venerdì 19 giugno 2009

Se questo (africano) è un uomo.

Potere del digitale terrestre, ieri ho fatto le ore piccole guardando Rai News 24, seguendo un bellissimo servizio sull'immigrazione clandestina.

Sono abituata a vedere in tv i barconi carichi di gente e gli sbarchi più o meno ordinati, ma ammetto di non essermi mai veramente posta la domanda su come questa gente arrivi sulle spiagge libiche.

Hai letto "Se questo è un uomo" di Levi? Pensa alle prime quattro pagine in cui racconta del suo viaggio in treno, della deportazione. Quando le lessi mi venne la nausea e mi girava la testa: non potevo credere che degli uomini fossero così disumani con altri uomini.

Deportazione volontaria. Le persone che partono dalle loro case in Africa l'hanno fatto spontaneamente e pagando, ma hanno maledetto ogni giorno dei mesi di viaggio. Cambiagli colore della pelle, cambiagli sembianze e nome, spostali negli anni '50, e avrai sopravvissuti alla Shoah. Non c'è differenza di trattamento.
E questo solo nel viaggio fino alla Libia, dove in più, hanno ricevuto ogni tipo di abuso dalla polizia libica. Le donne poi... ai livelli di De Sade. Con buona pace delle rassicurazioni di La Russa.
A parlare degli abusi sono gli stessi immigrati, a cui un film documentario ha dato voce. Non ho nessun motivo per non credere che queste storie non siano vere.
"Come un uomo sulla terra" andrà in onda su Rai Tre il prossimo 9 luglio.

Se decidi di vederlo tieniti salda l'anima.


http://comeunuomosullaterra.blogspot.com/

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