lunedì 5 ottobre 2009

Lost in Istanbul


"Marianna c'è?"

Lo ammetto: sono l'incubo di ogni accompagnatore: quando non conosco un posto la curiosità mi porta sempre un metro più in là. Poi accade che un metro tira l'altro (un po come con i cioccolatini), dietro ogni angolo si scorge un frammento di mondo sconosciuto... e io mi perdo il gruppo... che però di solito ritrovo sempre più o meno nel posto di abbandono... ma... sta volta a Istanbul...

Bisanzio, Costantinopoli, oggi Istanbul, che guarda a Oriente, sempre in movimento, mutevole ed immobile come la storia, capricciosa come i suoi dominatori... sembra che riesci ad aver afferrato la sua essenza, ma dopo un secondo comprendi che non è vero, perché ti sta mostrando un'altra faccia, un altro modo di essere. Il traffico caotico che fa rimpiangere il peggior ingorgo sul romano raccordo anulare, la fiumana di gente che decisa va per dove deve, i minareti che svettano ad ogni angolo, mentre i muezzin irrorano la città di preghiere, forse ascoltate, forse no, comunque volate nel cielo turchese...

In una città così, è ben difficile ritrovare il gruppo da cui ti stacchi... ma il più delle volte ci riuscivo... finché l'inevitabile è avvenuto: un solo angolo di distrazione e il pulmino passò e andò senza di me. Sola a Istanbul, lontana anni luce di traffico dall'hotel. Ho sorriso. Gli altri sicuramente no, soprattutto mentre perdevano mezzora per recuperarmi... me ne scuso ancora...
Inevitabile dopo chiedere
"Marianna c'è?"
Sì ci sono, rispondevo divertita, ma onestamente non del tutto convinta: l'inafferrabilità di Istanbul trascina con se, anche rimanendo nei ranghi...

Sacro e profano vanno a braccetto sul Mare di Marmara, e le deliziose case ottomane accompagnano la fantasia oltre lo stretto, in Asia. Accade così, che seduta su una panchina, al tiepido sole pomeridiano, l'Oriente sembri incredibilmente vicino e gli sconosciuti vecchi amici, mentre la quiete del Bosforo allontana tutto il resto. Accade che i colori diventino protagonisti indiscussi di consigli pittorici e tessili... Accade che vuoi rimare lì (come freudianamente ho fatto... ).

Religiosità e religioni che in altre parti del mondo continuano a falcidiare vite contrapposte, qui ai confini della cultura familiare, sembrano fare pace... Santa Sofia, imponente e grandiosa, moschea forzata, umiliata e depredata nelle sue origini cristiane, oggi è un museo in cui le due anime convivono serene: le contrapposizioni ideologiche lì non trovano più spazio, lì oggi non sembra esistere differenza di credo e spiritualità.

Impossibile non perdersi.
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2 commenti:

Anonimo ha detto...

ciao Marianna sono Valentina (una di quelli che erano sul pulmino orfano di te, a rimpiangere, nel mio caso, il traffico della tangenziale di Milano). Ho letto con interesse il tuo post e lo aggiungo subito al bagaglio di ricordi che mi sono portata via da Istanbul... alla prossima, spero :-)
Vale

Marianna De Padova ha detto...

Lieta di trovarti qui, fiduciosa nella prossima ;-)