lunedì 31 agosto 2009

La gatta ha mangiato?- Vacanze II parte

Tra le intenzioni vacanziere c'era anche quella di non preoccuparmi dei felini: niente classica "La gatta ha mangiato?"...

Non avevo fatto però i conti con il gradevole cortile paesano, vero vaso comunicante tra le due case delle due zie ospitanti... sicché, mentre al fresco raccontavo le novità romane, mi sembrò inizialmente normale vedere una macchia nera e pelosa correre in giro: la forza dell'abitudine... ovviamente era un'altra gattina nera, piccolina e molto schiva, che aveva scelto di vivere lì, ed una delle due zie si cura di darle la pappa... ma non un nome... croccantini e bocconcini tornavano così inevitabilmente ad essere un mio pensiero.

Qualche giorno dopo la mia attenzione fu attirata da un passerotto, che se ne stava tranquillo su un ramo altezza spalla, senza volarsene via al mio passaggio... ben presto la storia fu chiara: il piccoletto pennuto era caduto dal nido e non sapeva volare, né la madre sembrava essere nei paraggi. Oltretutto il non volatile sembrava anche poco svelto, perché si fece prendere da me con molta facilità. L'intenzione era di salvarlo dalle fauci feline, ma le zie invece di prestarmi reale utilità, battibeccavano: una diceva che se la gatta non ci fosse stata, il pennuto avrebbe potuto vivere in cortile "in grazia di dio" anche senza volare, l'altra a schernirsi dicendo che la gatta non l'aveva portata lei, ma c'era arrivata sola e che infondo un'aggressione felina era nell'ordine naturale delle cose... io in tutto ciò ero tra le foglie degli alberi a tentar di salvare pennuto e pelosa...
Per qualche giorno la strana convivenza ha funzionato: il passerotto cinguettava zampettando sui rami e la micetta sembrava ignara. Poi i cinguetii son finiti e il pennuto non s'è più visto. Le zie hanno indicato la gatta, una colpevolizzandola, l'altra stringendosi nelle spalle.
Ma io non credo... sono invece convinta che alla fine il passerotto sia volato via.

La piccola micetta nera è chiaramente rimasta, sempre schiva e timidina, alla fine accettava la pappa anche da me, che ogni giorno ripetevo la classica:
"La gatta ha mangiato"?


Non ora, non qui - Vacanze I parte


Due anni. Due anni sono veramente tanti a star lontani da questo mare e dalla sua terra. Ma te ne accorgi veramente quando con i piedi in ammollo cominci a saltellare perchè i pesciolini ti mordono le caviglie. Te ne accorgi quando la sera senti il ritmo della taranta che saltella tra gli ulivi, e ti senti tornare a respirare, come dopo un'apnea lunghissima. Te ne accorgi quando sei felice di chiaccherare con zie anziane.

"Non ora, non qui", di De Luca, è uno dei libri che mi ero portata in vacanza, scelto proprio per questo suo titolo imperioso*, che benissimo si accordava con lo spirito con cui son partita: meritata vacanza vera da tutto e tutti.
Qualsiasi discussione, qualsiasi pensiero, qualsiasi preoccupazione... qualsiasi cosa che potesse procurarmi un seppur piccolo pensiero, o dispiacere, lo annichilivo sfoderando questo mantra estivo Non ora, non qui.
Ha funzionato.
* Il libro è veramente molto bello

domenica 9 agosto 2009

L'ho fatto - ovvero l'imbianchina estiva

Pennelli, rullo, carta vetrata e relativa levigatrice, stucco, spatolina-raschietto, carta gommata, mascherina, cappello, guanti e trabattello... poi... via l'annosa carta da parati e sotto con la preparazione delle pareti per la tinta...
Il salone di casa mia aveva urgente bisogno di una salubre rinfrescata, e così... l'ho fatto. Mi sono buttata senza paracadute in quest'avventura dalle sorti incerte. Il risultato ha comunque centrato l'obiettivo: il salone è pulito e fresco.
Signori, l'esperienza pittorica più estenuante della mia vita. Affrontata in solitaria, più volte ne ho parlato come di una scalata alpina: "Ho attaccato la parete destra". Non sono comunque stata completamente da sola: le anime pie di Giulio e di mio padre con i loro prestanti interventi mi hanno salvato da sicure crisi isteriche da scoraggiamento; il trabattello che mi ha permesso di sfidare l'altezza, è stato montato da un Eraldo piegato dal mal di schiena... ma prima ancora c'era stata Erika, ad aiutarmi con i mobili, e tutti i vari consigli e le dritte per affrontare al meglio questo lavoro che posso definire monumentale. A tutti, grazie.
Ora è finita: mi siedo in poltrona e mi guardo intorno, piena e soddisfatta di una realtà materializzatasi dal mio sudore.

Una mensione la merita anche la mia micetta Costanza, che ha felinamente atteso il ripristino della normalità. Il che significa, che nonostante la retina posta in balcone, e le porte chiuse, la padrona di casa riusciva ad intrufolarsi comunque nella stanza dei lavori, impolverandosi e sporcandosi di tinta... ma era uno spettacolo vederla giocare con i teli di plastica... oppure si acquattava in un angoletto e rimaneva lì, a farmi compagnia, curiosa dei miei spennellamenti...
Quando finalmente ieri ho rimesso tutto in ordine, ma con una nuova disposizione persino nei quadri, lei è letteralmente impazzita di gioia: correva, saltava e giocava incurante del gran caldo.
Onestamente, tra noi due, lei sembrava la più contenta.

Ora ho solo da prendere un treno che mi riporterà in Puglia, nel mio profondo Sud.
Vacanza.