giovedì 4 novembre 2010

Tu sei italiana... ?

"Ah, tu sei italiana?! Bello il tuo Paese, ma non capisco come avete potuto votare Berlusconi".

Ecco, questo è quanto mi ha detto l'americano Josè, quando ero in Guatemala. E' stato difficile da spiegare, soprattutto cercando di essere obiettiva. Fortuna che l'interlucutore parla molto bene l'italico idioma e per una storica simpatia per l'Italia, segue le nostre vicende interne. Però, più spiegavo, più le sue espressioni erano incredule: come fai a spiegare che Berlusconi incarna tutti i desideri repressi di una fetta della nostra società furbetta e arrivista? Non lo spieghi, ci provi, ma non riesci, perchè son cose che puoi trasmettere solo a chi conosce intimamente - oserei dire - la società, ma anche e soprattutto, la storia italiana.

Morale: mi sono sentita un'italiana piccola piccola, schiacciata dall'ingombrate ombra del nostro Primo Ministro, all'estero molto discusso, e non in termini adulatori... La verità è che se da una parte ero felice di poter parlare della mia Italia, orgogliosa della mia nativa nazionalità, d'altro canto, e proprio per quell'orgoglio, me ne son vergognata.

Credimi: non è un bel sentire vergognarsi del proprio Paese, mentre oltre oceano cerchi di parlarne comunque bene.

L'unica cosa che ho potuto fare è stato prendere atto che in quel preciso momento, agli occhi dell'interlocutore, io ero l'Italia, e quindi agire e parlare di conseguenza. Così che almeno l'americano, o canadese, o ... potesse pensare che non siamo tutti uguali noi italiani.

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