mercoledì 27 luglio 2011

Opuscolo della discordia romana - ovvero la (non) sicurezza delle donne

A Roma è polemica per l'opuscolo antistupro -voluto dal comune-, distribuito nei giorni scorsi in metrò.

Sulle prime sembrerebbe contenere consigli sensati, tipo: avere il cellulare a portata di mano con un numero d'emergenza già inserito o non camminare sola per strade isolate, oltre al vetusto non vestirsi in modo appariscente.

Sulle prime sarebbe un'iniziativa che vien da lodare.
Sulle prime.

Poi ci ho pensato meglio e tanto contenta non sono stata.

Da quello che ho letto parrebbe più che altro un decalogo per la paura: è come se il Comune ci dicesse 'noi non possiamo proteggervi, quindi pensateci da sole. e soprattutto abbiate paura perchè a una donna sola può succedere di tutto'.

La domanda che ho per gli amministratori, e non solo, è questa: perchè io donna devo avere mille paranoie -e quindi di fatto avere paura-, su cosa fare e non fare la sera girando da sola, quando quello che manca è la cultura della non violenza e del rispetto?

Perchè invece di sconsigliare di prendere una strada buia non la si illumina? penso un po: le luci comunali in corrispondenza del portone di casa di una mia amica sono rotte: che fa sta agli arresti domiciliari notturni? (non dirmi di contattare il comune: già ampiamente fatto, inutilmente)

Perchè non si istituiscono dei corsi gratuiti di autodifesa in ogni quartiere?

Non è di un opuscolo in cui sono elencate una serie di ovvietà che qualsiasi mamma raccomanda alla figlia, di cui si sentiva la mancanza, ma semmai di una campagna culturale territoriale di educazione sessuale e comportamentale.

E' vero che noi donne dobbiamo avere buon senso nell'approccio con i maschietti, ma buon senso non significa accettare il messaggio subliminale di questo opuscolo, che è quello 'in campana donna, che sei debole'.

O è troppo di sinistra volersi sentire sicure sempre?



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