martedì 24 gennaio 2012

Martone e gli studenti sfigati

In tempo d'influenze stagionali, quanti mal di pancia stanno infastidendo gli italiani.
Dalle infinite tasse, ai rinnovati scioperi, passando per liberalizzazioni che scontentano tutti, tranne i cittadini, se ci capissero qualcosa... in Italia ora è tutto un fermento, un cambiare e ribaltare, arare e seminare, potare ed innaffiare (spero).

E' ormai storia come il nostro Bel Paese fosse stato un campo abbandonato, con i fasti rinascimentali nascosti, o peggio, avvizziti, sotto gramigne rampicanti e soffocanti, perchè un serio lavoro di ripulisti ha sempre spaventato troppo, chi, con macchia e con paura, avrebbe dovuto negli anni mantenere lo splendore dell'italico giardino d'Europa. Così, non solo il campo è stato abbandonato a sè stesso, ma tra le gramigne è germogliata e cresciuta un'insana e dannosa scuola di pensiero che faceva della meritocrazia, della cultura, del buon gusto e della decenza -nel senso più ampio che tu possa immaginare- non cardini della società erede di quel Rinascimento che sconvolse i sensi di Stendhal, ma inutilli retaggi di un pensiero vecchio. Insomma l'impero del più generico mal costume.

Ora sull'italico campo sembra siano arrivate le ruspe a sradicare la gramigna di questo mal costume, per far respirare e tornare a germogliare gli italici fasti intellettuali, che non sono solo del passato, ma possono e devono portarci nel futuro. Ed è un lavoro faticoso, ma soprattutto ingrato, rimettere le cose al giusto posto: molti -spero solo per miopia- non vedono la necessità di tutto ciò e invece di prendere un viatico di buon senso, lasciano che i mal di pancia prendano il sopravvento.

Ultimi mal di pancia, in termini di cronaca, sono quelli dei ben pensanti che questa mattina sono saltati sulle sedie quando il viceministro al Lavoro e alla Politiche sociali, Martone ha candidamente affermato come "Dobbiamo dire ai nostri giovani che se a 28 anni non sei ancora laureato sei uno sfigato, se decidi di fare un istituto tecnico professionale sei bravo. Essere secchione è bello" .

Apriti cielo: ma come si permette, ma che non lo sa che chi studia nella stragrande maggioranza lavora anche, che ci sono poche borse di studio, lo studio è un diritto ecc ecc...

Obiezioni giuste su un problema inesistente: Martone non ha detto che l'accesso alle università debba avvenire per reddito, ma si è limitato a ricordare un concetto un po impolverato, ovvero che lo studio è impegno, a volte anche faticoso e che se in cuor di studente sai che non è per te, è solo una perdita di tempo, di soldi e di risorse. Il problema non è (nello specifico) essere uno studente lavoratore, ma essere uno studente lavoratore che non ha le idee chiare sul suo futuro, su quello che vuole fare da grande, ed è un dramma (anche esistenziale, se ci pensi) se a 28 anni si sta ancora così.

Il punto, io penso, è che tra le grida di chi lamenta il proprio mal di pancia, si fatica a capire che chi sta al governo ora sta svolgendo anche l'impervio e ingrado compito di rieducazione sociale: le tasse vanno pagate non per arricchiare i potenti, ma per sostenerti nel bisogno, come pure alla cultura va riconosciuta la sua fondamentale importanza.

Con tutto ciò non voglio dire che va tutto benissimo, ma solo che ci sarà tempo per aggiustarlo a gusto questo giardino: ora è il tempo del lavoro duro e ingrato, delle amarezze, delle rinunce (e se mi conosci sai che anche io sono molto in bilico).

Ma tornare ad essere il paese del Rinascimento è la nostra unica speranza.

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