera pratica della finanza creativa, forse, andrò in vacanza.



* http://www.repubblica.it/2009/06/sezioni/politica/grillo-audizione/grillo-audizione/grillo-audizione.html
** http://www.disinformazione.it/loggiaP2.htm
*** Personalmente non ho trovato documentazione in merito.
**** http://centrodestra.blogspot.com/2008/10/travaglio-condannato-otto-mesi-il.html

giovedì 11 giugno 2009

L'ho visto - ovvero il film Saturno Contro

E così, dopo quasi un anno che ammorbo con il mio Saturno Contro, ieri ho deciso di affrontare IL film.
Un po come si va dal dentista, pensando che sia un male necessario, pronta a ricevere 'la botta', senza però sapere come sarebbe arrivata; mi sono accomodata sul divano, ho messo su canale 5 e ho cominciato a vederlo.
Gran bel film. Mi gustavo l'architettura dei dialoghi a due, veri valzer della comunicazione umana; mi gustavo la fotografia e la splendida regia... e intanto ascoltavo le mie emozioni, cercavo di capire se la botta saliva o meno.
Il film è finito e io mi sono letteralmente persa dietro la canzone di coda... ma niente di più.

Per quanto sconvolgenti, i film di Opzetec hanno quasi sempre finali propositivi, più che positivi: uno su tutti, Le Fate Ignoranti. Ma prima del finale il senso di smarrimento è contagioso, il dolore quasi personale: come se le nostre paure più intime fossero vissute da un attore al posto nostro. Per questo ho sempre avuto vero timore reverenziale per questo film, di cui conoscevo la trama.
Ma con mio stupore, oltre ad uno smarrimento nella scena dell'obitorio, sono rimasta presente a me stessa. Forse perché 'il diavolo non è così brutto come lo si dipinge', forse perché l'aver già vissuto direttamente molte delle mie paure più intime mi ha schermata... fatto sta che il film Saturno Contro non mi ha stravolto i sensi emotivi come gli altri.

Anzi, nonostante le architetture dei dialoghi siano veramente eccellenti, mi rimane la sensazione di un film per alcuni versi sfuggente: mi è sembrato troppo incompiuto il rapporto della Buy con i figli, e soprattutto con Accorsi, che incarna l'indecisione sentimentale tipica dei maschi... ma forse la fragilità di questi passaggi incompiuti è propria dell'incompiuto umano, dove tutto è indivenire e mutevole...
Anche se si ha Saturno Contro -non il film- e dopo un anno sembra tutto uguale!
Grandiosa Ambra.

Una cosa però è certa: nell'ultimo anno poche cose, oltre a questo film, mi hanno fatto venire voglia di una bella, sana, potente e affumicata sigaretta!

lunedì 1 giugno 2009

Dei corsi e ricorsi storici, ovvero i circoli viziosi

Tu ricordi cosa stavi facendo oggi dello scorso anno? come vivevi, cosa agitava il tuo amino?
Io sì, ricordo ogni attimo, ogni fotogramma che lo ha preceduto. E forse sembrerà un'assurdità, ma...
Oggi è tutto uguale al 1 giugno dello scorso anno... certo, i dettagli sono diversi: ora piove e l'anno scorso c'era il sole... sto per partire, non per l'Egitto, ma per la Sardegna... nel pomeriggio andrò a vedere una mostra, non sull'Ottocento, ma di arte contemporanea... e le pieghe della mia vita privata sono pressocchè invariate...

Lo vedi? Nel post Saturno Contro - non il film-, non esaggeravo affatto quando scrivevo che in questo ultimo -ampio- periodo è stato, ed è, come nuotare contro corrente, tornando sempre al punto di partenza! E oggi ne è la prova provata. Ti dirò, da una parte la cosa mi è di sollievo: non sono matta.

Negli ultimi due mesi sono successe tante cose belle. Ma ciò nonostante i corsi e ricorsi storici vanno così veloci da formare quasi dei vortici, dei circoli viziosi che si portano dietro tutto.
La corrente forte è quella che è, ormai è chiaro ed evidente: inutile combatterla, ma... ma posso muovermi diversamente.

Oggi non voglio che sia come l'anno scorso. Non andrò a vedere la mostra. Forse domani o dopo domani. Ma non oggi.

sabato 30 maggio 2009

Estremismi

Seguendo il tg, oggi a pranzo ho saputo della signora inglese che dopo una trentina d'anni ha ritrovato il figlio (rapito dal di lui padre). La notizia è una di quelle che ti allargano il cuore: dopo tutto i sogni si avverano... ma forse non capirai perchè ne scrivo... perchè il ritrovamento è stato opera di Facebook.

Proprio nel mio ultimo post continuavo ad avidenziare l'aspetto boomerang dello strumento, quindi oggi mi è doverosa questa segnalazione.
Ormai si sà: a me Facebook non piace, ma è evidente che in casi particolari è uno strumento che ti risolve la vita. Nè più, nè meno di un elettrodomestico: penso al coltello elettrico: io non lo useri mai (distratta come sono ci metterei zero ad affettarmi), ma sicuramente per alcune persone è l'unico modo di tagliare il pane...

In verità sono lieta per la signora inglese, e per me: questo episodio mi ha ricordato che le posizioni estreme non sono valide su tutti gli argomenti, anzi...

mercoledì 27 maggio 2009

Di nuovo su Facebook

Ormai è notorio che Metro è uno dei miei spacciatori preferiti di notizie.
Ieri dunque il mio tragitto sotterraneo è stato percorso con la consueta compagnia cartacea.
Nella pagina delle Lettere c'era un editoriale di tale Marina Morpugo, giornalista.
La signora raccontava che una giovane incosciente milanese, ha incautamente scritto sulla propria pagina Facebook, che avrebbe preferito essere a Santo Domingo e non in azienda. Ciò le ha procurato un licenziamento "consensuale".

Sicchè, dopo i ritrovamenti, gli amori, i tradimenti, le separazioni, le assunzioni, com'era da prevedere arrivano anche i licenziamenti. E io mi ripeto: un incubo.

...anche perchè ho scoperto che per ritrovare un pezzo del proprio passato, basta non cambiere numero di telefono e mantenere in vita la classica vecchia agendina....

giovedì 21 maggio 2009

Che mondo sarebbe senza Fichi Secchi?

"L'Alto Commissariato dell’Onu per i rifugiati conta come il due di picche, cioè un vero e proprio fico secco".
Così il ministro della Difesa della Repubblica Italiana, Ignazio La Russa, qualche giorno fa, polemizzando con la signora Boldrini, portavoce in Italia dell'organismo internazionale.

Signori, ci sono rimasta male. Ma non per una questione di bandiera politica, nè di umana solidarietà con gli africani. Mi ha deluso l'uomo; mi ha deluso il ministro La Russa.

Sarà stata colpa di Fiorello, che con le sue imitazioni l'ha reso un divertente uomo del "popolo di destra"; sarà stata anche la politica equilibratra dell'ormai ex AN... fatto stà che il ministro La Russa mi sembrava uno dei meno peggio, soprattutto se accostato agli esponenti della Lega...
Sbagliavo, enormemente.

Dire che l'Onu non conta un fico secco è riportare l'umanità indietro di cento anni.
Significa dire che non ce ne frega un c***o della povertà dell'Africa, dei diritti umani del Tibet, delle bidonville brasiliane... e l'unica cosa che conta è il nostro orticello nazionale. Significa essere di un egoismo mostruoso e disumano.
Ma la globalizzazione, che io sappia, si porta dietro un'intrinseca necessità di sostegno all'altro, di tutela del vicino...
Invece noi, orgogliosi, rispediamo gli emigranti in Libia: "Ho insistito per avere notizie - ha detto La Russa - sulle condizioni umanitarie in cui si vengono a trovare coloro che noi abbiamo riaccompagnato in Libia. Ho avuto risposte esaurienti". "Nessuno è stato rimpatriato contro la sua volontà", "Non c'è stata alcuna azione di rimpatrio coatto nei confronti di nessuno". , dice ancora La Russa.

Vi ricordo che stiamo parlando di un paese in cui governa un dittatore che nessuno è riuscito a detronizzare, il colonnello Gheddafi. Un uomo che nel 1986 quasi bombardava Lampedusa*, ma a cui tutto si perdona perchè (penso io), citando Batà "sono vitali per le due economie [Italia e Libia]i numerosi accordi commerciali già stipulati". Tanto che la settimana scorsa l'Università di Sassari ha conferito a Gheddafi una laurea ad Honoris Causa in Legge**.

Tirando le somme: l'Italia si lamenta giustamente con l'Europa Unita di essere lasciata sola a gestire il dramma dell'immigrazione. L'Europa continua a latitare. L'Italia a questo punto che fa? Memore dei suoi trascorsi di nera povertà, di immigrazioni strazianti, di sfruttamento indegno... chiude le frontiere e rispedisce al mittente. Di fatto se ne lava le mani come la UE.
Ma al mittente che succede? Cosa accade di queste persone? Perchè non ce lo dite? Mi riufito di pensare che non sia un problema "nostro"; tant'è che il presidente Gianfranco Fini, all'epoca di Fiuggi disse che l'unico modo per evitare l'immigrazione clandestina era aiutare le popolazioni in loco... (credo fu l'unica volta che fui realmente concorde con lui...)
Forse non tutti sanno che il colonnello Gheddafi ha detto in merito cose sensate: cito: "La malattia dell'Africa è soprattutto la solitudine e l'isolamento", "La popolazione ha bisogno di cibo e acqua". In realtà quest'ultima frase comprendeva anche il concetto che l'Africa non ha bisogno di democrazia, ma ormai Gheddafi è un uno statista degno di fiducia... sorvoliamo.

Stando così le cose, posso solo chiedermi che mondo sarebbe senza Fichi Secchi.


*http://cronologia.leonardo.it/storia/biografie/gheddafi.htm
**http://quandofuoripiove.wordpress.com/2009/05/12/laurea-ad-honorem-in-legge-al-dittatore-gheddafi/


http://www.repubblica.it/2009/04/sezioni/cronaca/immigrati-6/frattini-vertice-ue/frattini-vertice-ue.html

giovedì 14 maggio 2009

Rispettanze, ovvero elogio all'approssimità maschile


Ieri, con la testa su un soffice materasso di coccole e nuvole, ho preso la metropolitana. Chiaramente obliterando il biglietto, come sempre sui mezzi di pubblico viaggio. E come sempre l'ho infilato serenamente in tasca.
Solo che quando mi è stato gentilmente chiesto dal personale di servizio, non c'era più. C'era, sì, una vasta collezione di altre date ed orari, ma quello giusto no. La mia distrazione fu così sanzionata.

Ok, ridacchia pure... finito?

Mentre poi raccontavo questa cosa, ho detto: "fosse stato un uomo, vedendo tutta quella collezione di biglietti usati, avrebbe chiuso un occhio, capendo che lo avevo realmente perso. Ma era una donna..."

Questa considerazione, bada bene, non l' ho fatta perché penso che un uomo sarebbe cascato nei miei occhi dolci (perché di occhi dolci non ne faccio), ma perché la brutale verità è che noi donne 'siamo cromosomaticamente intolleranti alla non rispettanza'. Di cosa? ma di tutto: ogni donna ha la sua mania di rispettanza. C'è quella che vuole si rispetti la casa pulita, quella che ci tiene ad avere la famiglia seduta a tavola quando serve i pasti... ecc.ecc. Questo desiderio di rispettanza negli uomini si traduce in "essere rompicoglioni".
Non che loro non abbiano le loro fisse o siano degli anarchici bombaroli, sia chiaro, ma loro, se non sono militari di carriera, ammettono l'eccezione alla regola.

Già sento il chiacchiericcio polemico delle signore, che in coro si riassumono: "ma noi donne siamo l'emblema della duttilità, del multitasking!" vero.
Ma ammettiamolo: in tutte le duemila cose che facciamo, le facciamo seguendo le nostre regole, e non usciamo mai da quelle. E quando deleghiamo, lo facciamo già sapendo che ce ne pentiremo: "ma che detersivo hai preso? ma il pupo ha la maglia di cotone e non di lana. ecc.ecc.". E loro con gli occhi al cielo non capendo: "è un detersivo, no? pulirà. E' una maglia, lo terrà caldo comunque. ecc.ecc.". E noi a spiegare che il detersivo nostro lava anche le macchie di vino, che ancora non fa così caldo da levare la maglia di lana ecc.ecc. E ce ne andiamo via sbuffando sulla loro approssimazione.

Però! però se una mattina con la testa su un materasso di coccole e nuvole perdiamo il biglietto che sempre facciamo, e una donna ci fa la multa, pensiamo "un uomo avrebbe capito".

Morale: signore mie: se i nostri maschi non sono sempre così rispettanti, chiudiamo un occhio. O se proprio non ce la facciamo a tacere, almeno accompagnamolo con un bacino...

mercoledì 6 maggio 2009

Patatine e pop corn

Mia nonna era tassativa e imperiosa: "i panni sporchi si lavano in famiglia". Il principio fondativo è quello che nessuno deve parlare delle cose tue. Chissà lei che direbbe di tutto 'sto fracasso nazional popolare in casa Berlusconi.

Onestamente: da una parte capisco la signora Lario, però mettere il proprio divorzio così, sulla pubblica via...Insomma fai quello che devi, e semmai dopo ti sfoghi sul giornale che preferisci. Anche perchè, come Feltri ha ricordato, la signora non ha un passato lindo e pinto. Onore a lei e al suo maturo decoro materno... però...

Però... la mia nonna mi perdonerà... ma signori, che gusto! Patatine e pop corn: meglio di desperate housewaives! Con il Presidente Berlusconi a spiegare che è tutta colpa delle sinistre... grande! Insomma la signora Lario è una bella donna, che però non ha opinioni proprie, e ripete ciò che gli dicono gli altri. Ma se è così influenzabile, come mai non da ascolto al proprio marito?

sabato 2 maggio 2009

Fuori dal coma


Una frase in un libro. Una canzone. Il racconto di un amico/a. Un incontro.
Sono sempre stati vari i modi in cui arrivavo ad afferrare nuove consapevolezze.
Ma mai mi era capitato vedendo un'intervista.

Stasera son tornata a casa presto, dopo un lungo 1° maggio, e ricordandomi che è venerdì, ho acceso la tv per seguire la Bignardi. Così ho intercettato l'intervista a Lucilla Agosti, tipa di cui ignoravo l'esistenza.
La ragazza mi ha colpito subito positivamente e più parlava più mi ricordava qualcuno; un ricordo che non nasceva dai contenuti, ma dalla freschezza dei suoi modi allegri, dall'ironia e dall'apertura mentale con cui si approccia alla vita.
Ad un tratto, con la stessa forza shoccante di un gavettone d'agosto, ho capito.

Me. Mi sono rivista in lei.
Ma chi mi ha conosciuto negli ultimi sei anni potrebbe essere d'accordo?

No.

No: chi mi ha conosciuto negli ultimi sei anni può dire tutto di me, magari anche riconoscermi ironica e molto aperta mentalmente, ma frizzante e smart no.
E non c'è niente, assolutamente niente, che io possa dire che può far credere il contrario.

Come è potuto succedere?

In realtà so benissimo cosa sia successo in questi sei anni; so benissimo che gli ultimi due li ho passati impegnata in una seria resistenza passiva verso Saturno Contro - non il film-... però...
Per capirci è proprio come essere fuori da un coma durato anni e guardarmi allo specchio:
ma che davvero questa sono io? ma mica ero così.
In pratica ho scoperto di non essere più quella che credevo di essere, mentre però ero ancora convinta di esserlo... ovvio che poi molte cose girassero in modo strano...

La cosa splendida è che ora le persone che mi conoscono da tanti anni mi "ritroveranno", mentre chi mi conosce da meno tempo potrebbe piacevolmente stupirsi.
Che bello!

venerdì 24 aprile 2009

Mezzi pubblici, Comitati e giovani promesse

"Prendete i mezzi pubblici!" è il continuo appello che arriva come un tamtam bipartizan, dai governanti romani. Il motivo è comprensibilissimo, ma non lo è altrettanto perchè una persona dotata di senso di consevazione dovrebbe impiegare anche un'ora e mezza, con almeno tre cambi mezzi, per andare a fare quello che deve fare... ma tant'è...
Immaginate dunque: una mattinata appesa sui mezzi,la cui ricreazione è stata una conferenza stampa della Brambilla in cui si beava di aver costituito un Comitato di 20 cristiani per la razionalizzazione della formazione turistica e la promozione della cultura dell'ospitalità. Stress e scoraggiamento istituzionale che se ne vanno a braccetto. Finchè, sulla via di ritorno, m'imbatto in alcuni ragazzi imberbi, con il musetto ancora bagnato di latte in tutti sensi, che ligi tornano a casa dopo una sana mattinata educativa a scuola.
I teneri adolescenti cominciano a parlare di politica. Mia croce e delizia, passione giovanile e amarezza matura, sfacciatamente a sinistra, la politica mi attrae sempre e comunque. Tendo un orecchio curiosa.
"Io sono antisemita", esclama orgoglioso il più scafato. "Perchè?", chiede attonito il più piccino, timidino e chiaramente incapace di difentere se stesso ed il buon senso civico. "Perchè", risponde l'ignorante adolescente "gli altri non si devo impicciare delle... cioè... ognuno deve stare a casa sua".
Che faccio? Mi giro e gliene canto quattro, o ignoro in amor di libero pensiero? decido d'ignorare. Ma l'imberbe continua orgoglioso e pimpante della sua apologia della razza: "Odio ebrei e negri, stessero tutti a casa loro".
Taccio inorridita ed offesa, però mi giro: voglio guardare in faccia il futuro dell'Italia. E' il classico 'ragazzo bene', una giovane promessa, che prosegue: "Anche i neri odiano i bianchi da sempre: è normale. E' biologico. Siamo diversi".

Mi avvento sul giovane idiota, il futuro dell'Italia, lo sbatto alle porte e "sì, i neri ci odiano, e fanno bene, idiota. Fanno bene ad odiare i bianchi che persone spegevoli come te prima hanno resi schiavi, poi poveri sino all'impossibile deprendando la ricchissima Africa. Fanno bene ad odiarci ora che non gli permettiamo neanche di crescere il proprio cibo, perchè invece devono coltivare i nostri biocarburanti. Noi odiamo loro? Certo che li odiamo: i loro occhi neri di brace sono il nostro senso di colpa."

Il mio istinto educativo 'vecchia maniera' deve essere passato nel mio sguardo:il giovane razzista ha chiuso frettolosamente la sua apologia e s'è ritirato in fondo alla vettura, con la sua bella, temo, anche stupida.

"Prendete i mezzi pubblici" dicono i governanti romani. Sfinitevi sui mezzi pubblici, gioite dei Comitati per la razionalizzazione della formazione turistica e la promozione della cultura dell'ospitalità, e poi scoprite che bella gioventù stiamo crescendo, che magnifici giovani saranno al timone della futura Italia!

mercoledì 22 aprile 2009

Le settimane enigmistiche


Cito testualmente dalla rubrica "Spigolature" de "La settimana enigmistica", in edicola sino al prossimo sabato.

"Com'è noto il territorio del Giappone è spesso interessato da fenomeni sismici. I cittadini stranieri che si trasferiscono nel Paese, perciò, sono subito sollecitati dalle autorità ad acquistare un kit di sopravvivenza che può tornare utile in caso di terremoto. Inoltre, ricevono dettagliate informazioni inerenti ai lughi di raccolta e alle procedure di salvataggio."

venerdì 17 aprile 2009

Raiz, Ron e interrogativi impegnativi


Roma, pieno pomeriggio, traffico. Unica distrazione la radio. La mia radio. Ad un tratto, il dj (Armandino, per la cronaca), mi stupisce e passa "Scegli me" di Raiz. Sarà stata la noia del traffico, sarà stato il bisogno viscerale di non pensare alla contrazione muscolare che affligge le mie spalle da due giorni... sia come sia, me la sono ascoltata. Sì perché devi sapere che le canzoni d'amore generalmente mi provocano una non indifferente e appiccicaticcia orticaria.
Questa canzone, che ho sempre etichettato come inascoltabile, sia per il testo, che per la melodia 'gigiona', per dirla alla Ventura, a sorpresa ieri pomeriggio mi ha aperto il cuore e mi ha fatto venir voglia di fare sega a lavoro per andare a sposarmi... Ora, è vero che il traffico romano può dare alla testa, però mi sono resa conto che l'apprezzavo non solo per il tedio, ma proprio perché la sentivo mia. Evidentemente crescendo sono più disposta ad eccettare il romanticismo emotivo, ma non basta a spiegare perchè "scegli me" mi stravolge i sensi.
Questa consapevolezza stupita e meravigliata, non spiegabile, non se n'è più andata, sostenuta dalle note 'arabeggianti' del brano.

Questa mattina altra fila, ma in ambulatorio per un tiket. In testa sempre Raiz con i suoi respiri condivisi, finché la filo diffusione ha passato Ron con la sua "Non abbiam bisogno di parole". Senza accorgermene sorridevo mentre la canticchiavo sottovoce, lieta e riconoscente per questa canzone che su di me ha l'effetto di un gradito incontro con un vecchio amico. Sì, perché questo brano è il mio manifesto dell'Amore. Senza fronzoli, senza robe inutili, ma libertà, libertà, libertà, perché "seguirò il tuo volo senza interferire mai, perchè quello che voglio è stare insieme a te, senza catene, stare insieme a te".
Ma allora, se per me l'amore è questo, come mi colloco l'ebrezza che Raiz m'ha regalato?
Interregativo impegnativo. A cui mi sono abbandonata avendo un'oretta buona di nulla da fare in fila.
Aggrovigliata tra le emozioni, i testi delle canzoni ed i miei ricordi, ad un tratto mi sono posta un altro interrogativo, più impegnativo del primo: ma la razionalità che porta Ron a dire che non hanno bisogno di parole, che raccoglierà i suoi fiori persi per strada ecc.ecc... da che tipo di amore nasce? La fiducia che porta me a dire che non interferirò mai nel suo volo, su quale certezza si fonda? Ed ecco le note arabe di Raiz a rispondermi: "vivo solo dove vivi tu, e respiro se respiri tu, non ci sono ma e nemmeno se, quando scelgo te e tu scegli me, dammi una fede e ti giuro che la seguirò, dammi una terra e ti dico che l'abiterò, l'unica patria per cui lotterò sarai tu, a questa vita non potrei chiedere di più".

Il mio interrogativo impegnativo ha trovato la sua risposta: scegli me per non aver bisogno di parole. Consapevolezza banale, forse, ma per me nuova ed illuminante.
Ho capito che la libertà e la fiducia da sole, senza l'abbandono totale all'altro, non fanno l'Amore.

martedì 14 aprile 2009

Bivio


Da troppo tempo ero di fronte a un bivio. Un sacco di volte ho creduto di averlo superato, imboccando sempre nella stessa direzione, ma dopo pochi passi era di nuovo lì, prepotente nei suoi inviti a cambiare strada.
Se è vero che la Pasqua è un momento di rinnovo, allora non potevo scegliere momento migliore per imboccare la strada sconosciuta del mio bivio.
Ho fatto solo un passo sul nuovo percorso, eppure già tutto sembra diverso.
La via dove sono ora mi porta verso l'ignoto, ma per la prima volta da tantissimi anni, non ne ho paura.
Ciò nonostante non mi sento felice, anzi. So che alcune cose che lascio mi mancheranno per tutta la vita. So che ci saranno innumerevoli sere buie e fredde in cui vorrò tornare indietro... però mi sorrido: se le cose belle che lascio mi sono destinate, come per tanto tempo ho creduto, allora le reincontrerò. Prima o poi.

giovedì 9 aprile 2009

Barbie, il Grande Fratello e la maestrina dalla penna rossa

Ieri sera sui canali in chiaro non c'era niente di mio garbo, e visto che dispongo solo di quelli, ho fatto allegramente zapping. E spesso mi sono imbattuta nel Grande Fratello, con i suoi replicanti Barbie e Ken, impegnati nell'annuale 'fotoromanzo live'.
Ora, i reality della Ventura li seguo volentieri, ma il Grande Fratello ha qualcosa d'intreseco che da sempre m'indispone. Ieri sera ho voluto sfidare me stessa e dare un'occhiata: m'è venuta l'orticaria intellettuale e la Marcuzzi m'ha seriamente deluso.
Pur non conoscendo la trama di questo 'Barbie fotoromanzo live', una cosa è uscita fuori in maniera incontrovertibile: quando qualcuno dei replicanti Ken tentava di esprimere un proprio concetto dissonante dalla massa costituita, la Marcuzzi alzava il ditino da maestrina dalla penna rossa e: "No,no, questo non si fa. Vedi: gli altri non le fanno queste cose, perchè tu sì invece? No.no. non si fa." Inutili i tentativi di un giovane Ken 'messo in mezzo', di spiegare che lui ha un proprio carattere e una propria logica: "ma gli altri, in tutte le edizioni, non hanno fatto così", a ribadire la maestrina dalla penna rossa.
Ma sti cazzi degli altri!
'Sto giovane Ken, forse non troppo replicante, ha offeso nessuno? No.
Ha picchiato qualcuno? No.
Ha rubato? No.
La sua colpa pare sia stata quella di farsi gli affari propri.
"No, no. Non si fa così, gli altri lo facevano. Gli altri si sono integrati. Tu no: devi fare come tutti gli altri".
L'omologazione supera se stessa e diventa castrazione.

Per la cronaca i dati di ascolto parlano di 6.050.000 telespettatori, per uno share del 28,61%.

mercoledì 8 aprile 2009

Si può fare



Sono 31 i furgoni carichi di cibo, acqua, coperte, medicine e vestiti, partiti questa mattina alla volta di Castelnuovo e altri otto piccoli paesi rasi al suolo. Mentre scrivo stanno consegnando i pacchi che ieri con altre 300? 400? 500? persone abbiamo impacchettato e caricato.

Nessuno avrebbe mai pensato che una 'piccola' radio locale potesse riepire 31 furgoni con beni di prima necessità, e che poi tutta sta gente si alternasse fino a notte inoltrata a smistare e caricare. La cosa ha talmente stupito che il Tg3 Regionale e i Radicali ieri ci hanno dedicato un servizio. Credo oggi lo farà il Tg3 Nazionale.

Invece si può fare.

http://www.youtube.com/watch?v=WoXXQkW5OVw

martedì 7 aprile 2009

Perchè amo Radio Rock


Fuori dagli schemi, politically scorrect, voci non impostate, musica rock, metal, ma anche jazz, blues ecc.ecc: questa è Radio Rock, la mia radio da una quindicina d'anni.
Spesso mi hanno chiesto come faccio a sentire questa radio... ovvio, quel genere di musica è la mia musica... ma non solo...

Da questa mattina questa 'piccola' radio privata romana, sta organizzando e coordinando in diretta una raccolta di beni di prima necessità per le genti dell'Abruzzo. Molti ascoltatori si sono resi disponibili a fare "da ponte": si trovano in quasi tutti i quartieri romani, e raccolgono i beni, che stasera porteranno in radio. Domani mattina, autorizzati dalla Protezione Civile, alcuni speaker con altri volontari, porteranno tutto in Abruzzo, con furgoni sempre messi a disposizione degli ascoltatori.

Ecco perchè amo Radio Rock.

lunedì 6 aprile 2009

La paura del buio nella notte più lunga


Il silenzio intenso della campagna che culla i sogni... poi un forte boato, il letto che se ne va a spasso per la camera, i cani che abbaiano, Lui che da sopra un abbraccio mi ripete che è finito, che non è successo niente... poi la luce accesa fino all'alba nella notte più lunga: la paura del buio che è la paura dell'ignoto... dell'attesa. I nervi tesi a scattare al minimo rumore, alla minima vibrazione... Dall'inizio un unico pensiero: sta volta è forte, sta volta non lontano sono muri crollati, sta volta ci sono persone che non si salvano. E sei impotente. Non c'è niente, assolutamente niente, che tu possa fare per evitarlo, o proteggerti.

Non è il mio primo terremoto, ma il primo che mi ha toccato nel profondo. Probabilmente perchè ho vissuto direttamente solo "scossette", mentre quelle veramente forti non erano mai arrivate fino a me, e perchè non conoscevo nessuno che fosse coinvolto nell'epicentro. E anche se nell'ultimo, quello dell'Umbria, era rimasta danneggiata la splendida basilica di Assisi, non ho passato la mattina di fronte la tv o attaccata alla radio, con un groppo in gola. Un groppone che avevo anche quando ho chiamato il mio collega e amico de L'Aquila, Maurizio, e mi diceva che hanno tirato fuori la sorella dalle macerie, che non poteva raggiungerla in ospedale, perchè lui è a Roma...

Dico io, ma ci vuole così tanto a impare dai giapponesi? Loro vivono terremoti del genere tutti gli anni, ma non sopportano queste distruzioni...

giovedì 26 marzo 2009

Di un libro divertente


Roma, sole, caldo, una mattinata molto fruttuosa dal punto divista tecnico: soddisfazione condita di ottimismo e La Feltrinelli, lì, spalancata su Largo Argentina. Impossibile resistergli.

Ne sono uscita felice e contenta, con due libri. Di uno ne avevo sentito la recensione a "Per un pugno di libri", settimane fa; dell'altro mi ha sedotto il titolo: "Diario di un fumatore". Considerando che non posso più fumare, né partecipare alle altrui aspirazioni, forse leggendo il diario di uno che fuma, mi son detta, la sigaretta mi mancherà meno.
Come una bimba impaziente di scartare il nuovo giocattolo, io sulla metro, appena conquistato un posto a sedere, ho subito preso a leggere il libro 'sconosciuto', il nuovo compagno di viaggio.
E ho cominciato a ridere quasi subito. Un sorriso largo e sentito, che in alcuni tratti diventava la vera sghignazzata che avrebbe voluto essere una sonora risata... tipo quando si rideva a scuola e non si voleva esser sentiti dalla prof, che invece ci ignorava con pietà. Ecco, i compagni di vagone mi ignoravano alla stessa maniera.
Ridevo perché ho riconosciuto le mie stesse argomentazioni di quando fumavo, e le stesse azioni di oggi che (sigh!) ho smesso. Inoltre l'autore racconta situazioni autobiografiche non proprio ilari con piglio talmente auto ironico, da non poter resistere al divertimento. Il tutto raccontato con una scrittura secca e snella.
Arrivata alla mia fermata non vedevo l'ora di riprendere la lettura... ma ho da finire la Pompadour: i libri, come le persone, non vanno mai traditi, poi non ci si capisce più niente.
Insomma, se il buongiorno si vede dal mattino, le sei pagine che ho letto, dovrebbero preludere ad un libro veramente divertente.
Che ovviamente vi consiglio, almeno le prime sei pagine!

martedì 24 marzo 2009

Le gioie della campagna. O no?

Anche oggi sto in campagna, sui colli prenestini, anche se il tempo non è splendido come quello di ieri, in cui il sole tiepido scaldava al punto giusto, con un leggero venticello freddino. Lui era andato presto a lavoro, e già dal mattino la luce non c'era: lavori dell'Enel mi avevano riportato al 1800! Immagino le facce cittadine perplesse: "chissà quanto ti sarai annoiata", mi direte. Neanche cinque minuti, vi rispondo. In effetti fino alle 17 non ho potuto vedere la tv, ascoltare un cd o la radio, né tanto meno utilizzare il pc e il web. Ero fuori dal mondo. L'unica compagnia che ho avuto, è stata quella di Costanza e dei suoi due fratellini felini; gli uccellini fornivano la musica da compagnia.
Così, mentre io prendevo il sole, leggendo pigramente un libro sulla Pompadour, i micetti saltavano sugli alberi, cacciavano cavallette e lucertole oppure mi salivano sulle gambe per fare le fusa. Poi ho ricordato che avevo la macchina digitale, così mi sono messa a fotografe i fiori in Macro, ed ho fatto servizi fotografici ai gatti usando gli scatti sequenza... e quando il sole non ha potuto più scaldarmi, ho un fatto un riposino. Dopo il caffè, con comodo sono andata a fare la spesa per la cena. A quel punto ho acceso la tv: erano le 18, così mi sono dedicata alla preparazione e all'accensione della stufa a legna (sì, perché, quando dico campagna, intendo campagna!). Ed io ero contenta, serena, rilassata come non lo ero almeno da maggio scorso (quando ero a Cuba, per intenderci).

Oggi, di nuovo nel mondo civile, dopo le normali incombenze casalinghe, mi sono collegata on line e ho letto il nuovo post della mia The Quenn:
http://starwords.blog.tiscali.it//Caccia_aperta_1976554.shtml

Se approveranno questa legge, la prossima volta che potrò prendermi un lunedì di vacanza dal mondo, avrò gli spari a farmi compagnia, con la paura che uno dei miei adorati micetti finisca nel mirino.

sabato 7 marzo 2009

Dell'Arte Contemporanea


Come sapete, oltre a praticare la nobile arte del giornalismo, insegno arte e pittura. Questa seconda attività mi porta a scontrarmi inesorabilmente con l'incomprensione dell'incomprensibile Arte Contemporanea astratta o concettuale che sia. L'argomento è titanico, le cui radici affondano nei graffiti preistorici, ma lavorando ad una recensione d'arte contemporanea*, mi sono imbattuta in un'intervista che credo illuminante.
Si tratta di una chiacchierata tra un artista trentenne che vive a Londra, Graham Hudson, e il critico Vincent Honoré.

Di seguito una mia sintesi riadattata allo scopo di rendere più comprensibile l'Arte Contemporanea.

Io andai all'Accademia senza saper fare niente, contornato da persone che erano già in grado di fondere, di lavorare il legno o che sapevano di pittura. Dopo il trauma iniziale e un periodo di lavoro sulle forme di espressione non tradizionali (nuove per tutti noi), questa mia inesperienza si tramutò in vantaggio. Realizzai che le botteghe e i tecnici stavano implementando la volontà dello Stato (o dell'accademia, il che all'epoca era la stessa cosa), ma qualche insegnante riuscì a sfondare la porta verso la libertà. Mi piace che i miei lavori siano sciolti, disordinati, con i concetti non nascosti dietro procedimenti complicati. Se non mi sento coinvolto e non mi diverto durante l'esecuzione, non posso pretendere che lo spettatore si senta tale quando guarda l'opera finita [...]. Sì agli scarti, al caos, alle rovine e alle cose rotte. Abbasso l'ordine, la precisione, ciò che è fresco di scatola, pronto per il collezionista, per il magazzino e l'asta [...]. Dobbiamo abituarci ad aprire nuovi spazi: tante lezioni di storia dell'arte sembrano essere state dimenticate nell'arte contemporanea, mentre sono state assorbite dalla cultura di massa (Dada: commedia, per esempio) [...]. Una mostra o un'opera d'arte possono offrire un'esperienza personale diversa da quella che si può avere ascoltando della musica, guardando un film, dialogando con una persona o facendo una passeggiata in città. Cosa sa fare meglio l'arte? Provocare quella sensazione di sconvolgimento ed occupare i tuoi pensieri in modo permanente, se è buona [...]. Credo che il ruolo dell'artista e degli oggetti di cui sono fatte le opere siano la stessa cosa: vorrei vedere artisti in continuo movimento, che evitano i compartimenti e le ripetizioni. Le avanguardie e la loro storia ci lasciano l'obbligo di sfidare le certezze, persino le proprie e quelle del pubblico, di spingerci al massimo e non avere paura di fare errori [...]. L'arte non è un'occupazione con fini economici, ma piuttosto un'impresa filosofica. Il mondo dell'arte è una metafora per il mondo reale, la cui regola è che non esistono regole. Molte persone [artisti] amano dire che [loro] sono così o colà, e che sono semplicemente forze economiche. Ma prima o poi tutto crolla.

*http://www.teknemedia.net/magazine/dettail.html?mId=6513

venerdì 6 marzo 2009

"Io so io, e voi nun siete un c***o"

Questa mattina un'amica mi ha inviato questo link che vi raccomando leggere con un ottimo bicchiere di valeriana o camomilla, secondo i gusti:

http://www.repubblica.it/2009/03/sezioni/politica/inchiesta-privilegi-caporale/inchiesta-privilegi-caporale/inchiesta-privilegi-caporale.html

mentre lo leggevo m'è venuto in mente il Marchese del Grillo e la sua celeberimma frase
Che ci volete fare: ma io so io, e voi nun siente un c***o.

Che spettacolo: abbiamo fatto guerre di Risorgimento, spedito Mille a unificare ciò che da più di un millennio era diviso; abbiamo vissuto due guerre mondiali che hanno stravolto tutto...
eppure siamo ancora governati da tanti marchesi del grillo. Che con la grandezza di Sordi, però, non hanno nulla a che fare.
Si dice che nel 2012 l'umanità si evolverà e che tutto ciò di male che è stato finirà: vuoi vedere che noi italiani impareremo che si può governare bene senza campare sulla gente?

mercoledì 4 marzo 2009

Il mio bruttissimo naso: Il Verdetto

*
E' ufficiale: il mio bruttissimo naso sarà operato.

Il verdetto è stato emesso questa mattina dalla dotta signora otorina, che s'è pure quasi divertita all'idea. Io un po meno: sicuramente convinta della necessità di questa cosa, rimango molto destabilizzata all'idea di dovermi cambiare i connotati... Mi dicono, però, che oltre a respirare bene, mi dovrebbero passare pure i frequenti mal di testa...

Beh, tutto ciò varrà ben una faccia un tantino diversa... ma se poi non mi piace come mi fanno??
Chissà Cirano che ne direbbe...
* fotina da


giovedì 26 febbraio 2009

Aderite

Subject: Fw: testamento biologico-da Ignazio Marino
Date: Tue, 24 Feb 2009 16:01:16 +0100

Carissima/o,Ti scrivo per chiederti un piccolo sforzo per una importantissima causa. Nelle prossime settimane il testamento biologico sarà al centro deldibattito in Parlamento, e la maggioranza intende approvare una legge che limita la libertà di scelta del cittadino imponendo alcune terapie, come l'idratazione e l'alimentazione artificiale. Le dichiarazioni anticipate di trattamento non saranno vincolanti: spetterà sempre al medico l'ultima parola. Qual è allora l'utilità di questa legge, se non si garantisce al cittadino che la sua volontà sia rispettata? La verità è che il ddl della destra è stato scritto per rendere inapplicabile il ricorso al testamento biologico. Oltretutto, la dichiarazione dovrà essere stipulata davanti adun notaio, e rinnovata con cadenza triennale: vi immaginate cosa significa andare ogni tre anni davanti a un notaio accompagnati dal proprio medico di famiglia? Al contrario della nostra proposta poi, non è presente nemmeno un cenno alle cure palliative, all'assistenza ai disabili, alla terapia del dolore. Ti chiedo dunque di diffondere il più possibile l'appello, invitando tutti i tuoi contatti a sottoscriverlo: dobbiamo mobilitarci immediatamente per raccogliere centinaia di migliaia di adesioni e difendere il nostro diritto costituzionale alla libertà di cura. Se saremo tanti, il Parlamento non cipotrà ignorare. Nel prossimo dibattito in Senato il mio impegno personale è quello di dar voce alla vostra opinione, che credo coincida con quella della maggioranza degli italiani. Che vogliano utilizzare ogni risorsa della medicina o che intendano accettare la fine naturale della vita, i cittadini vogliono essere liberi di scegliere.Ti ringrazio infinitamente e conto su di te per far circolare il più possibile l'appello per il diritto alla libertà di cura sul sitowww.appellotestamentobiologico.it <http://www.appellotestamentobiologico.it/> , e grazie perché abbiamo già raggiunto quasi 100.000 firme!
Ignazio Marino

Sta tornando al suono di Vivaldi


Lei è stata la più corteggiata dagli artisti di tutti i tempi. Per lei son stati dipinti quadri, scritte poesie e composte pagine di musica. Lei, la primavera, stagione del risveglio e del ritorno al sole, sta arrivando.
Questa mattina, mentre tentavo di rimediare ai danni botanici della mia micia, ho scoperto che lo splendido salice piangente che adorna il paesaggio urbano del mio balcone, sta mettendo gemme.
Le note della Primavera di Vivaldi hanno cominciato a risuonare nella mia testa, e come in un musical, l'allegro suono accompagnava i miei movimenti e gli zompetti di Costanza.
Dopo mesi di pioggia, settimane di tramontana tesa e sferzzante, zitta zitta, la primavera sta tornando: il sole è più caldo e confortante. Anche se dovesse ricominciare a piovere o continuare la tramontana... questo lunghissimo inverno è inesorabilmene agli sgoccioli.

lunedì 23 febbraio 2009

Ancora su Facebook

La settimana scorsa, la mia The Queen preferita, sul suo blog ha scritto della propria opinione su Fecebook (http://starwords.blog.tiscali.it//Una_pennellata_di_solitudine_1969138.shtml).
Sapete la mia perplessità verso questo strumento, difatti ho concordato con la di lei critica amara. Ma ho anche espresso il razionale proposito di non generalizzare.
Fino a venerdì scorso, quando sulla metropolitana intercetto il free press Metro, che titolava:
BOOM DI SEPARATI "CAUSA" fACEBOOK.
Se fossi stato un fumetto Disney il mio baloon avrebbe contenuto "Glom".
Cito testualmente dall'articolo:
"Ecco una scena tipo -ci dice l'avvocato Laura Loghi-, alla fine di una cena tra amici ci si scambia il contatto Facebook. Il giorno dopo si commenta in quattro. La conversazione continua a due. Presto diventa un corteggiamento. Ce ne capitano tanti di casi così".
Nell'approfondimento di pag 3 un virgolettato rimarcava: "Con internet si abbassano le barriere. Ci si può presentare nascondensosi. E nascono importanti coinvolgimenti mentali".
Altro "Glom".
Pur continuando a pensare che non bisogna generalizzare, alla luce di queste dichiarazioni, non posso fare a meno di pensare che con questi strumenti e un po di noia nel rapporto, ci sono buone probabilità di essere cornuti ["Glom"]. Un incubo. Con buona pace di chi sostiene che Facebook è un buon modo per trovare contatti di lavoro. Si, perchè pare che ora molte collaborazioni partano proprio dai social network.
Ma ve lo pensate? un posto dove conpagno ufficiale, amante, colleghi e datore di lavoro passeggiano tranquillamente, impicciandosi delle tue cose, voyeristicamente sbattute on line e magari chiaccherando tra di loro. Ehh! Orwell: continua così qui entro il 2084 saremo ognuno il grande fratello del vicino!
Se prima ero perplessa su Facebook, ora sono inquieta. "Glom"!

mercoledì 18 febbraio 2009

Il mio bruttissimo naso

Allergie ai pollini, asma, intolleranza al fumo passivo nei luoghi chiusi... ultimamente respirare per me é diventato un vero problemone. Così questa mattina me sono andata moggia moggia del pneumologo a sentire che mi diceva.
Ebbene signori miei, è tutta colpa del mio splendido, bruttissimo nasone.
Il dotto omino dei polmoni si è detto convinto che l'insufficenza respiratoria allergica e il discutibile aspetto estetico, siano due sintomi di un setto nasale non solo deviato, ma anche 'incasinato'.
"Credo proprio che l'otorino mi darà ragione: ti dovrai sicuramente operare, l'aspetto del tuo naso non sembra proprio normale".

Così, dopo 20 anni di 'battaglie' per difendere la protuberanza nasale che Madre Natura mi ha gentilmente imposto, sembra proprio che devo arrendermi e farci mettere bisturi. Sì, perchè o rimango fedele a un principio, o respiro: delle due la seconda è senza meno più vitale.
Ma il principio era molto forte: io sono così e non devo essere per forza splendida per avere una vita sociale piena.
In realtà il mio rapporto con il mio brutto, splendido naso, cominciò male: mi vedevo brutta. Poi il mio primo amore mi ha reso più sicura. Così quando mi si diceva "Sei gnocca così, figuriamoci con un nasino rifatto", io facevo spallucce. Non solo: ho cominciato a considerare il mio naso come una sorta di sbarramento a monte: chi mi prendeva con il mio brutto naso era indiscutibilmente attratto dalla mia testa pensante e non dal mio aspetto fisico.
Insomma io al mio naso gli voglio bene: mi ha fatto diventare quella che sono. E io sono orgogliosa di ciò che sono.

Ma oggi sembra proprio che se voglio tornare a respirare degnamente e ridurre i devastanti effetti allergici, dovrò salutare un caro amico. Un amico che mi ha fatto capire come la curvatura di un naso sia assolutamente irrilevante nella valutazione di un essere umano.
Comunque l'ultima parola spetta all'otorino: tra una ventina di giorni il verdetto nasale sarà emesso. Vi aggiornerò.

sabato 7 febbraio 2009

Dei vegetali

Cosa c'è di più bello di un possente abete di montagna, alto cento metri e con circa un centinaio d'anni? Un vecchio saggio che vive e respira in sintonia con la sua foresta.
Poi arrivano i boscaioli, lo segano alla base e lo spediscono al Papa, perchè possa farci l'albero di natale vaticano. Dopo, forse, qualcuno dirà che tanto l'albero era malato.

Tale Clave Backest, scienziato, già 40 anni fa ha dimostrato come le piante soffrano del male che gli si procura (http://www.altrogiornale.org/print.php?news.2004).
Però noi le mangiamo le piante: ne abbiamo bisogno per vivere. E poi a noi serve il legname, serve la carta, serve che i rami sulle strade non siano troppo invadenti. Tutto normale, tutto logico. Diciamocelo onestamente: abbiamo assoggettato il mondo vegetale ai nostri bisogni. Siamo assassini, amputatori e mangiatori di vegetali per necessità, poi, ogni tanto ci facciamo prendere dalla pietà e ne abbattiamo qualcuno perchè tanto è malato.

Decidiamoci: o i vegetali -tutti- vanno protetti, o i vegetali -tutti- meritano una fine dignitosa.
Nel frattempo, che ognuno ami e curi i propri vegetali come coscienza gli impone.

oggi in edicola bis

Da Repubblica.it

17:59 Englaro: "Premier e capo dello Stato visitino Eluana"
Nuovo colpo di scena, nella vicenda Eluana. Il padre di Eluana, Beppino Englaro, attraverso un comunicato stampa invita il premier e il capo dello Stato a visitare la figlia. Ecco il testo: "Sono il tutore di Eluana Englaro, ma in questo momento parlo da padre a padre, rivolgendomi al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ed al Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, per invitare entrambi, ed essi soli, a venire ad Udine per rendersi conto, di persona e privatamente, delle condizioni effettive di mia figlia Eluana, su cui si sono diffuse notizie lontane dalla realtà che rischiano di confondere e deviare ogni commento e convincimento".

15:54 Berlusconi: "Eluana ha un bell'aspetto, non staccherei la spina"
"Mi sono messo nei panni di un padre e se uno dei miei figli fosse lì, vivo, e, mi dicono, con un bell'aspetto e delle funzioni, come il ciclo mestruale, attive, non me la sentirei proprio di staccare la spina". Così il premier Silvio Berlusconi conversando con i giornalisti a Cagliari è tornato sul caso di Eluana Englaro.

15:38 Berlusconi: "Ci si vuole solo togliere una scomodità"
"A me sembra che non ci sia altro che la volontà di togliersi di mezzo una scomodità. Tutto qui". Silvio Berlusconi torna sulla vicenda di Eluana Englaro per ribadire la sua posizione. "Io penso che sia un fatto di cultura: da una parte c'è la cultura della morte, dello Stato che si impone sulla vita e dall'altra c'è la cultura della libertà e della vita. Io sto - conclude il premier - dalla parte della vita".