mercoledì 3 agosto 2011

Legge contro il burqa

Questa volta sono concorde con una legge della maggioranza.
Eh sì, capita anche questo. Ma non è uno sragionare dopo un colpo di sole o una botta in testa, è, credo, solo senso del giusto.

Dunque l'argomento in causa è l'approvazione in commissione del disegno di legge che regolamenta il divieto di portare il burqa in luoghi pubblici, sanzionato da multe e carcere (a settembre l'approvazione in aula; chissà se con o senza fiducia...).

Magari i commenti della maggioranza sulla libertà regalata alle donne musulmane sono fuori luogo e le pene anche, troppo aspre, ma il principio di base, secondo me è giusto.

Se mi conosci sai bene la simpatia che ho per il mondo islamico, nonostante le forti contraddizioni e i suoi drammi nascosti sotto i veli... e sai anche che quando mi trovo in un paese islamico ho sempre il pensiero di coprirmi la testa.

Lo faccio perchè penso che da ospite sia giusto rispettare le usanze locali, condivisibili o meno. Anzi: neanche me lo pongo il problema: mi velo e basta. E sorpresa: con ritorni positivi nei rapporti che le donne del posto e non solo: percepisco chiaramente un atteggiamento differente nei miei confronti, magari anche agevolato dai miei tratti somatici in qualche modo somigliante ai loro... insomma non mi sento diversa, nonostante la differente cultura, ed è una sensazione bellissima.

Detto ciò, riportando la questione in terra patria, qui le cose non sono poi così differenti: ci sono leggi preesistenti, frutto anche del periodo nero del terrorismo nostrano, che vietano di girare con il viso coperto. Punto.

Figurarsi, anche a me scoccia: quando d'inverno soffia quel vento gelido di tramontana, che sembra tagliarti il viso, non so che pagherei per un passamontagna.... ma non si può portare, punto.

Di solito non sono così concettualmente arrendevole alle leggi discutibili, ma questo del viso scoperto ha senso: tutti dobbiamo essere riconoscibili. Soprattutto in tempi d'immigrazione massiccia di musulmani, e di terrorismo integralista islamico. Che purtroppo ci ha fatto il regalo della diffidenza e della paura verso ciò che è altro da noi (e da loro).

Concludo: l'integrazione passa inesorabilmente per il rispetto delle usanze e delle leggi locali vigenti. Senza questo ci saranno sempre leghisti che potranno sentirsi in ragione nei confronti degli immigrati musulmani (e questo vale anche per i musulmani che vorrebbero levare il crocefisso dalle aule scolastiche: dibattito interessante, ma che riguarda noi cristiani, praticanti e non). La nostra Costituzione dice che tutti i cittadini sono uguali: quando fu scritta non c'era l'immigrazione, ma certo attualizzandola comprende anche gli immigrati. Inoltre, con una piccola nota polemica, va ricordato che nel Corano la donna modesta viene invitata a coprirsi i capelli. Solo quelli e manco per forza: solo se vuole che le sia riconosciuta questa modestia.


1 commento:

Notizie del Futuro ha detto...

L'ordine pubblico è un valore da tutelare, soprattutto quando non è in contraddizione con il più comune buon senso...