venerdì 3 settembre 2010

Rientro nella capitale

Settembre. Dopo una pausa ristoratrice, come tutti sono pronta a rientrare nella capitale, ma soprattutto a guadagnarmi la pagnotta in allegria.
Ma...
Rientrata nel mio simpatico call center, dopo soli due giorni le ambiguità che credevo evaporate insieme al caldo estivo, si son ripresentate intatte ed integre; poco aiuta la contentezza di ritrovare Nadia e le altre ragazze: l'elica gira a manetta, quando si lavora male...

Per fortuna ho il giornale, così questa mattina felice e contenta mi sono avviata verso la redazione, ma alla metro... "Informiamo i gentili passeggeri che il servizio è momentaneamente sospeso su tutta la linea, causa calo di tensione". Fine della consolazione: Roma, con le sue braccia millenarie, mi riavvolge definitivamente in un vortice di disagi e sconcerto.

C'è una canzone dei Radici nel Cemento, che dice:
"Me ne vojo annà
me ne vojo annà
ma ne vojo annà
nun ce la faccio più...
... ma poi ce penso
che io nun c'ho 'n sordo...
se parto arivo sì e nno all'aeroporto..."

Stranamente, nonostante il rientro non proprio agevole, questo brano 'sta mattina non mi è venuto in mente... nè mi è venuto in mente di ritornarmene al mio paesello nel profondo sud...
E' che in questa pausa estiva ho capito che il mio posto è a Roma, non (solo) perchè "nun c'ho 'n sordo", ma perchè l'ipotesi di un trasferimento in Puglia non mi ha suscitato la gioia profonda che avrebbe dovuto. Spiegare perchè non solo è troppo lungo, ma anche relativamente inutile: la notizia è che ho preso coscienza che il mio vero posto è qui, almeno per altri 30 anni.

Settembre. Dopo una pausa ristoratrice sono pronta a riguadagnarmi la pagnotta in allegria. Nonostante l'elica giri a menetta per la metro senza tensione e non solo.

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