giovedì 15 novembre 2012

Decima: il Tevere Esonda dai Tombini

Per Roma il 2012 non sarà solo l'anno della grande nevicata, ma anche quello del Tevere che uscì dai tombini di un suo quartiere, Decima.

E' iniziato tutto ieri, nel primo pomeriggio, quando sulla strada asciutta di via Camillo Sabatini, s'è formata una grande pozzanghera, all'altezza della scuola media. 'Strano -ho pensato quando l'ho vista-, ieri non c'era, e da domenica non ha più piovuto'. Senza pensarci troppo ancora, ho proseguito nelle mie commissioni. Ma alle 19,30, andando via da Decima, capisco che c'era qualcosa che seriamente non andava: il giardinetto ribassato sotto casa mia era diventato una palude urbana, con i gradini che scomparivano nella melma e la pozzanghera sulla via, era diventata una piscina di almeno 15 cm. Poi, in serata su Facebook ho letto, da Mario il meccanico preferito, che i garage e le cantine dei palazzi del Torrino Sud s'erano invasi d'acqua. 

Insomma era una certezza: il Tevere, che pure ha tracimato nelle campagna sul lato destro del fiume, non è arrivato fisicamente nel quartiere, ma lo ha invaso tramite le fognature e quindi i tombini. Una cosa del genere non era mai successa nei 50 anni di vita di Decima. Ma il bello doveva ancora arrivare.

Infatti questa mattina Paolo il dirimpettaio mi avvisa che Decima è tutta sott'acqua. Allora parto da casa della genitrice, munita di macchina fotografica e vado a vedere la situazione.

Alle 11 molta acqua era defluita, ma molta c'era ancora. Via C. Sabatini direttamente chiusa, dall'incrocio con via R. Chiesa, impraticabile in più punti, ma aperta al traffico, come pure via M. Mona, nonostante sembrasse un fiume; mentre largo F. De Gregori pareva una piscina comunale...

In tutto ciò, oltre a inermi Vigili Urbani, non c'era nessuno: né pompieri, né protezione civile. Perché, mi diceva Mario il meccanico preferito, che i pompieri hanno detto che sarebbero intervenuti solo se ci fossero stati cristiani  in seria difficoltà: anche a pompare via l'acqua, non si sapeva dove espellerla; stesso impedimento spiegato dalle imprese private di spurgo. Insomma tutti a guardare la marea fangosa e male odorante che saliva dai tombini, senza che nessuno della Protezione Civile provvedesse a metter su delle passerelle per camminare... niente, solo qualche cittadino volenteroso ha piazzato blocchettini di mattoni per fare un piccolo camminamento instabile...

Insomma ancora una volta Decima è stata abbandonata a sé stessa. Avranno pensato che tanto l'emergenza sarebbe rientrata in giornata e che tutti vecchietti che abitano la zona si sarebbero arrangiati. E così vedevi ragazze con gli zaini che davano la mano ad arzille vecchiette, mentre queste, con borsa della spesa ricolma al seguito, si avventuravano a salire sui muretti per accedere ai portici: unici luoghi asciutti del quartiere.

Mentre mi guardavo intorno come se stessi assistendo all'antipasto dell'apocalisse, m'è rivenuto in mente un dialogo con i miei genitori, avvenuto circa trentanni fa:

Genitrice: Ma io non sono tanto tranquilla in questo quartiere dove prima c'era una palude ed è così vicino al Tevere...
Augusto Genitore: Sta tranquilla, che se anche il Tevere straripa, abbiamo i portici: vedi che i palazzi sembrano palafitte? Siamo al sicuro.
Io: Dai mamma, che se il Tevere ci allaga gonfiamo il canotto e poi navighiamo con i remi! Come a Venezia!

C'è mancato poco che diventassi profetica. Ma non è ancora detto.


http://roma.repubblica.it/rubriche/perifeur/2012/11/15/foto/il_tevere_dai_tombini-46697904/

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