martedì 11 ottobre 2011

Marzieh Vafamer libera

Venerdì scorso è stato annunciato che tre donne hanno ricevuto il Nobel per la pace. Tra loro, almeno ai miei occhi, spicca il nome di Tawakkul Karman, giovane donna yemenita.

Ormai è notorio: sono molto attenta a quello che accade nel mondo islamico, perchè sono convinta che l'Islam non non sia la religione del male e che, nelle pieghe totalitarie di alcune applicazioni delle loro sacre scritture, si nascondano belle cose.

Ma appunto, si nascondono. Così, dopo il fondamentalismo (che bada bene, è sbagliato sempre), ciò che maggiormente colpisce il libero pensiero occidentale (che pure, bada bene, ha problemi seri) è la condizione della donna.

Per questo venerdì scorso ho pensato che il Nobel a Tawakkul Karman fosse una gran bella cosa.

Poi ieri leggo il giornale e mi trovo una pessima notizia. Questa è la storia: sabato scorso (il giorno dopo la notizia del Nobel a Tawakkul Karman), Marzie Vafamer viene condannata ad un anno di prigione e a ben 90 frustate. Che avrà mai fatto di così tremendo?

Ha recitato in un film, che si chiama My Teheran for Sale, e racconta la storia di un'attrice a cui le autorità vietano di lavorare; lei continuerà a farlo, vivendo in clandestinità, sino all'incontro con un iraniano che ha preso cittadinanza australiana che se la porta in Australia (che ha collaborato alla produzione).

Inoltre pare che in questo film Marzieh Vafamer abbia recitato senza veli. Già qui si potrebbe aprire una dissertazione filologica sull'espressione occidentale e islamica di senza veli, ma te la evito, andando subito al dunque: senza veli islamici: niente burqa, chador o hijab (sebbene nella locandina del film lei indossi un foulard).

La situazione è chiara: il film è profetico e documentario: in Iran non c'è libertà di espressione. Lo sapevamo già, ma probabilmente, persi dai nostri guai così occidentali, dopo la vita salvata di Sakineh, ce ne siamo scordati.

Ma ora, il nobel a Tawakkul Karman e la storia di Marzieh Vafamer ci dicono che non possiamo abbassare lo sguardo, soprattutto noi donne.

Certo, Marzieh Vafamer non rischia la vita, ma un anno di galera iraniana e 90 frustate, non sono una passeggiata... soprattutto se inflitti per aver recitato in un film.

Così, nel timore che questa cosa finisca nel dimenticatoio, ho fatto quello che ho potuto, ovvero ho creato su fb questo gruppo: Marzieh Vafamer libera (le mie amiche su fb non me ne vogliano: le ho aggiunte in automatico, certa che mi avrebbero appoggiato...).








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