martedì 29 novembre 2011
Fiorello e la leggerezza dello show
lunedì 21 novembre 2011
Egitto: la rivoluzione non è finita
‘Con quello che sta succedendo al Cairo, ci tornerai in Egitto?’ mi hanno chiesto… Sì, sì che ci tornerei.
L’ultima volta che ci sono andata, nel corso della crociera sul Nilo, ho avuto modo di fare due chiacchere con un cooperante italiano, che in Egitto vive da alcuni anni, che mi ha parlato apertamente di colpo di stato da parte dei militari, spiegandomi le sue motivazioni. E per la verità non sapevo cosa pensarne: impiegati del consolato mi avevano invece parlato di piena logica legale nell’operato dei militari. Questi due pareri contrapposti mi avevano lasciato perplessa, ma evidentemente il cooperante italiano aveva ragione, se domenica sera anche il commentatore di Rai News24, Zuhir Louassini ha apertamente parlato di colpo di stato.
Secondo il cooperante, infatti, i militari non dovevano prendere il potere, ma lasciare il governo al vice presidente, aspettando le elezioni. Elezioni, che mi spiegava, sarebbero state assai relative, perché la repubblica egiziana non è parlamentare, ma presidenziale. Al mio ribattere che infondo non si poteva tenere un vice presidente così compromesso con Mubarak, e che, se si deve cambiare la costituzione, serve prima un parlamento, lui mi ha amabilmente risposto che però di fatto non è cambiato nulla: ‘ i militari continuano a fare quello che facevano prima: non è cambiato nulla. Anche perché sono proprietari di alcune aziende statali, come il metrò del Cairo. La rivoluzione è tutt'altro che finita’.
Parole che oggi sembrano drammaticamente profetiche. Sembra proprio che quando si assapora il potere non si ha poi nessuna volontà di lasciarlo… nel mondo arabo poi è proprio una questione endemica di controllo delle popolazioni. E i militari egiziani non fanno differenza, anzi: sanno che quello che succederà in Egitto nei prossimi mesi sarà una sorta di ago della bilancia per tutto lo scacchiere mediorientale post Gheddafi, alle prese con le rivolte siriane e yemenite… e il mio pensiero va a Aliaa Magda, la blogger egiziana che sfidando tutti i tabù islamici, s’è mostrata in un nudo artistico sul suo blog, mettendoci non solo il seno, ma anche faccia, nome e cognome… spero che nulla di male le capiti. Ma questa azione di Aliaa è anche il segnale che i giovani non ci stanno più, con tutte le conseguenze del caso… e non posso neanche non pensare che a Wall Strett la polizia non sa gestire la ribellione pacifica di altri giovani e mi chiedo come sia possibile non vedere che il mondo tutto stia sobbollendo in un cambiamento, ma questo è un altro post…
Tornando in Egitto... posso solo immaginare il senso di frustrazione che può provare questo paese, che veramente credeva di una ripresa. Penso alle persone con cui ho lavorato e parlato in questi ultimi tre viaggi egiziani (da febbraio a oggi), al loro entusiasmo e alla loro voglia di normalità e di democrazia: sì, immagino la loro frustrazione nel vedere tutto il lavoro fatto andare letteralmente in fumo...
Non lo so quello che succederà, ma secondo l’inviato di Rai News24, le prossime elezioni, che non sono state cancellate, sono fortemente volute dal partito dei Fratelli Musulmani e dal mondo religioso in genere… il che non depone propriamente bene e già questo potrebbe spiegare la guerriglia di ieri…
E allora perché ci tornerei? Beh, perché, l’ho già scritto: mi piace troppo fare le valige e andare a vedere, ma anche perchè io in Egitto mi sono sempre sentita sicura. Neanche quando, a fine febbraio, ero al Cairo, con la rivoluzione appena finita e in piazza Tahrir c’erano sporadici scontri con i militari, ho temuto per me. E non solo perchè sono una mezza incosciente, ma perchè, semplicemente, non ho mai visto nulla di preoccupante nei percorsi turistici.
In attesa di un altro viaggio egiziano, spero che tutti questi morti non lo siano stati in vano.
sabato 12 novembre 2011
L'Anti-politica e il Governo Tecnico
giovedì 10 novembre 2011
Ah Che Sarà - ovvero Governo Tecnico
mercoledì 9 novembre 2011
17 novembre Festa dei Gatti Neri

Se il 17 febbraio è la festa dei mici in generale, il 17 novembre è la festa dei gatti neri.
domenica 6 novembre 2011
Sul Nilo e nel deserto in Egitto
venerdì 4 novembre 2011
Gli indisciplinati del MayFair
Prendi la dolcezza del Nilo, facci navigare un’elegante nave con sopra una quarantina d’italiani che riassumono tutte le sfaccettature umane, poi metti un invito a cena a posti liberi -che solo dopo scoprirai esser definitivi- e frulla tutto: avrai così la creazione del gruppo degli Indisciplinati del MayFair.
La mia dolcissima Valentina del Tennis, amica fidata e complice di altri brevi viaggi, finalmente nel ‘suo’ Egitto; la fichissima Martina, che ha fatto della sua comunicatività spumeggiante il suo (azzeccatissimo) lavoro; l’Irene telefonica, con i suoi ‘scusate fo una telefonata’ poteva solo essere in forza a Phone&Go; Camilla la lady distratta, che ogni tanto confondeva le rovine polverose per una spiaggia delle Maldive; Federico il crocerista, uomo comunicazione per eccellenza, con la goliardia di uno scugnizzo; Marcello il silenzioso, a scattare –inosservato- frammenti di tutti noi; Davide l’assediato, innamorato della fotografia e del suo libero arbitrio relazionale; Federico il cameraman, al seguito come gregario, con lo spirito di sprinter…
Loro i miei meravigliosi compagni di avventura, che hanno potuto dare il meglio anche grazie all’involontaria partecipazione di personaggi d’eccezione, quali l’assediante e la presidente, che semplicemente con il loro naturale essere, hanno fornito diversivi particolari. Un ringraziamento come guest star va al Masciullo e al turchese Falessi: speciali.
Ma principiamo: con la fichissima Martina, Camilla la Lady distratta e l’Irene telefonica, c’eravamo già testate in altri viaggi egiziani, come pure col Masciullo, il turchese Falessi, Alessandra ufficio stampa e Antonella dell’Ente. Davide, io e Valentina, lo conoscevamo già da lungo tempo, ma questo è un altro post. Gioia e tripudio dunque quando in fase organizzativa scopro che in questo viaggio si riunirà la comitiva dell’Egitto, con l’aggiunta speciale della Valentina del Tennis. Ma con una quarantina d’italiani che riassumono tutte le sfaccettature umane, la selezione naturale d’età, e dinamiche professionali, già dalla prima sera a cena avevano creato equilibri piuttosto definiti.
Sicchè io, Valentina del Tennis, la fichissima Martina, Marcello il silenzioso e l’Irene telefonica ci sediamo al tavolo, che nota bene, era da sei: un posto rimaneva libero, dove fu invitato il Federico crocerista, che invece ignaro di tutti si aggirava tra l’incuriosito e il perplesso… la sua elegante sobrietà, condita inizialmente da serio distacco, rimarrà incisa nella storia delle metamorfosi confidenziali.
Dunque il tavolo era da sei, e per comodità organizzative, solo dopo esserci seduti, scopriamo che da lì a tre giorni, avremmo consumato tutti i nostri pasti solo in quel tavolo: per noi un’ottima notizia, con segreto sollievo, ma non così per altri: ‘Mi adottate?’chiese Camilla la lady distratta già al pranzo del giorno dopo. I camerieri perplessi hanno ufficializzo la pratica. Ma solo la sera il tavolo si completò definitivamente (e solo per carenza di spazio), con la richiesta di Davide l’assediato: ‘mi aiutate?’ chiese tra l’imbarazzato e il divertito per sfuggire ad una compagnia ormai ingombrante. I camerieri sempre più perplessi. Rimaneva fuori Federico il cameraman, che con i suoi equilibri da gregario, era con noi in spirito, il più delle volte.
Inizia così una settimana fatta di pura goduria, sotto il sole nell’idromassaggio sulla terrazza della nave, terrazza su cui abbiamo anche gustato the, mentre il sole tramontava dietro le palme che scorrevano come la più bella delle scenografie. Ma solo quando la sveglia all’alba non ci portava tra imponenti templi, ed io non mi perdevo nella contemplazione e andavo poi da Federico il cameraman, per indicargli scorci che ancora non aveva potuto scoprire; o quando con Davide l’assediato non finivo nelle case della gente egiziana, ritrovandomi a mangiare pane appena sfornato da un improbabile forno di fango; oppure quando non saltavamo tutti insieme tra piccole dune del deserto occidentale verso Kharga; o quando in pullman, tra uno spostamento e l’altro, non occupavamo i posti in fondo, da scolastica memoria; o ancora la sera a chiacchierare nel meeting point della nave: riparata balconata da cui si poteva godere del panorama della navigazione, senza prendere il freddo della sera. Il tutto mentre l’occhio attento di Marcello il silenzioso ci immortalava nelle nostre naturalezze, spesso assorte e meravigliate da tanto splendore.
In questa settimana di allegria non sono mancati momenti di tensione: l’aiuto mio e di Valentina, modella di eccezione, a Davide l’assediato, è stato così tanto frainteso da diventare fonte di sporadici, ma intensi nervosismi, mentre i nostri reiterati ritardi, tra una sosta e l’altra, dedicati a fare fotografie ci hanno regalato un magnifico ‘scusa un cazzo’ e un ‘imbecilli’ da parte della presidente: fortunatamente tutto risolto e chiarito, anche con l’aiuto del Masciullo e del turchese Falessi.
Di questo viaggio, partito sulla MayFair da Assuan, fino a Luxor, continuato in pullman verso occidente, nell’oasi di Kargha, arrivato poi al Cairo e conclusosi con un salto collettivo nella polverosa balconata panoramica delle piramidi di Giza, dopo la corsa ad aeroplanino con Federico il crocerista, ho solo il rimpianto che sia finito.
Fino alla prossima, certa, ricomposizione degli Indisciplinati del MayFair.