martedì 6 aprile 2010

Sui media

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Nel 1997 Ryszard Kapuscinski diceva in un'intervista:
"Ormai è impossibile immaginare la vita della società moderna senza i media. C'è stato un tempo in cui l'uomo non poteva sopravvivere senza l'uso delle armi; poi senza quello delle macchine e dell'elettricità; oggi non può sopravvivere senza i media. Il periocolo sta nel fatto che i media, divenuti una potenza, hanno smesso di occuparsi esclusivamente di informazione. Si sono prefissi una meta più ambiziosa, quella di creare la realtà. Sempre più spesso accettiamo l'immagine del mondo trasmessaci dalla televisione, senza vedere come esso sia veramente. La televisione ci porta a vivere in un mondo di favola".
A Stoccolma, nel 1988 lima il concetto in una lezione, il cui testo è stato poi pubblicato nel 2000:
"Capita spesso di constatare sino a che punto la gente confonda il concetto di "vedere" con quello di "capire". Prendiamo due persone che discutono. Una dice: "No, cara, ti sbagli. Quello che dici non è vero!" E l'altra risponde: "Ma come? Se l'ho visto in televisione!"

Ryszard Kapuscinski è stato il primo reporter polacco, cominciò a viaggiare nel 1956, in oriente prima, per un quotidiano, in Africa poi, come corrispondente di una agenzia di stampa. Ammetto che non sapevo nulla di lui sino a poco fa... poi un regalo ben pensato mi ha folgorato. Dalla Feltrinelli si trovano diversi sui scritti. Soprattutto consiglio "Autoritratto di un Repoter", da cui ho riportato i brani sui media: in questo libro, tra le altre riflessioni riportate, il reporter tratteggia chiaramente la forma del giornalismo, come non deve essere, e come invece è.

Non so se in vita l'intrepido reporter polacco abbia avuto contatti con Grillo, Benigni o Travaglio, ma ho la ragionevole convinzione che non sia stato un comunista... sicchè, penso che la sua lettura possa far diventare più concreto -e non di parte- il ragionevole dubbio che (forse) l'informazione -soprattutto- italiana, sia davvero cariata.
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