giovedì 1 dicembre 2011

Per Langone ho troppi libri

Sono single, non ho figli, ho un titolo di studio universitario, ho questo blog, con in fase di ragionamento un secondo, e una fetta dei miei guadagni viene dalle parole scritte: tutto ciò secondo Camillo Langone, farebbe di me l'antidemografica italiana per eccellenza, da privare di tutti i libri e penne, per essere confinata non in cucina, che pure pure mi potrebbe piacere, ma in camera da letto, che come noto, dopo un po viene a noia...

Ma principiamo: ieri sera, sul far della notte, colui che alimentò per primo la mia 'presunzione' giornalistica, ha postato su Fb un link ad un interessantissimo articolo su LiberoQuotidiano.it: puoi gustartelo qui.

In sintesi tale Langone, dopo aver fatto una attenta e logica spiegazione sulla gravità della nostra italica demografia vicina allo zero, sforna la sua ricetta di sicuro successo: copio e incollo fedelmente:

"Gli studi più recenti denunciano lo stretto legame tra scolarizzazione femminile e declino demografico. La Harvard Kennedy School of Government ha messo nero su bianco che «le donne con più educazione e più competenze sono più facilmente nubili rispetto a donne che non dispongono di quella educazione e di quelle competenze». E il ministro conservatore inglese David Willets, ha avuto il coraggio di far notare che «più istruzione superiore femminile» si traduce in «meno famiglie e meno figli». Il vero fattore fertilizzante è, quindi, la bassa scolarizzazione e se vogliamo riaprire qualche reparto maternità bisognerà risolversi a chiudere qualche facoltà. Così dicono i numeri: non prendetevela con me".

Chiude proprio così: non prendetevela con me che questi sono i numeri. Ma io, sig. Langone me la prendo con lei, perchè avendo avuto la disgrazia di studiare, ho compreso poi con il mio lavoro di parole scritte, che i numeri vanno interpretati, come pure la realtà che ci circonda.

Ma non mi aspetto che mi segua sul terreno filosofico delle statistiche, così rimango con lei sul terreno dello spicciolo e gretto quotidiano.

"Vorrei tanto che la mia bambina avesse un fratellino o una sorellina, ma per quando odio ammetterlo, non abbiamo i soldi per affrontare le spese": ecco cosa mi ha detto appena una decina di giorni fa la mia carissima Erika, madre della piccola Alice di 15 mesi.

Sìsì. Erika è colta, addirittura interprete, e quindi è colpevole di saper fare due conti aritmetici tra addizione delle entrate e sottrazione delle uscite, e quindi di rendersi conto che un altro bimbo purtroppo grava sui bilanci... ma si tranquillizzi Langone: ancora non ha deciso che fare.

Allora se si vuole che le italiche donne ricomincino a sfornare italica prole che possa andare fiera della propria identità (perchè è questo il problema profondo, vero? il terrore genetico e inconscio di scomparire di fronte a culture altre da noi), la soluzione sarebbe quella di realizzare tutte quelle strutture e quei sostegni alle famiglie che l'attuale contingenza economica sembra rendere pura follia. Non è chiudendo le facoltà universitarie che si risolve, ma mettendo le donne in condizioni di non fare scelte sulla base del reddito, mettendole in condizioni di essere veramente libere di crearsi una famiglia, e senza esserne schiave.

Perchè sig. Langone, la cultura rende liberi. E la libertà non è prerogativa di genere sessuale.

Se poi le pochissime donne che svolgono ruoli rilevanti all'interno della società civile, aiutassero il genere femminile a farsi strada senza diventare 'stronza come un uomo', per dirla alla Vecchioni, questo aiuterebbe molto tutti.


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