giovedì 24 marzo 2011

La cultura in pompa magna. di benzina

"La cultura inquina", così questa mattina Massimo Gramellini titola il suo spazio sulla prima pagina de La Stampa.

Eh già... neanche due giorni dopo il mio plauso per il redivivo interesse del governo verso la cultura, è arrivata la batosta: i fondi arriveranno da un ulteriore aumento sulla benzina... bel modo di cambiare vento... così sai che amore viene agli italiani per la cultura... e soprattutto, in qualche modo, vanifica lo sforzo di Berlusconi di promuovere il turismo culturale: se la benzina aumenta, diminuiranno le gite della domenica, ideali per conoscere il nostro territorio....

Comunque per il tuo diletto, a seguire il magnifico intervento di Gramellini:

"Mi inchino ammirato alla perfidia del governo, che finanzia i teatri lirici aumentando il prezzo della benzina. Gli intelettuali ostili non hanno sempre detto che la cultura è il nostro petrolio? E allora si tassi il petrolio degli altri per poter continuare ad attingere a quello metaforico, prodotto dalle viscere della storia patria. "Un piccolo sacrificio che tutti gli italiani saranno lieti di fare", ha suonato il flauto Gianni Letta. Ma basta una passeggiata sul web per accorgersi che gli italiani non sono lieti per niente. Sono esterrefatti, me compreso, per la faccia tosta della politica, che chiede sempre "sacrifici" e mai ne fa. Che mette le mani nelle tasche degli tialiani, ma si guarda bene dallo svuotare le proprie. I 236 milioni destinati a cultura e spettacolo (una miseria in paese che a cultura e spettacolo affida quel poco che resta della sua immagine nel mondo) era davvero indispensqabile spillarli ai nostri carburatori? L'accorpamento dei referendum alle elezioni amministrative di maggio avrebbe permesso, da solo, di recuperareampliamente il maltolto. Aggiungerei al conto le auto blu e le scorte a statisti del calibro di Scipoliti. Per carità di Patria eviterò di ricordare quanto ci costi il volo di ogni Tornato sopra la Libia in fiamme (32 mila euro all'ora, comunque). Ecco qualche testa fina starà già pensando: perchè sprecare tutti quei soldi per la cultura quando ce n'è così bisogno per i bombardamenti? Che la tassa sul petrolio vada a finanziare la guerra del petrolio: resterbbe uno scippo, ma almeno uno scippo coerente".
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