martedì 10 maggio 2011

Quando Calderoli ha ragione - ovvero gli applausi di Confindustria

Mai dire mai nella vita, perché può anche accadere di trovarsi concordi con Roberto Calderoli.

Il fatto è avvenuto qualche giorno fa, quando ad un congresso di Confindustria è stato applaudito Harald Espenhahn, amministratore delegato di ThyssenKrupp.

La ThyssenKrupp la ricorderai: è l'acciaieria di Torino dove il 6 dicembre 2007 sono morti 7 operai. E sarebbe il caso di ricordare come sono morte queste persone, ma siccome io per prima rabbrividisco, dico solo che è stato per il fuoco. Sì, sette persone sono arse e per questo Espenhahn è stato condannato a 16 anni per omicidio volontario, avendo la magistratura accertato che la società tedesca non aveva dotato l'impianto di adeguate norme di sicurezza.

Dunque quest'uomo, che magari è un'ottimo padre di famiglia, ma di fronte alla legge italiana è responsabile del flambè di 7 sette persone, è stato applaudito dagli industriali italiani.

«Fuori luogo, inqualificabile, indegno, un grave errore, biasimevole»: questo il commento di Calderoli, che tra l'altro è stato l'unico commento politico che mi sia arrivato alle orecchie. Se la sinistra italiana o il mondo sindacale si siano indignati -come si usa dire in questi casi-, onestamente lo ignoro.

Quello che più mi colpisce, oltre il dato politico, è l'aspetto umano: La Marcegaglia dice che è un tema delicato, perchè se è vero che queste persone sono morte, è anche vero che sentenze come quella che riguarda Espenhahn allontanano investimenti stranieri in Italia.

Ammetto che è un aspetto della vicenda che esiste, ma sono convinta che siano argomenti che possono tranquillamente rimanere nel privato delle vicende economiche, perché esistono 7 morti, 7 famiglie, e un sopravvissuto, a cui tutti, persino Confindustria devono portare rispetto.

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