martedì 17 novembre 2009

Saviano scrive al premier - su Repubblica.it

SIGNOR Presidente del Consiglio, io non rappresento altro che me stesso, la mia parola, il mio mestiere di scrittore. Sono un cittadino. Le chiedo: ritiri la legge sul "processo breve" e lo faccia in nome della salvaguardia del diritto. Il rischio è che il diritto in Italia possa distruggersi, diventando uno strumento solo per i potenti, a partire da lei.Con il "processo breve" saranno prescritti di fatto reati gravissimi e in particolare quelli dei colletti bianchi. Il sogno di una giustizia veloce è condiviso da tutti. Ma l'unico modo per accorciare i tempi è mettere i giudici, i consulenti, i tribunali nelle condizioni di velocizzare tutto. Non fermare i processi e cancellare così anche la speranza di chi da anni attende giustizia.Ritiri la legge sul processo breve. Non è una questione di destra o sinistra. Non è una questione politica. Non è una questione ideologica. E' una questione di diritto. Non permetta che questa legge definisca una volta per sempre privilegio il diritto in Italia, non permetta che i processi diventino una macchina vuota dove si afferma il potere mentre chi non ha altro che il diritto per difendersi non avrà più speranze di giustizia.
ROBERTO SAVIANO

http://temi.repubblica.it/repubblica-appello/?action=vediappello&idappello=391117
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lunedì 9 novembre 2009

09.11.1989

Avevo diciassette anni, e la mia occupazione principale era decidere quale baldo giovane mi piacesse di più, scrivendone sul fedele diario. Pagine e pagine di diario a descrivere architetture d'ingenuo corteggiamento, o ragionamenti macchiavellici sulle sfumature del tono di voce del ragazzo della IV A, piuttosto che di come mi guardava il figo della fermata del bus...
Avevo diciassette anni, e sul mio diario il 09.11.1989 scrissi solo questo:

Questo giorno è storico: il muro di Berlino è stato abbattuto!Mentre sentivo la notizia avevo i brividi. E' meraviglioso.
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