lunedì 26 marzo 2012

Tornerei a Praga (solo) in Autunno

Campanili di un gotico sfrontato, cupole ortodosse, abbaini curiosi che sporgono dai tetti a spiovente, mentre comignoli sbuffano al cielo e il golem forse ancora si nasconde da qualche parte, mentre i turisti sono i proprietari indiscussi di Praga.

Il bel ponte Carlo V, da cui si gode una vista splendida sul Castello e la Cattedrale di S.Vito, con le due imponenti torri ai lati, l'ho trovato pervaso e invaso da orde di turisti (italiani per un buon 80%, di cui il 90% studenti: quale allegria), mentre orchestrine suonano musiche locali e non (magari anche O'sole mio) e artisti di strada espongono le loro arti ritrattistiche. La piazza dell'Orologio Astronomico, con i tavolini dei caffè all'aperto, affollati di gente distratta, che sembra badare all'orologio solo quando è in movimento....

Insomma, nel caso non ti fosse chiaro, Praga non mi ha innamorato come avrei creduto: di fatto è ormai solo una bella città europea. Punto. Di autentico forse è rimasta solo la birra scura, non troppo forte, ma con un inconsueto retrogusto al caffè: singolare e particolare, non a tutti piace: io ho preferito il vino bianco locale, ma la collega polacca se ne scolava tre a sera.

Però chissà, forse se fossi stata a Praga in autunno la mia percezione della città sarebbe stata diversa, magari almeno più romantica: gli alberi arrossati e la bruma mattutina avrebbero restituito un po di emozione e mistero a questa splendida città, la cui storia recente sembra esser stata cancellata sotto le vetrine sfavillanti degli stessi negozi che abbiamo a Roma...

A questo punto penserai che almeno questa volta io sia stata brava e diligente, ovvero che la guida non mi abbia persa di vista ogni cinque minuti... ennò, qui ti sbagli, perchè comunque cercavo sempre un angolo di autenticità, uno scorcio favoloso da fotografare, una facciata Art Nouveau o un bar tipico...


Tornata alla realtà, mi sono accorta che il mio gruppetto si era smaterializzato nell'esercito turistico: non ho battuto ciglio, e son rimasta lì, sul sagrato, perchè, buona regola di quando ti perdi -e vuoi essere ritrovato- è rimanere nell'ultimo posto dove certamente si era insieme, e la brava guida ti ritroverà. Così sono stata recuperata, mentre già con il programma alla mano pensavo di dirigermi al ristorante, dove certo sarebbero dovuti andare, prima o poi.

Altra emozione non da poco è stata la visita, con permesso speciale, alla Biblioteca Strahov: circa 280 mila libri di filosofia e teologia che risalgono anche al Medioevo, ospitati in due sale, di cui una è un piccolo gioiello. Probabilmente solo queste due stanza riscattano la perdita dell'essenza mistica e magica di Praga, che però ritrovi ancora nel cimitero ebraico. Anche il quartiere di Mala Strana, rispetto l'oltre Moldava, sembra conservare una sua dolcezza tipica.


Una cosa però devo dirla con vera ammirazione: non ci sono cartelloni pubblicitari. O meglio, ce ne sono, ma pochissimi e discreti; praticamente tutti i manifesti che vedi affissi in pannelli dedicati sono riferiti a eventi culturali, tipo concerti (tantissimi), mostre, musei... Praga ha indubbiamente una vita culturale molto vivace.

Sicchè, se ora mi chiedi se tornerei a Praga, ti dico che tutto considerato, ci tornerei solo in autunno, quando gli alberi arrossati e la bruma mattutina restituiscono un po di emozione mistero a questa splendida città.




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