giovedì 16 dicembre 2010

Lamu e l'incomprensione occidentale

"Se non dimentichi mai le tue radici Rispetti anche quelle dei paesi lontani Se non scordi mai da dove vieni Dai più valore alla tua cultura Siamo salentini, cittadini del mondo Radicati ai Messapi, con Greci e Bizantini Uniti in questo stile con i jamaicani Dimmelo da dov’è che vieni"*


Questo ho sempre pensato, cercando di comportarmi di conseguenza. Sempre cercando di non giudicare lo straniero in Italia, nè le culture che andavo a incontrare nei viaggi. E di cose strane ne ho viste, soprattutto in Egitto. Ma mai, mai ero stranita. E siccome mai dire mai, è arrivata anche l'eccezione che conferma la regola.

Gli ultimi due giorni del viaggio in Kenya, prevedevano due giorni all'isola di Lamu, in cui si professa l'Islam. Se vedi le foto pensi che sia un posto incredibilmente bello. E lo è. A modo suo lo è. Ma anche qui ho pagato pegno per la mia ignoranza sulla destinazione, rimanendo inorridita dai pipistrelli con cui dividevo la capanna di lusso in cui dormivo, perennemente in tensione per le potenziali zanzare malariche.
L'escursione alla cittadina, che dal mare sembrava deliziosa, con la commistione tra architettura mediorentale ed africana, è stata un incubo, una visita in un girone dantesco dei dannati. Neanche la visita al villaggio Masai, le cui capanne son tirate su con sterco e fango, mi hanno stranita così tanto.

Già dal molo l'insopportabile puzzo d'escrementi umani ti assaliva alla gola, stringendoti in un cappio soffocante. La città s è mostrata con strade sporche all'inverosimile, disseminata di sterco d'asino, unico mezzo di trasporto locale. Fogne a cielo aperto scorrevano in stretti canali ai lati delle strette strade. Uomini cenciosi nulla facenti seduti sui muretti. Incredibilmente l'unico segno di dignità erano le donne velate.
Ho cercato di resistere il più possibile, concentrandomi sulle architetture ed i preziosi portali in legno elegantemente cesellati, con decorazioni degne del più bel fregio greco... ma vedere un bimba di neanche due anni, ciondolante sulle sue gambette valghe fino all'impossibile... ecco, quello no, non l' ho potuto sopportare. L'unico pensiero era scappare da quel posto incomprensibile per il mio occidentale senso igienico. Al ritorno nel resort anche i pipistrelli mi sembravano meglio.

Ma sotto il cielo notturno più bello che abbia mai visto, dove la via lattea attraversa tutta la volta celeste e le stelle cadono come se piovesse, tutte le prospettive si sono stravolte, ricomponendosi in una nuovo paesaggio, una nuova direzione, in cui la voglia di scappare dall'isola si tramutava nell'impossibile desiderio di rimanere lì, di tornare alla cittadina -magari con scarpe chiuse e non con gli infradito, questo sì-, di vivere quello che per preconcetto non avevo vissuto.

Non capirò mai come uomini dotati di testa pensante possano preferire rimanere a non far nulla, piuttosto che pulire la loro città, che se avesse le vie pulite, le fogne coperte, i muri tinteggiati anche a calce, sarebbe qualcosa di eccezionalmente bello. Però... ho ricordato che nel museo c'era una foto di un uomo di fronte ad una struttura circolare, con tetto a cono tondeggiante, sullo sfondo un edificio basso e rettangolare, e subito ad una cosa pensai chiamando Anna Lisa l'osservatrice silenziosa, amante della mia Puglia, che ha commentato: "Oddio, un pagghiaro!", "Sì e dietro sembra una masseria".

Peccato non averlo realmente compreso prima.

"Se non dimentichi mai le tue radici Rispetti anche quelle dei paesi lontani Se non scordi mai da dove nieni Dai più valore alla tua cultura Siamo Salentini, cittadini del mondo Radicadi con i Messapi i Greci e i Bizzantini Uniti in questo stile con i Jamaicani Dimmelo da dov'è che vieni".

*Se nu te scierri mai delle radici ca tieni
rispetti puru quiddre delli paisi lontani!
Se nu te scierri mai de du ede ca ieni
dai chiu valore alla cultura ca tieni!
Simu salentini dellu munnu cittadini,
radicati alli messapi cu li greci e bizantini,
uniti intra stu stile osce cu li giammaicani,
dimme mo de du ede ca sta bieni!

Le radici ca tieni, Sud Saund Sistem

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