venerdì 17 aprile 2009

Raiz, Ron e interrogativi impegnativi


Roma, pieno pomeriggio, traffico. Unica distrazione la radio. La mia radio. Ad un tratto, il dj (Armandino, per la cronaca), mi stupisce e passa "Scegli me" di Raiz. Sarà stata la noia del traffico, sarà stato il bisogno viscerale di non pensare alla contrazione muscolare che affligge le mie spalle da due giorni... sia come sia, me la sono ascoltata. Sì perché devi sapere che le canzoni d'amore generalmente mi provocano una non indifferente e appiccicaticcia orticaria.
Questa canzone, che ho sempre etichettato come inascoltabile, sia per il testo, che per la melodia 'gigiona', per dirla alla Ventura, a sorpresa ieri pomeriggio mi ha aperto il cuore e mi ha fatto venir voglia di fare sega a lavoro per andare a sposarmi... Ora, è vero che il traffico romano può dare alla testa, però mi sono resa conto che l'apprezzavo non solo per il tedio, ma proprio perché la sentivo mia. Evidentemente crescendo sono più disposta ad eccettare il romanticismo emotivo, ma non basta a spiegare perchè "scegli me" mi stravolge i sensi.
Questa consapevolezza stupita e meravigliata, non spiegabile, non se n'è più andata, sostenuta dalle note 'arabeggianti' del brano.

Questa mattina altra fila, ma in ambulatorio per un tiket. In testa sempre Raiz con i suoi respiri condivisi, finché la filo diffusione ha passato Ron con la sua "Non abbiam bisogno di parole". Senza accorgermene sorridevo mentre la canticchiavo sottovoce, lieta e riconoscente per questa canzone che su di me ha l'effetto di un gradito incontro con un vecchio amico. Sì, perché questo brano è il mio manifesto dell'Amore. Senza fronzoli, senza robe inutili, ma libertà, libertà, libertà, perché "seguirò il tuo volo senza interferire mai, perchè quello che voglio è stare insieme a te, senza catene, stare insieme a te".
Ma allora, se per me l'amore è questo, come mi colloco l'ebrezza che Raiz m'ha regalato?
Interregativo impegnativo. A cui mi sono abbandonata avendo un'oretta buona di nulla da fare in fila.
Aggrovigliata tra le emozioni, i testi delle canzoni ed i miei ricordi, ad un tratto mi sono posta un altro interrogativo, più impegnativo del primo: ma la razionalità che porta Ron a dire che non hanno bisogno di parole, che raccoglierà i suoi fiori persi per strada ecc.ecc... da che tipo di amore nasce? La fiducia che porta me a dire che non interferirò mai nel suo volo, su quale certezza si fonda? Ed ecco le note arabe di Raiz a rispondermi: "vivo solo dove vivi tu, e respiro se respiri tu, non ci sono ma e nemmeno se, quando scelgo te e tu scegli me, dammi una fede e ti giuro che la seguirò, dammi una terra e ti dico che l'abiterò, l'unica patria per cui lotterò sarai tu, a questa vita non potrei chiedere di più".

Il mio interrogativo impegnativo ha trovato la sua risposta: scegli me per non aver bisogno di parole. Consapevolezza banale, forse, ma per me nuova ed illuminante.
Ho capito che la libertà e la fiducia da sole, senza l'abbandono totale all'altro, non fanno l'Amore.

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