lunedì 26 luglio 2010

"Bello, sì, ma dov'è la macchina?"

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Stradine strette ed alberate, casette e villette tinteggiate a bianco... una luna piena splendita stagliata contro il cielo non ancora notturno...

Così io e il Cristian vicino di casa, chiaccherando e fotografando la luna, tornando verso le macchine, continuavamo a seguire un gruppo di ragazzi, che però, neanche troppo presto, s'è rivelato non essere il nostro gruppo...

"Bello, sì, ma dov'è la macchina?"

Così io e il Cristian vicino di casa ci siamo scoperti persi.


Persi, sì, ma in qualche isoletta del Mediterraneo, o forse in qualche altra località più o meno esotica?
Chi mi conosce, infatti, sa che una mia particolarità di viaggio è il perdermi: insofferente ai percorsi stabiliti, e curiosa dei dettagli sconosciuti, ho la (pessima) abitudine di sganciarmi e girovagare da sola... Famoso è il mio smarrimento ad Istanbul...


A questo punto vorrai sapere dove io e il mio vicino di casa ci siamo persi...

Ebbene, l'imbarazzante episodio è avvenuto nella lazialissima Fregene.

Tutto è cominciato in spiaggia, dove un dispettoso vento non ha rovinato uno splendido tramonto ed un allegro aperitivo, innaffiato da un notevole Sauvignon bianco, scelto dal mio preferito ex Fabrizio. Sauvignon bianco che ovviamente mi ha regalato un delizioso stato di allegria ridanciana. Che non si era ancora manifestata nel suo apice, se non quando io e il Cristian vicino di casa non ci siamo ritrovati a fare avanti ed indietro per Fregene, alla ricerca degli altri ragazzi e delle macchine.

Immagina la scena: io appoggiata ad una ignota automobile a ridere con le lacrime agli occhi, senza riuscire a smettere, e quindi di zero utilità. Ridevo pensando al fatto che ho girato da sola al Cairo, a Merida, a Barcellona ad Istanbul, sempre senza cartina e senza perdermi, ma in quel momento ero senza riferimenti, mezza ubriaca, mentre Cristian parlava al telefono con un Fabrizio neanche troppo incredulo, che tentava di spiegargli dove dovevamo andare.

Alla fine via Marina di Pisa ci ha svelato i suoi segreti, portandoci alle auto e dagli altri, rassegnati ad aspettare...

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lunedì 12 luglio 2010

Free Sakineh

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Caldo. Un caldo insopportabile. Ma casa bisogna pulirla... Tra una spolverata e uno straccio bagnato, mentre Britti canta "Solo una volta (o tutta la vita)", decido di lasciarmi sciogliere sotto il ventilatore, mentre mi leggo (al solito) La Repubblica on line.

Gelo. Un gelo insopportabile nell'anima, mentre Silvestri canta Cohiba e leggo di Sakineh.

Ora in un carcere dell' Iran c'è una madre vedova di 42 anni, che nel 2006 è stata condannata alla lapidazione per aver avuto due amanti. Rea confessa di adulterio dopo 99 frustate, questa donna aspetta di essere uccisa per aver amato, dopo esser rimasta sola. Amato. Sì, ma forse: ci si può fidare di una confessione dopo 99 frustate? Ma poi, se anche fosse: adulterio di cosa, se è vedova?

Questo è il link dell'articolo in cui Vincenzo Nigro racconta la storia di Sakineh, con i dettagli di cosa le aspetta:
http://www.repubblica.it/esteri/2010/07/12/news/iran-5526527/?ref=HREC1-9

Questo, invece, è il link al sito dove si può firmare la petizione per liberarla, o quanto meno salvarla dalla lapidazione:
http://freesakineh.org/

Firmate.
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