domenica 20 maggio 2012

19 maggio 2012

Era una bella mattina di maggio, con Erika, la mia amica (che è interprete), ero andata da Feltrinelli International, dove avevo preso definitiva coscienza che io e l'Inglese siamo tecnicamente incompatibili, ma che l'Arabo, in proporzione, mi pare più semplice. Ero uscita dalla libreria quasi trionfante con un piccolo volume introduttivo alla lingua Araba, propedeutico per uno studio più serio... se mi conosci sai quanto queste piccole cose mi mettano allegria. Il centro di Roma era colorato e vivace di turisti, il cielo limpido e l'aria calda, noi con i nostri orgogliosi acquisti, si chiaccherava di lingue straniere, di segni fonetici...

Poi in auto è arrivata la notizia e già mi sentivo gli occhi bruciare: incredula, mi pareva un macabro scherzo. Nel resto del pomeriggio non ho avuto modo di approfondire, di seguire tutto con gli occhi sul pc le orecchie alla tv, ma comunque l'allegria della mattina era svanita. Poi, solo all'ora di cena, quando il tg raccontava i fatti, ho visto e sentito tutto.

Mafie varie, terroristi nazionali o internazionali, anarchici o pazzoide isolato... e il perchè...francamente m'importa poco, adesso. Io penso a lei che non c'è più, alle altre ragazze e alla scuola. La scuola come alter ego della casa, dove si prepara il futuro, qualunque esso sia. Penso alla paura che ho, ma che non diventerà dominante se si proverà che è -di nuovo- strategia del terrore, e penso alla dignitosa manifestazione del pomeriggio, ma...

Sarà perchè in questo periodo sono emotivamente instabile; sarà forse perchè ultimamente mi è capitato spesso di ripensarmi com'ero a sedici anni; o magari sarà perchè Brindisi è solo a una ventina di chilometri dal mio paesino; o probabilmente sarà solo perchè è veramete una tragedia nazionale, segno di un Paese seriamente pericolante... ma non mi riesce di smettere di piangere.

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