A Brindisi avevamo già un ritardo di tre quarti d'ora, che spegneva la radiosità della bolognese Maria Grazia, che a Fiumicino non aveva amici e parenti ad attenderla, ma una coincidenza... Finalmente arrivati lei si è catapultata al suo gate d'imbarco, noi al nastro di consegna bagagli. Bagagli che Laura la mattiniera aveva visto scaricare, riconoscendoli persino: dunque avevamo la certezza che erano arrivati con noi.
Il display segnalava la consegna al nastro 12, e tutto un aereo fiducioso attendeva. Nei primi 40 minuti di prassi eravamo ancora molto sereni e chiaccheravamo al telefono con relativi amici e parenti che attendevano oltre cortina: "Sìsì, tutto bene. Sìsì, bellissimo. Sìsì, ora arriveranno: li abbiamo visti, ci sono".
Il nastro comincia a muoversi, il display conferma lo scarico... ma non accade nulla.
Ad un tratto la Giulia intraprendente pensa bene di ricontrollare su un altro monitor il nastro di consegna: era al 15. Trasloco generale. Ma continua a non accadere niente: i nostri bagagli sono ancora giacenti chissà dove.
A circa un'ora dalla stimata consegna, le allucinazioni cominciavano a manifestarsi: per una fortunata coincidenza, avevamo quasi tutti il bagaglio rosso; sicchè, su ogni nastro dove girava qualcosa di scarlatto, a turno ognuno di noi credeva di averne visto uno familiare...
Passata di molto l'ora, avevamo perso speranza e pazienza, mentre una sveglia continuava a suonare nel bagaglio di qualcuno molto sordo, finchè Giulia ci porta le prime notizie ufficiali: "Li hanno scaricati e stanno da qualche parte. Arriveranno, ma non si sa dove. Né quando". Quando l'ufficiale combacia con il noto e l'inutile...
Sconcertati e sconfortati, rassegnati a passare molto altro tempo in attesa, siamo rimasti lì dove eravamo, quando il nastro ha cominciato a muoversi. Più per gioco, che per reale convinzione, abbiamo cominciato ad aspettare i nostri bagagli, quasi fosse un rito propriziatorio...
che però ha funzionato: i nostri c'erano.
Così, dopo un'abbondante ora e mezza, ho passato oltre la cortina delle attese.
Non così fortunata è stata la Maria Grazia radiosa, che non solo ha perso la coincidenza pernottando a Fiumicino a spese della compagnia di bandiera, ma la mattina dopo il suo aereo è partito con un'ora e mezzo di ritardo. E pensare che lei aveva bagaglio a mano...
A circa un'ora dalla stimata consegna, le allucinazioni cominciavano a manifestarsi: per una fortunata coincidenza, avevamo quasi tutti il bagaglio rosso; sicchè, su ogni nastro dove girava qualcosa di scarlatto, a turno ognuno di noi credeva di averne visto uno familiare...
Passata di molto l'ora, avevamo perso speranza e pazienza, mentre una sveglia continuava a suonare nel bagaglio di qualcuno molto sordo, finchè Giulia ci porta le prime notizie ufficiali: "Li hanno scaricati e stanno da qualche parte. Arriveranno, ma non si sa dove. Né quando". Quando l'ufficiale combacia con il noto e l'inutile...
Sconcertati e sconfortati, rassegnati a passare molto altro tempo in attesa, siamo rimasti lì dove eravamo, quando il nastro ha cominciato a muoversi. Più per gioco, che per reale convinzione, abbiamo cominciato ad aspettare i nostri bagagli, quasi fosse un rito propriziatorio...
che però ha funzionato: i nostri c'erano.
Così, dopo un'abbondante ora e mezza, ho passato oltre la cortina delle attese.
Non così fortunata è stata la Maria Grazia radiosa, che non solo ha perso la coincidenza pernottando a Fiumicino a spese della compagnia di bandiera, ma la mattina dopo il suo aereo è partito con un'ora e mezzo di ritardo. E pensare che lei aveva bagaglio a mano...
Nessun commento:
Posta un commento